Esme
Non
riuscivo a capire che cosa era successo. Un pomeriggio di punto in
bianco ritornarono a casa tutti silenziosi e da quel momento successe
il finimondo.
Dovemmo
mettere Edward a dormire nella camera da solo al posto di Emmett
perché di notte si svegliava urlando e smaniando con vere e
proprie
crisi di panico non lasciando riposare Jasper, che s'infuriava con
lui per quelle scenate notturne urlandogli di finirla e peggiorando
così la situazione.
Ma
cosa avesse scatenato quella reazione così violenta in
Edward non fu
mai chiaro.
Urlava
di lasciarlo stare, di non fargli del male ma anche di non toccarlo.
E quando lo svegliavamo scoppiava a piangere fra le braccia mie o di
Carlisle senza dare una motivazione fino a quando non si
riaddormentava esausto.
Ma
la cosa preoccupante era che qualcosa aveva deteriorato i rapporti
anche fra gli altri ragazzi.
Non
facevano altro che litigare fra di loro. Sembravano tutti impazziti.
Non andava mai bene nulla a nessuno e le rispostacce erano all'ordine
del giorno per non parlare delle battute pesanti che si scambiavano
davanti ai nostri occhi increduli.
Così
stufi di quella situazione quella sera li convocammo nello studio.
Carlisle
seduto alla scrivania con me vicino e loro cinque in piedi davanti.
Eravamo
al limite della sopportazione e la situazione andava bloccata prima
che degenerasse e ci scappasse di mano.
“Allora
adesso ci dovete spiegare che cosa sta succedendo fra di voi”
gli
disse il mio amore con un tono della voce duro che non ammetteva
repliche.
Ma
solo un silenzio imbarazzante seguì le sue parole.
“Emmett.
Che sta succedendo?” gli chiese allora direttamente.
Sapevamo
che Emmett era incapace di mentire e il più ingenuo fra di
loro.
“Non
lo so” farfugliò a testa bassa senza avere il
coraggio di
guardare noi o i suoi fratelli che lo fissavano attenti alle sue
parole.
Sospirammo
insieme. Era fin troppo palese che nessuno avrebbe parlato.
“Facciamo
così.” riprese allora la parola Carlisle
“Non vogliamo sapere
quello che è successo fra di voi o il motivo che vi ha
spinto a
comportarvi così. Ma adesso ci mettete tutti una pietra
sopra e fate
finta di niente e la finite una volta per tutte. Chiaro?! Il vostro
comportamento deve cambiare e anche alla svelta. Non intendiamo
più
tollerare situazioni simili” e il tono di voce di mio marito
non
ammetteva repliche.
I
suoi occhi si posarono su di loro uno per volta e tutti abbassarono
la testa facendo un cenno affermativo.
Speravo
che questo bastasse, ma non fu così.
I
litigi continuarono, meno evidenti e più striscianti, fatti
di
battutine e frecciatine che vedevano le coppie di fratelli
contrapposti con Emmett preso in mezzo che appoggiava a volte uno a
volte l'altro.
E
a nulla serviva sgridarli e punirli. Anzi il nostro intervento
sembrava perfino peggiorare la situazione.
Alice
La
vita si era fatta pesante e i rapporti sempre più tesi e
dolorosi.
Vedere
Jasper fare il galletto con qualsiasi ragazza respirante mi mandava
fuori di testa e sapevo anche che Edward era offeso da morire con
lui.
Anche
perché i nostri cugini ci trattavano da bambini stupidi e
soprattutto Edward era bersaglio di prese in giro a volte
pesantissime che facevano male a lui e a me di riflesso. Dire che
Jasper e lui si detestavano era veramente limitativo.
I
nostri genitori ci avevano chiesto di far finta di niente, ma era
difficile dal momento che nessuno di noi sembrava intenzionato a
seppellire l'ascia di guerra. A complicare le cose tra di noi
c'erano anche i litigi tra Rosalie che proteggeva Jasper sempre e
comunque, ed Emmett che litigava con lei per proteggere quelli che
considerava i suoi fratellini. Ma che esasperato, da quella
situazione assurda e dal nostro legame, perdeva la pazienza spesso
anche con noi.
Ogni
occasione era giusta e gradita per farci i dispetti più
assurdi. E
adesso non ne potevo più. Iniziavo ad odiare le litigate e
soprattutto odiavo vedere Edward stare male di notte. Non era
difficile capire che il nostro comportamento lo feriva profondamente.
Lui era molto più sensibile di tutti noi, molto
più fragile ed
esposto alle cattiverie gratuite che a volte ci scambiavamo ad occhi
chiusi.
E
poi c'erano i nostri genitori.
Ci
avevano accolto tutti e cinque con grande amore e adesso noi li
stavamo ripagando facendoli impazzire dietro ai nostri bisticci.
Dovevamo smetterla e non c'era che un modo per mettere fine a questa
situazione assurda.
Io
avevo iniziato tutto ed io dovevo trovare il modo di concludere il
tutto.
Così
quel pomeriggio mi feci coraggio ed andai a cercare Jasper. Era il
momento di affrontarlo e parlarci in maniera seria e se necessario
ingoiare il mio orgoglio e chiedergli perdono.
Era
da solo seduto sulle scale che leggeva un libro. Sembrava assorto e
probabilmente non mi aveva visto avvicinarmi.
“Posso
parlarti?” gli chiesi gentilmente e titubante
sedendomi a fianco a lui, pregando che non mi
mandasse via o che non mi rispondesse con la solita acidità
che usava regolarmente nei miei confronti.
Lo
vidi alzare la testa e sorridermi stupito. Probabilmente non si
aspettava che gli volessi parlare e il mio tono gentile doveva averlo
sorpreso. “Basta che non mi vuoi fare la predica come al
solito.” mi rispose mettendosi sulla difensiva ma guardandomi
con quegli occhi grigi che mi mandavano fuori di testa e un sorriso
divertito sulle labbra.
“Mi
spiace Jasper. Devo chiederti scusa. Io mi sono comportata da
stupida. Ho agito male nei tuoi confronti. Lo so che non dovrei
controllarti e che sei libero di frequentare chi vuoi...”
cercai di
spiegare diventando rossa dall'imbarazzo.
Lo
vidi alzare un sopracciglio stupito e poi ridacchiare appena
“Alice
mi stai dicendo che sei gelosa?” mi chiese incredulo.
Mi
morsi le labbra e annui abbassando gli occhi per la vergogna mentre
ero certa che le guance adesso stessero proprio prendendo fuoco.
Come diavolo aveva fatto a capirlo era un mistero. Ero sempre stata
attenta a non dimostrarlo, anzi ultimamente stavo proprio sulle mie
evitandolo e tenendolo a distanza.
Lui
allungò la mano, e mi tirò su il viso poi mi
guardò negli occhi
come a cercare di leggere il mio animo.
“Tu
sei gelosa sul serio!” affermò sicuro e stupito
nel contempo da
quello che doveva essergli apparsa una rivelazione inaspettata.
“Si...
cioè no!” risposi maledicendomi per la mia
stupidaggine. Non
volevo lo scoprisse, lui non doveva sapere quanto soffrissi dietro ai
suoi comportamenti libertini, io volevo solo facesse la pace con
Edward e con... me.
Non
mi disse nulla guardandomi negli occhi per lunghi istanti assorto.
Mi stavo già aspettando che scoppiasse a ridermi in faccia
da un
momento all'altro quando all'improvviso si sporse e appoggiò
le
sue labbra calde sulle mie, in un lento, dolce e casto bacio.
“Jasper!”
gli gridai sconvolta da quel gesto che avevo sognato per notti
intere ma che non mi aspettavo assolutamente mentre balzavo in piedi
come una molla e scappavo da lui terrorizzata dall'accaduto.
Rosalie
Un
pomeriggio all'improvviso Jasper venne a parlare con me. Eravamo
molto legati e dai suoi occhi tormentati capii che aveva bisogno di
aiuto.
Io
stavo parlando con Emmett ed avevamo appena deciso di rimetterci
assieme.
“Jasper,
hai ferito Edward e ti sei dimostrato un vero farfallone” gli
disse
Emmett sghignazzando e scuotendo la testa quando sconcertato e
titubante ci confidò del bacio scambiato con Alice poco
prima e dell'interesse che pensava lei avesse per lui.
Era
turbato il mio fratellino, turbato e... innamorato. Constatai con un
sorriso radioso mentre con riluttanza lo costringemmo ad ammettere che
gli sarebbe piaciuto provare a corteggiare Alice.
“Se
vuoi provare a conquistare Alice devi prima di tutto filare dritto
con le altre ragazze, piantandola di corteggiarti tutte le
più
carine e poi sopratutto fare la pace con il gemello. Quei due sono
legati a doppio filo. Puoi scordarti di lei finché Edward
non ti
perdona.” gli spiegò il mio orso che ormai li
conosceva
perfettamente.
“Lo
so. Me ne sono accorto. Sembrano vivere in simbiosi a volte. Sono
così attaccati... Ma Edward è un osso duro. E' da
quel giorno che
non mi parla e mi tratta con freddezza. E poi non credo sia normale del
tutto. ” lo vidi scuotere la testa esasperato.
“Jasper.
Ti assicuro che Edward è un bravissimo ragazzo e non
è pazzo
malgrado abbia qualche problema. Devi solo riuscire ad entrare dentro
la corazza che si è costruito e farti accettare da lui.
Guarda
Charlie! Sono sei anni che lo conosce ed Edward continua ad evitarlo
come la peste” gli rispose Emmett ridacchiando.
“La
vedo dura” rispose mio fratello “Non so proprio
come fare”
finii sconsolato.
“Tu
cerca di trattarlo bene, di essere gentile con lui e smettila di
prenderlo in giro e dargli del pazzo o del demente. Il premio
è
Alice, non dimenticarlo” scherzò Emmett.
“Io il mio premio l'ho
già vinto” disse voltandosi e baciandomi con una
dolcezza
sorprendente per un ragazzo così forte e grosso.
“E
noi ti aiuteremo. Vero Emmett?” affermai sicura che ce
l'avremmo
fatta mentre abbassavo gli occhi per accarezzare il braccialetto di
corda che mi aveva regalato in pegno d'amore. Ero sicura che Jasper
non si sarebbe opposto, mi proteggeva ma mi aveva sempre lasciato la
mia libertà e poi adesso avrebbe avuto bisogno del nostro
aiuto se
voleva conquistare Alice.
Da
adesso in avanti sarebbe iniziata l'operazione conquista i
gemelli
Alice
Non
mi ero aspettata quel bacio da parte di Jasper ne tanto meno la sua
comprensione, ma da quel giorno le cose iniziarono a cambiare in
meglio mentre i litigi fra di noi si attutivano per la gioia dei miei
genitori.
Con
Jasper non ne parlammo più di quel bacio, facemmo entrambi
finta di
niente anche se spesso sentivo i suoi occhi posarsi sorridenti su di
me ed io lo sognavo tutte le notti.
E
con mio grande stupore il suo comportamento cambiò anche a
scuola mentre iniziava a trattare con distacco e
fastidio tutte le galline che gli scorrazzavano regolarmente
intorno.
Sembrava
un altro ragazzo. Serio e attento stava sulle sue riservando sorrisi
e gentilezze solo a me, cercando nel contempo di evitare scontri con i
miei fratelli e con Edward in particolare.
Sembrava
cambiato... trasformato.
Ma avevo paura, non
mi fidavo completamente di lui.
Avevo
conosciuto un Jasper freddo e crudele che aveva fatto male ad Edward
con le parole, e non potevo aprirgli il mio cuore... non fino a che
Jasper mi avesse dimostrato di essere cambiato veramente.
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