martedì 12 febbraio 2013

Prologo

Oggi, 20 Dicembre 2011

Bella


La litigata con Charlie mi aveva convinto a combattere ancora di più.
Ma non sapevo più come fare.
Erano passati alcuni mesi da quando avevo iniziato a frequentare Edward senza riuscire a scalfire il muro che aveva eretto fra di noi, senza riuscire a fargli capire quello che provavo, ma adesso avevo deciso che era il momento di affrontarlo e rivelargli i miei sentimenti per uscire da quella posizione di stallo.
Lui mi sfuggiva regolarmente, mi evitava, ma stavolta lo avrei messo con le spalle al muro.

All'uscita dalla scuola, lo trovai fermo sul prato, che aspettava i suoi fratelli, i libri stretti tra le mani e lo sguardo fisso su di me.
Mi avvicinai senza levare i miei occhi dai suoi e mi persi in quei due fondi di bottiglia che mi scrutavano seri e preoccupati.
Mi fermai di fronte a lui, vicinissima quasi a sfiorarlo, e un brivido mi percorse la schiena, conscia di quello che stavo per fare e terrorizzata dalla sua reazione.
Speravo solo di non fargli del male... forse Charlie aveva ragione... ma non potevo più aspettare... dovevo cercare di abbattere la corazza dietro la quale si nascondeva.
Poi con studiata lentezza, per non spaventarlo, appoggiai le mie labbra sulle sue.
Erano morbide e carnose mentre il suo profumo m'investiva completamente, frastornandomi.
Per un attimo pensai che avrebbe ricambiato il mio bacio, che si sarebbe sciolto, che la sua timidezza sarebbe volata lontano, ma invece lo vidi scostarsi... spaventato.
“Edward...” gli mormorai cercando di prendere le sue mani.
Ma arretrò di un passo allontanandosi da me, pochi centimetri ci dividevano, ma sembravano un abisso.
Eppure potevo sentire il suo cuore battere all'impazzata, vedere il suo corpo tremare mentre abbassava la testa chiudendo gli occhi.
Un lungo silenzio calò rotto solo dai nostri respiri.
Poi apri gli occhi, alzò la testa e mi guardò.
C'era disperazione, dolore e vergogna.
Si, vi leggevo anche vergogna mentre abbassandoli nuovamente mi sussurrò “No Bella. Lasciami stare” ancora un passo indietro, altri centimetri tra lui e me, mentre mi fissava nuovamente disperato.
Ecco adesso i suoi meravigliosi occhi verdi erano carichi solo di un immenso dolore mentre una lacrima solitaria gli rigava la guancia.
“Perché Edward? Io credo di essermi innamorata di te.” gli confessai disperata a mia volta.
Perché non mi voleva? Eppure ero certa che provasse qualcosa per me. Ogniqualvolta c'incontravamo era come se una scarica di energia passasse da uno all'altro. Ci fissavamo per minuti interi, mentre i nostri corpi reclamavano un contatto, eppure mai mi aveva nemmeno sfiorato.
Ma io sapevo, io avevo capito …

“Perché io non sono giusto per te. Ti farei solo soffrire” mormorò con gli occhi lucidi di lacrime.
“No Edward. Non puoi dire questo. Non è vero” ribattei decisa.
Io lo sapevo. Io sapevo che sotto sotto lui mi amava e che non mi avrebbe mai fatto del male. Non si era mai lasciato avvicinare... eppure...
Un sorriso amaro si aprì sul suo volto. Un sorriso disperato.
“Io non posso darti quello che cerchi. Io non posso. Non sono... io non... sono uomo abbastanza... per te.” disse con un filo di voce mentre altre lacrime trasbordavano dai suoi occhi bagnandogli entrambe le guance.
Poi senza attendere la mia risposta si girò e iniziò a correre velocissimo verso il bosco dietro alla scuola... ancora una volta era fuggito da me.

Rimasi lì ferma e inebetita. Cosa voleva dire? Gli avevo dato solo un bacio... non avevo fatto altro. Non avevo chiesto altro!
E lui era fuggito da me... ancora una volta.
La sua sofferenza mi aveva investito, travolto e ferma sul prato incapace di muovermi iniziai a singhiozzare piano per non farmi vedere dai compagni che passavano senza poter immaginare il mio tormento.
Poi all'improvviso una voce conosciuta mi riportò alla realtà facendomi sobbalzare.
“Io ed Emmett andiamo a cercarlo prima che faccia stupidate” la voce triste e preoccupata era quella di suo fratello Jasper mentre Alice si avvicinò e mi strinse forte.
La mia migliore amica, la mia compagna di classe doveva aver visto tutto e forse sentito tutto.
Appoggiai il viso sulla sua spalla e iniziai a piangere come una bambina lasciandomi abbracciare stretta da lei.
“Non ti arrendere Bella. Ti prego se non vuoi farlo per te, fallo per me... per lui” mi sussurrò “Io sono la sua gemella... io... ti prego non arrenderti.”
Alzai il viso e la guardai asciugandomi le lacrime.
I suoi occhi di quell'azzurro e verde indefinito erano tristi e sofferenti. Soffriva per me e per lui e forse anche per se stessa.

“Non lo so Bella. Lui non ne ha mai parlato, non ci ha mai raccontato, ma sappi che sei la prima ragazza estranea alla famiglia che riesce ad avvicinarlo così tanto da quel maledetto giorno” sospirò “Non ha mai dato confidenza a nessuno. E' sempre fuggito di fronte a tutti. A lungo io sono stata la sua ancora di salvezza come lui lo è stato per me. Eravamo soli e isolati, chiusi nel nostro mondo, ma prima i nostri genitori adottivi e poi i nostri fratelli sono riusciti ad entrare nel nostro cuore. Ma malgrado questo, lui ha continuato a nascondere dentro di se un enorme sofferenza.”
E nella sua voce c'era tristezza e dolore.
Lo stesso dolore che sapevo stava provando Edward.

Asciugai le ultime lacrime dalle mie guance e cercai di sorriderle. “Mi aiuterai?” le chiesi titubante.
Lei annui e un sorriso radioso si aprì sul suo volto. “Ti aiuteremo tutti. Conta su di noi” mi disse abbracciandomi stretta.

Si sarebbe stato lungo e difficile ma sarei riuscita ad entrare nel suo cuore... una lunga battaglia per costringerlo ad ammettere i suoi sentimenti e ad abbattere le barriere che si era costruito intorno.
L'unico problema era capire il perché si comportasse così, perché mi evitasse, e gli unici che potevano saperlo erano i suoi genitori adottivi.
Avevano tutti protetto il suo segreto, tutti sapevano e si ostinavano a tacere, a far finta che andasse tutto bene, che fosse solo un esaurimento nervoso, ma non era così.
Io non avevo mai chiesto nulla, sapevo solo il poco che mi aveva detto Charlie riferendosi a un passato misterioso, ma ora dovevo capire, dovevo sapere che cosa stavano tutti nascondendo.
“Andiamo a parlare con i tuoi” dissi risoluta prendendo Alice e trascinandola verso la macchina contro la quale era appoggiata Rosalie che discreta si era tenuta a distanza per non intromettersi.

In fondo ero la figlia di uno sceriffo e la capacità di risolvere i misteri circolava nelle mie vene insieme al mio sangue.


Quando arrivammo a casa Cullen i loro genitori stavano cucinando per la cena.
Insieme a loro c'era anche Charlie. Mi fermai un attimo preoccupata dalla sua presenza, poi scossi la testa, non m'importava.
Mio padre non avrebbe potuto fermarmi.
Videro entrare noi ragazze e ci sorrisero cordiali.
“Ciao ragazze, tutto bene?” ci chiese Esme sorridente.
Non facemmo neanche in tempo a rispondere che vedemmo il panico affiorare sul volto di Carlisle.
Probabilmente aveva visto le tracce di lacrime sul mio viso o era abituato a preoccuparsi perché subito ci chiese “Dov'è Edward?”

Mi domandai il perché avesse chiesto subito del mio Edward e non degli altri figli . Non poteva esserci che una risposta.
Era in qualche modo abituato a preoccuparsi per lui.
“Jasper ed Emmett, lo stanno cercando” disse tristemente Rosalie
Vidi lo sguardo di preoccupazione passare tra Carlisle ed Esme.
“Non credo sia andato lontano... questa volta. Non è successo nulla di terribile ” continuò lei con l'intento di tranquillizzarli “Bella lo ha solo... baciato” disse scuotendo la testa intristita.
Vidi subito il volto di Esme illuminarsi di gioia mentre Carlisle prendeva fiato: “E' scappato?” mi chiese addolorato scuotendo la testa.
Mio padre invece granò gli occhi dalla sorpresa e poi tirò un sospiro di sollievo.
Io annui. “Perché lo ha fatto?” gli chiesi a mia volta . Volevo delle risposte.
Stavolta non gli avrei permesso di essere evasivi.

Loro si guardarono un attimo. Poi Carlisle guardò Charlie che si limitò ad annuire preoccupato.
“Mi ha detto delle cose senza senso... io non capisco” gli confessai.
Carlisle sospirò.
“Sappiamo che gli vuoi bene, ci siamo accorti di quello che provi per lui, e credo sia arrivato il momento di raccontarti tutto, ma a volte neanche noi capiamo. Sappiamo qualcosa, altro lo abbiamo intuito, ma la verità è nascosta e seppellita nel suo cuore. Una verità talmente scomoda che lui stesso si rifiuta di accettarla e preferisce nasconderla dentro di se. Una verità che lo sta distruggendo ogni giorno di più come ti sarai certamente accorta.
Ma possiamo dirti quello che sappiamo per permetterti di capirlo meglio. Forse tu riuscirai dove noi abbiamo fallito, forse riuscirai a trovare la chiave per entrare nella sua anima tormentata e costringerlo a tirar fuori il suo segreto” mi disse prendendo Esme per mano e andandosi a sedere.
“Venite ragazze” ci disse Esme “Racconteremo a Bella la sua storia, la nostra storia” mi sorrise mentre ci sedevamo di fronte a loro “E voi le chiarirete quelle piccole cose che noi come genitori non dovremmo sapere” concluse sorridendo alle sue figlie che divennero rosse come pomodori.
“E ascolta anche tu Charlie, perché nel bene o nel male ne sei parte integrante. Ed è giusto che tua figlia sappia, se vuole legarsi a lui deve sapere quello che sappiamo noi, solo così potrà capire e decidere se vuole e può amarlo... Vedi Bella il nostro racconto inizia dieci anni fa quando io e Carlisle...” e la sua voce dolce si perse nei ricordi mentre i suoi occhi si posarono sul grande Albero di Natale pieno di bellissime e pregiatissime palline colorate.

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