martedì 12 febbraio 2013

Capitolo 58 La figlia di Charlie

Esme

Passammo dieci giorni terribili.
Edward sembrava non riuscire a dimenticare ciò che era successo a Steven e oltre ad avere gli incubi tutte le notti si era chiuso a riccio stando attaccato a noi come non mai. Anche se non ne parlava era terrorizzato e i telegiornali non facevano altro che rigirare il coltello nella piaga.
Cercavamo di evitarli e giravamo canale ogni qualvolta c'imbattevamo nella notizia per non turbarlo ulteriormente ma malgrado le nostre attenzioni, il caso aveva fatto un clamore tale che le interviste e gli approfondimenti erano all'ordine del giorno.
I giornalisti avevano perfino dato un nome all'ipotetico assassino e tutti ormai lo chiamavano il Mostro di Natale visto che aveva colpito pochi giorni prima del Capodanno.

Così le giornate si protrassero lente e pigre, cariche di paure ed ansie, finché finalmente arrivò la figlia di Charlie.
Con le ragazze gli avevamo messo in ordine la casa e aiutato a preparare la stanza per Isabella.
Eravamo tutti impazienti di conoscerla, Charlie era diventato parte integrante della famiglia ed escludendo Edward, ormai era lo Zio dei miei figli.
Così quella sera stessa li invitammo a cena entrambi. Eravamo tutti elettrizzati e ansiosi di conoscerla.
Tutti meno il mio piccino che per tutta la giornata se ne stette chiuso in camera come un pipistrello.
Ma ci eravamo ormai rassegnati al suo modo di fare e lo lasciammo in pace.

Quando la porta suonò Alice corse ad aprire e vedemmo Charlie entrare tutto sorridente.
Dietro di lui una bellissima ragazza dai capelli castani e gli occhi cioccolata entrò timidamente.
Ciao finalmente siamo arrivati” disse Charlie tutto felice.
Alice non gli rivolse nemmeno la parola e si fiondò sulla ragazza. “Ciao benvenuta. Io sono Alice” si presentò abbracciandola.
Che buon profumo che hai messo. Poi mi dici che marca è. Sono felice di conoscerti abbiamo la stessa età e credo che diventeremo compagne di classe” si affrettò a spiegarle.
Intervenni subito prima che quella ragazza dall'apparenza timida si voltasse e scappasse a gambe levate.
Alice lasciala respirare. Ciao io sono Esme. La mamma di questa banda di matti” mi presentai abbracciandola. “e' un piacere conoscerti Isabella”
Lei ricambiò il mio abbraccio intimidita poi sorridendomi disse “Bella. Tutti mi chiamano così. Isabella è troppo lungo” mi disse tenendo gli occhi in basso.
Piacere di conoscerti allora Bella” intervenne Emmett
Grazie” rispose sorridendo al mio figliolo.
Ma come sei pallida non dovresti essere abbronzata venendo da Phoenix?? Qui a furia di pioggia sembriamo tutti cadaveri” disse Rosalie avvicinandosi e scrutandola sospettosa.
Probabilmente si stava chiedendo se Bella fosse più carina di lei.
Forse è per questo che sono qui. Li mi hanno cacciato via” rispose lei senza abbassare gli occhi da Rosalie.
Ottima battuta Bella. Io sono Jasper.” si presentò sorridendo.
E questo è Carlisle. Il papà della famiglia, nonché amico e compagno di pesca” lo presentò Charlie .
Piacere Bella. Spero che ti troverai bene qua” rispose lui sorridendole.
Ti piace la cucina italiana? Mi sono fatta dare la ricetta dalla mia amica e vicina Luisa per festeggiare degnamente il tuo arrivo” intervenni.
Speravo fosse venuto tutto buono. Mi piaceva cucinare e così avevo trovato la scusa per fare qualcosa di veramente particolare e nuovissimo. Cannelloni al forno.
Si grazie.” balbettò lei poi fece un paio di passi avanti sorridendoci chiaramente intimidita ma s'inciampò nel tappeto.
La prese al volo Carlisle “Attenta” le disse sorridendole.
Ehi Bellina. Non ci sporcare il tappeto di sangue. Qualcuno potrebbe reagire male” sghignazzò Emmett facendola arrossire dall'imbarazzo.
Emmett stai zitto.” gli ordinò Rosalie.
Lo avrei strozzato. Doveva proprio iniziare a stuzzicare così suo fratello? Poi mi resi conto che lui non c'era.
Edward. Vieni sono arrivati Charlie e Bella” lo chiamò Carlisle leggermente irritato.
Lui comparì in cima alle scale fermandosi ad osservare la nuova venuta poi lentamente scese e si unì a noi senza degnarsi di salutare.
Lui è Edwrad. Il mio gemello” lo presentò subito Alice facendogli un occhiataccia.
Ciao” le disse semplicemente rimanendo lontano.
Lei rimase un attimo in silenzio. Poverina probabilmente era disorientata poi gli sorrise timida “Ciao” rispose.
Che ne dite di sederci a tavola. E' tutto pronto vero amore?” spezzò il silenzio il mio Carlisle.
Certamente” risposi andando a prendere i cannelloni aiutata da Rosalie mentre gli altri si sedevano a tavola.
Povera Bella, passo tutto il tempo a rispondere alle domande di Alice e alle battute di Emmett.
Ma nel complesso andò tutto bene.
Mentre vedevo Charlie ridacchiare felice e sereno con Carlisle.


Bella

Ero appena arrivata e Charlie volle che andassimo a mangiare dai suoi amici.
Durante tutto il tragitto mi spiegò che Carlisle era un conte inglese oltre ad essere primario di chirurgia nel piccolo ospedale, e che avevano adottato cinque magnifici ragazzi.
Ero un po' preoccupata e quando entrai in casa rimasi intimidita e imbarazzata dall'accoglienza così affettuosa che mi rivolsero.
Forse era il fatto che erano abituati a non guardare i vincoli di sangue o che volevano veramente bene a Charlie ma mi fecero un accoglienza favolosa.
Alice chiacchierò tutto il tempo raccontandomi e facendomi milioni di domande. Anche Emmett era simpaticissimo. Non faceva altro che far battute. Jasper e Rosalie erano un po' più timidi all'inizio ma durante la cena si lasciarono andare anche loro.
C'era solo una persona che mi metteva a disagio: Edward.
Era stato l'ultimo ad arrivare e quando era sceso dalle scale lo avevo fissato negli occhi.
Occhi verdi, profondissimi e... spaventati.
Non riuscivo a levare il mio sguardo dal suo. Alice mi spiegò che era il suo gemello e me lo presentò ma tutto quello che mi disse in tutta la serata fu solo: “Ciao”
Gli altri parlavano, scherzavano, ma lui seduto ben lontano da me e da Charlie, restò in silenzio tutta la sera.
Eppure ogni tanto sentivo i suoi occhi scrutarmi ma come facevo per cercarli lui li abbassava veloce.
Doveva essere timido da morire pensai. O forse tutta l'allegria se l'era rubata Alice.

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