martedì 12 febbraio 2013

Capitolo 36 Problemi da genitori

Carlisle


Tutto bene?” le sussurrai preoccupato quando vidi la sua faccia.
Lei annui e mi indico i ragazzi con la testa.
Loro seduti al tavolo stavano facendo i compiti bisticciandosi i biscotti che Esme aveva cucinato per loro.
Sorrisi nel vedere quella scena.
Emmett era un golosone ma neanche i gemelli si tiravano indietro.
Ne parliamo stasera” le dissi avvicinandomi e rubando l'ultimo biscotto dal tavolo.
Papà!” brontolò Alice dandomi un colpetto sulla mano.
Eh, Eh.” ridacchiai mettendomi il biscotto in bocca.  Vado a cambiarmi” annunciai mentre mi dirigevo in camera.
Chissà che cosa era successo per preoccuparla tanto?


Il pomeriggio e la serata passarono tranquille a parte il fatto che dovetti aiutare Emmett a studiare scienze e far ripetere geografia ad Alice.
Edward invece si stava copiando un tema che Esme gli aveva corretto nel pomeriggio.
Quando furono a letto, con Esme scendemmo in cucina a parlare lontano da orecchie indiscrete.
Che succede?” le chiesi curioso.
Oggi avevo i colloqui con le mastre dei gemelli e i professori di Emmett” mi spiegò.
Annui, lo sapevo me l'aveva detto la sera prima.
E allora? Hanno brutti voti?” le chiesi stupito. Da quello che sapevo prendevano dei bei voti e studiavano abbastanza volentieri.
Non è il rendimento... è il resto che non va” mi disse scuotendo la testa.
Per tutti e tre mi hanno detto che hanno i voti fra i più alti della classe e che sono intelligentissimi. Soprattutto la maestra di Edward è convinta che sia un mezzo genio” disse sorridendo amara.
Bene. E' una bella cosa.” risposi stupito “Ma allora...” non finii la frase aspettando che mi spiegasse.
Lei sospirò e finalmente arrivò al sodo.
E' il comportamento che non va.” disse scuotendo la testa.
I professori hanno trovato Emmett due volte nel bagno della scuola a baciarsi due ragazze differenti... a distanza di una settimana.” sputò fuori tra il disgustato e l'arrabbiato.
Insomma sembra che tutte le ragazze gli girino intorno e che lui si diverta con tutte” continuò preoccupata.
Sgranai gli occhi. Certo era molto carino, affettuoso e simpatico ma non ce lo vedevo in versione Don Giovanni. Era ancora piccolo ai miei occhi .
Ma evidentemente mi sbagliavo.
Speriamo che abbia solo baciato” dissi preoccupato.
Lo spero anch'io ma credo che dovresti parlargli. Non è un bel comportamento” mi disse accalorata.
Certamente” le risposi ridacchiando.
Il mio piccolo Emmett, stava diventando uomo.
Carlisle” mi richiamò lei. “Non è bello quello che fa.” puntualizzo , probabilmente punta sul vivo dal mio risolino.
Hai ragione cara. Domani sera gli parlerò” la rassicurai.
Ma non è tutto” continuò seria e immusonita.
Sospirai “Che altro ha combinato?” gli chiesi
Lui basta. Mi sembra già fin troppo” mi rispose indignata.
Sorrisi facendole una carezza sulla guancia. “Dimmi...” la invitai a continuare.
Ecco si tratta di Alice.” sputò fuori sbuffando.
Non mi dire che anche lei...” chiesi preoccupato seriamente, era una femmina e poi aveva due anni di meno.
No. Certo che no. Ci mancherebbe altro!” mi rispose indignata  “E poi Edward non glielo permetterebbe mai” continuò ridacchiando.
Aveva ragione naturalmente, il gemello stava molto attento a chi frequentasse la sorella. “Chiacchiera in classe e disturba le lezioni. Suggerisce ai compagni, non sta ferma e zitta un attimo. Insomma ha un comportamento indecente in classe.” concluse arrabbiata.
E' il suo carattere” abbozzai in sua difesa.
Glielo spiegato anch'io ma mi hanno detto che deve imparare a contenersi” mi rispose avvilita.
Basterà spiegarglielo. Vedrai” cercai di consolarla, ma entrambi sapevamo che contenere Alice era quasi impossibile.
Presi un bicchiere d'acqua pensando che il discorso fosse finito quando mi disse “E poi c'è Edward”.
Mi girai stupito “Non ci credo che disturba. E' silenzioso da morire quel ragazzo” scattai.
Infatti. Mi hanno detto che è troppo silenzioso, che non lega con i compagni. Non permette a nessuno di avvicinarlo ne ai maschi ne alle femmine. Sta sempre per i fatti suoi. E anche quando nell'intervallo va in classe da Alice si mette in un angolo e non parla con nessuno, neanche con lei che è sempre circondata dai compagni”
Esme mi guardava preoccupata. Sapevamo entrambi che Edward era chiuso e silenzioso e sapevamo anche il perché.
Hai spiegato alla maestra cosa è successo a quel ragazzo?” le chiesi.
La vidi annuire “Se ti ricordi glielo avevamo spiegato quando li abbiamo iscritti, ma dicono che non conta, che deve imparare a socializzare” mi rispose.
Parleremo anche con lui. Vuoi che lo faccia io?” le chiesi.
La vidi annuire sollevata . “E' un maschietto ed è compito tuo.” disse sorridendomi.
Va bene. Ma tu allora cerchi di contenere Alice” risposi ridacchiando e abbracciandomela.
Mi dai il compito più difficile” mi rispose baciandomi dolcemente.
Non lo so. Certo che Emmett non lo posso sgridare più di tanto...” risposi mordicchiandole un orecchio.
Carlisle??!!!” aveva il tono arrabbiato ma sapevo anche che mi stava provocando deliberatamente.
Tale padre... tale figlio” le dissi prendendola in braccio “Andiamo a letto?” dissi baciandola teneramente.
Si  mi rispose e dopo non parlammo più molto.
Avevamo bisogno di stare assieme, di sentirci coppia. Era sempre più difficile trovare qualche momento d'intimità.
Gli impegni di lavoro, la presenza dei ragazzi, le sveglie notturne dietro agli incubi di Edward rendevano tutto complicato e difficile.
Avevamo bisogno di stare assieme e quelle ore notturne strappate al riposo ci davano la forza di continuare a combattere, di andare avanti affiatati, rigenerandoci se non nel fisico nel cuore messo spesso a dura prova.
Ci avevano avvertiti all'orfanotrofio che adottare due gemelli sarebbe stato faticoso e difficile, ma non immaginavamo quanto, eppure non sarei mai tornato sui miei passi, mai mi sarei pentito della mia scelta anche se... era dura.
Sotto tutti i punti di vista, ma avevo lei pensai poggiando le mie labbra sul suo seno. Avevo la mia Esme e il suo amore e questo mi avrebbe dato la forza di combattere per la famiglia e per i miei figli.
E non sarebbe stata certo la scuola con i suoi problemi a rovinarmi l'esistenza, ne tanto meno l'umore.
E dolcemente baciandola sulle labbra, entrai dentro di lei. Il posto più bello in cui avrei potuto stare.

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