Oggi,
20 Dicembre 2011
Bella
La
litigata con Charlie mi aveva convinto a combattere ancora di
più.
Ma
non sapevo più come fare.
Erano
passati alcuni mesi da quando avevo iniziato a frequentare Edward senza
riuscire a scalfire il muro che aveva eretto fra di noi, senza
riuscire a fargli capire quello che provavo, ma adesso avevo deciso
che era il momento di affrontarlo e rivelargli i miei sentimenti per
uscire da quella posizione di stallo.
Lui
mi sfuggiva regolarmente, mi evitava, ma stavolta lo avrei messo con
le spalle al muro.
All'uscita
dalla scuola, lo trovai fermo sul prato, che aspettava i suoi
fratelli, i libri stretti tra le mani e lo sguardo fisso su di me.
Mi
avvicinai senza levare i miei occhi dai suoi e mi persi in quei due
fondi di bottiglia che mi scrutavano seri e preoccupati.
Mi
fermai di fronte a lui, vicinissima quasi a sfiorarlo, e un brivido
mi percorse la schiena, conscia di quello che stavo per fare e
terrorizzata dalla sua reazione.
Speravo
solo di non fargli del male... forse Charlie aveva ragione... ma non
potevo più aspettare... dovevo cercare di abbattere la
corazza
dietro la quale si nascondeva.
Poi
con studiata lentezza, per non spaventarlo, appoggiai le mie
labbra sulle sue.
Erano
morbide e carnose mentre il suo profumo m'investiva completamente,
frastornandomi.
Per
un attimo pensai che avrebbe ricambiato il mio bacio, che si sarebbe
sciolto, che la sua timidezza sarebbe volata lontano, ma invece lo
vidi scostarsi... spaventato.
“Edward...”
gli mormorai cercando di prendere le sue mani.
Ma
arretrò di un passo allontanandosi da me, pochi centimetri
ci
dividevano, ma sembravano un abisso.
Eppure
potevo sentire il suo cuore battere all'impazzata, vedere il suo
corpo tremare mentre abbassava la testa chiudendo gli occhi.
Un
lungo silenzio calò rotto solo dai nostri respiri.
Poi
apri gli occhi, alzò la testa e mi guardò.
C'era
disperazione, dolore e vergogna.
Si,
vi leggevo anche vergogna mentre abbassandoli nuovamente mi
sussurrò
“No Bella. Lasciami stare” ancora un passo
indietro, altri
centimetri tra lui e me, mentre mi fissava nuovamente disperato.
Ecco
adesso i suoi meravigliosi occhi verdi erano carichi solo di un
immenso dolore mentre una lacrima solitaria gli rigava la guancia.
“Perché
Edward? Io credo di essermi innamorata di te.” gli confessai
disperata a mia volta.
Perché
non mi voleva? Eppure ero certa che provasse qualcosa per me.
Ogniqualvolta c'incontravamo era come se una scarica di energia
passasse da uno all'altro. Ci fissavamo per minuti interi, mentre i
nostri corpi reclamavano un contatto, eppure mai mi aveva nemmeno
sfiorato.
Ma
io sapevo, io avevo capito …
“Perché
io non sono giusto per te. Ti farei solo soffrire”
mormorò con gli
occhi lucidi di lacrime.
“No
Edward. Non puoi dire questo. Non è vero” ribattei
decisa.
Io
lo sapevo. Io sapevo che sotto sotto lui mi amava e che non mi
avrebbe mai fatto del male. Non si era mai lasciato avvicinare...
eppure...
Un
sorriso amaro si aprì sul suo volto. Un sorriso disperato.
“Io
non posso darti quello che cerchi. Io non posso. Non sono... io
non... sono uomo abbastanza... per te.” disse con un filo di
voce
mentre altre lacrime trasbordavano dai suoi occhi bagnandogli
entrambe le guance.
Poi
senza attendere la mia risposta si girò e iniziò
a correre
velocissimo verso il bosco dietro alla scuola... ancora una volta
era fuggito da me.
Rimasi
lì ferma e inebetita. Cosa voleva dire? Gli avevo dato solo
un
bacio... non avevo fatto altro. Non avevo chiesto altro!
E
lui era fuggito da me... ancora una volta.
La
sua sofferenza mi aveva investito, travolto e ferma sul prato
incapace di muovermi iniziai a singhiozzare piano per non farmi
vedere dai compagni che passavano senza poter immaginare il mio
tormento.
Poi
all'improvviso una voce conosciuta mi riportò alla
realtà
facendomi sobbalzare.
“Io
ed Emmett andiamo a cercarlo prima che faccia stupidate” la
voce
triste e preoccupata era quella di suo fratello Jasper mentre Alice
si avvicinò e mi strinse forte.
La
mia migliore amica, la mia compagna di classe doveva aver visto
tutto e forse sentito tutto.
Appoggiai
il viso sulla sua spalla e iniziai a piangere come una bambina
lasciandomi abbracciare stretta da lei.
“Non
ti arrendere Bella. Ti prego se non vuoi farlo per te, fallo per
me... per lui” mi sussurrò “Io sono la
sua gemella... io... ti
prego non arrenderti.”
Alzai
il viso e la guardai asciugandomi le lacrime.
I
suoi occhi di quell'azzurro e verde indefinito erano tristi e
sofferenti. Soffriva per me e per lui e forse anche per se stessa.
“Non
lo so Bella. Lui non ne ha mai parlato, non ci ha mai raccontato, ma
sappi che sei la prima ragazza estranea alla famiglia che riesce ad
avvicinarlo così tanto da quel maledetto giorno”
sospirò “Non
ha mai dato confidenza a nessuno. E' sempre fuggito di fronte a
tutti. A lungo io sono stata la sua ancora di salvezza come lui lo
è
stato per me. Eravamo soli e isolati, chiusi nel nostro mondo, ma
prima i nostri genitori adottivi e poi i nostri fratelli sono
riusciti ad entrare nel nostro cuore. Ma malgrado questo, lui ha
continuato a nascondere dentro di se un enorme sofferenza.”
E
nella sua voce c'era tristezza e dolore.
Lo
stesso dolore che sapevo stava provando Edward.
Asciugai
le ultime lacrime dalle mie guance e cercai di sorriderle.
“Mi
aiuterai?” le chiesi titubante.
Lei
annui e un sorriso radioso si aprì sul suo volto.
“Ti aiuteremo
tutti. Conta su di noi” mi disse abbracciandomi stretta.
Si
sarebbe stato lungo e difficile ma sarei riuscita ad entrare nel suo
cuore... una lunga battaglia per costringerlo ad ammettere i suoi
sentimenti e ad abbattere le barriere che si era costruito intorno.
L'unico
problema era capire il perché si comportasse
così, perché mi
evitasse, e gli unici che potevano saperlo erano i suoi genitori
adottivi.
Avevano
tutti protetto il suo segreto, tutti sapevano e si ostinavano a
tacere, a far finta che andasse tutto bene, che fosse solo un
esaurimento nervoso, ma non era così.
Io
non avevo mai chiesto nulla, sapevo solo il poco che mi aveva detto
Charlie riferendosi a un passato misterioso, ma ora dovevo capire,
dovevo sapere che cosa stavano tutti nascondendo.
“Andiamo
a parlare con i tuoi” dissi risoluta prendendo Alice e
trascinandola verso la macchina contro la quale era appoggiata
Rosalie che discreta si era tenuta a distanza per non intromettersi.
In
fondo ero la figlia di uno sceriffo e la capacità di
risolvere i
misteri circolava nelle mie vene insieme al mio sangue.
Quando
arrivammo a casa Cullen i loro genitori stavano cucinando per la
cena.
Insieme
a loro c'era anche Charlie. Mi fermai un attimo preoccupata dalla sua
presenza, poi scossi la testa, non m'importava.
Mio
padre non avrebbe potuto fermarmi.
Videro
entrare noi ragazze e ci sorrisero cordiali.
“Ciao
ragazze, tutto bene?” ci chiese Esme sorridente.
Non
facemmo neanche in tempo a rispondere che vedemmo il panico affiorare
sul volto di Carlisle.
Probabilmente
aveva visto le tracce di lacrime sul mio viso o era abituato a
preoccuparsi perché subito ci chiese
“Dov'è Edward?”
Mi
domandai il perché avesse chiesto subito del mio Edward e
non
degli altri figli . Non poteva esserci che una risposta.
Era
in qualche modo abituato a preoccuparsi per lui.
“Jasper
ed Emmett, lo stanno cercando” disse tristemente Rosalie
Vidi
lo sguardo di preoccupazione passare tra Carlisle ed Esme.
“Non
credo sia andato lontano... questa volta. Non è successo
nulla di
terribile ” continuò lei con l'intento di
tranquillizzarli
“Bella lo ha solo... baciato” disse scuotendo la
testa
intristita.
Vidi
subito il volto di Esme illuminarsi di gioia mentre Carlisle
prendeva fiato: “E' scappato?” mi chiese addolorato
scuotendo la
testa.
Mio
padre invece granò gli occhi dalla sorpresa e poi
tirò un sospiro
di sollievo.
Io
annui. “Perché lo ha fatto?” gli chiesi
a mia volta . Volevo
delle risposte.
Stavolta
non gli avrei permesso di essere evasivi.
Loro
si guardarono un attimo. Poi Carlisle guardò Charlie che si
limitò
ad annuire preoccupato.
“Mi
ha detto delle cose senza senso... io non capisco” gli
confessai.
Carlisle
sospirò.
“Sappiamo
che gli vuoi bene, ci siamo accorti di quello che provi per lui, e
credo sia arrivato il momento di raccontarti tutto, ma a volte
neanche noi capiamo. Sappiamo qualcosa, altro lo abbiamo intuito, ma la
verità è nascosta e seppellita nel suo cuore. Una
verità
talmente scomoda che lui stesso si rifiuta di accettarla e preferisce
nasconderla dentro di se. Una verità che lo sta distruggendo
ogni
giorno di più come ti sarai certamente accorta.
Ma possiamo dirti quello che sappiamo per permetterti di capirlo meglio. Forse tu riuscirai dove noi abbiamo fallito, forse riuscirai a trovare la chiave per entrare nella sua anima tormentata e costringerlo a tirar fuori il suo segreto” mi disse prendendo Esme per mano e andandosi a sedere.
Ma possiamo dirti quello che sappiamo per permetterti di capirlo meglio. Forse tu riuscirai dove noi abbiamo fallito, forse riuscirai a trovare la chiave per entrare nella sua anima tormentata e costringerlo a tirar fuori il suo segreto” mi disse prendendo Esme per mano e andandosi a sedere.
“Venite
ragazze” ci disse Esme “Racconteremo a Bella la sua
storia, la
nostra storia” mi sorrise mentre ci sedevamo di fronte a loro
“E
voi le chiarirete quelle piccole cose che noi come genitori non
dovremmo sapere” concluse sorridendo alle sue figlie che
divennero
rosse come pomodori.
“E
ascolta anche tu Charlie, perché nel bene o nel male ne sei
parte
integrante. Ed è giusto che tua figlia sappia, se vuole
legarsi a
lui deve sapere quello che sappiamo noi, solo così
potrà capire e
decidere se vuole e può amarlo...
Vedi
Bella il nostro racconto inizia dieci anni fa quando io e
Carlisle...” e la sua voce dolce si perse nei
ricordi mentre i suoi
occhi si posarono sul grande Albero di Natale pieno di bellissime e
pregiatissime palline colorate.
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