martedì 12 febbraio 2013

Capitolo 24 Lacrime

Esme

Stavo allargando i pantaloni ad Edward. Da quando erano con noi nel giro di dieci giorni erano cresciuti tantissimo.

Quando Carlisle aprì la porta precipitai nell'incubo maggiore della mia vita.
Malgrado Carlisle cercasse di fermarla con le preghiere, con le minacce, con le suppliche quel diavolo dalle sembianze femminili mi strappò i miei bambini.
Non avevo la forza di parlare, di reagire. Vedevo Carlisle cercare di lottare ma io non ce la facevo. Ero immobilizzata dall'orrore che stavo vivendo.
I loro occhi colmi di lacrime mi ipnotizzarono rendendomi immobile, incapace di fare o dire qualsiasi cosa, conscia che nulla avrebbe fermato quella donna.
Strinsi forte e me Emmett terrorizzata che mi portassero via anche lui, spaventata da quello che lui avrebbe provato nel vedere quella scena surreale.
Li seguii sulla porta di casa come un automa, come se mi avessero strappato il cuore e quando sentii la voce di Edward per la prima volta, quando lo sentii chiamarmi mamma seppi che il mio cuore era morto in quell'istante.
Le sue braccia calde mi avvolgevano, mi stringevano, mi pregavano di tenerlo li al sicuro nel mio grembo mentre una forza estranea mi stava trascinando via il mio bambino.
Esme lascialo andare” la voce di Carlisle risuonò lontana, quasi un sussurro alla mia mente smarrita nel dolore.
Aprii le braccia, lasciai che quella strega lo portasse via da me, e sarei caduta se non avessi avuto Emmett attaccato alla mia vita.
Dovevo reagire, dovevo mostrarmi forte per lui, per Carlisle e soprattutto per i gemelli.
Dovevano sapere che ci saremmo battuti per loro che non li avremmo mai abbandonati, mai dimenticati ...
E quando Edward consegnò Tigro ad Emmett mi senti straziare come se mi avessero piantato un coltello nel petto e continuassero a rigiralo dentro aprendo e squartando il mio cuore.
Tigro!
Quel peluche aveva un nome. Era il suo compagno, il suo amico inseparabile eppure lo aveva affidato ad Emmett.
Il mio Emmett... il suo Emmett.
E mente la macchina partiva l'ultima cosa che vidi furono i suoi occhi.
Verdi, brillanti dalle lacrime ma sicuri e certi che noi li avremmo salvati.
Mi sentivo morire, volevo morire eppure mi feci forza e lasciai che Carlisle mi abbracciasse forte.
Ritorneranno. Li farò tornare” sibilò il mio amore e nella sua voce c'era una determinazione e una durezza che non avevo mai sentito.
No... non ci saremmo mai arresi... ma quanto ci sarebbe voluto???
E con l'anima a pezzi, le lacrime che non si volevano fermare rientrammo in casa e seduta sul divano mi strinsi forte a me Emmett per cercare di calmarlo, di portargli quella pace che io non avevo.
Tigro era bagnato zuppo delle lacrime di Edward, di Emmett e delle mie mentre gli posavo un bacio fra le grandi orecchie.
Non temere Tigro il tuo Edward tornerà da te”.


Carlisle non aveva perso un attimo e con la voce ancora tremante chiamò il suo amico Mails, il nostro avvocato.
Domani vado da lui. Ho appuntamento alle nove. Li riavremo Esme, con i mezzi leciti o illeciti se sarà necessario” mi disse sedendosi e abbracciandoci forte.
E mentre mi calmavo fra le braccia delle persone amate il mio pensiero andava a loro.
Chi li avrebbe consolati???
Non certo quella megera. E le lacrime ripresero ad uscire incontrollate e incontrollabili.

Nessun commento:

Posta un commento