Carlisle
Dopo
poco raggiunsi Charlie fuori.
“Mi
spiace Carlisle” mi disse mortificato “era mio
dovere provarci”
Annui
“Finalmente si è calmato e si è
riaddormentato. Quando si
sveglierà lo riporterò a casa” risposi
con un sorriso per
rassicurarlo che avevo capito, poi continuai “C'è
un modo per
ringraziare chi l'ha trovato e ha fatto tanto per lui?”
chiesi a
Charlie.
Mi
sentivo in debito verso i Quielute che non solo lo avevano trovato ma
lo avevano anche ospitato in casa.
Sapevo
che loro non venivano mai in città, nemmeno nell'ospedale,
avevo
pensato di offrirgli del denaro ma avevo paura di offenderli... era
un popolo chiuso ma orgoglioso.
“C'è
un modo dottore” sentii una voce burbera e mi girai di
scatto.
Un
uomo seduto sulla sedia a rotelle mi guardava sorridendo.
Charlie
si affrettò a presentarci.
“Può
visitare due anziani?? Non stanno molto bene ultimamente e non
vogliono venire in città” mi chiese poi lui
gentile.
“Certamente.
Accompagnatemi da loro” risposi entusiasta.
Forse
avevo trovato un modo per sdebitarmi senza offendere la loro
dignità.
Lasciai
Edward che dormiva tranquillamente con Emily e Charlie e andai a
fare un giro di visite.
Avevo
avvisato Esme di stare tranquilla che l'avrei fatto riposare per
qualche ora e ne approfittai per rendermi utile.
Alla
fine erano più di dieci che vennero a farsi vedere.
“Grazie
dottore, non doveva” si scusò Billy.
Gli
sorrisi “Non lo dica nemmeno per scherzo. E se non ha nulla
in
contrario il venerdì verrò a fare un salto...
così se avete
bisogno...” mi sembrava giusto oltre che farmi piacere sul
serio
rendermi utile.
Lo
vidi sorridere e poi mi porse la mano.
Gliela
stavo stringendo quando sentii un urlo provenire dalla casa. Mi
precipitai all'interno. Edward stava piangendo e gridando.
Aveva
avuto un incubo.
Veloce
me lo abbracciai stretto cullandolo fino a che non si
riaddormentò.
Dopo
due ore lo svegliai dolcemente. Dovevamo andare a casa era ormai calata
la notte e non volevo dare ulteriore disturbo.
Riuscì
ad aprire entrambi gli occhi e mi sorrise mentre lo prendevo fra le
braccia per non farlo camminare.
“Edward”
sentii la voce di Emily chiamarlo dolcemente. Mi voltai con lui fra
le braccia.
Lei
si avvicinò tenendo il suo Sam per mano e gli porse uno
strano
oggetto.
“E'
un cattura incubi. Vedrai che ti aiuterà. ” gli
disse mettendolo
fra le sue mani.
“Grazie.
Non so neanche il tuo nome” disse dolcemente il mio bambino
“Emily.”
rispose lei poggiandogli un bacio sulla fronte.
Lui
la guardò pieno di adorazione mentre ci allontanavamo.
Lei
fu l'unica persona per molto tempo che conquistò il mio
Edward,
mentre il suo scaccia incubi gli permise di dormire le successive
notti senza svegliarsi, anche se al mattino trovavamo quel
misterioso oggetto nel suo letto fra le coperte.
Ero
infatti sicuro che gli incubi lo tormentassero e che in preda al
terrore se lo stringesse al petto cercando in lui e in Tigro il
coraggio per non urlare e nascondere la sua paura ai nostri occhi.
Forse non voleva turbarci o più semplicemente aveva paura di
dover
raccontare qualcosa.
A
casa dolcemente provammo a chiedergli ancora spiegazioni su quello
che era successo ma lui si rinchiuse nuovamente dietro ai
“Non
ricordo” e non ci fu nulla da fare malgrado io e Charlie
fossimo
convinti che lui qualcosa ricordasse.
Esme
Era
salvo e Carlisle si stava occupando di lui. Tirai un sospiro di
sollievo ed entrai nella camera di Alice.
Stava
dormendo finalmente serena.
Non
aveva chiuso occhio la notte precedente, e aveva pianto per due
giorni.
Ora
finalmente sembrava tranquilla.
Le
sorrisi e le diedi un bacio in fronte … potevo andare a
riposarmi
anch'io.
Andai
nel lettone e mi sdraiai vestita, stremata e stanca, ma non feci
nemmeno in tempo a rilassarmi che mi trovai Emmett vicino.
“Ho
paura mamma” mi disse “Perché Edward si
comporta così? Perché
è scappato da noi?...da Alice? Lui non l'avrebbe mai
abbandonata,
mai lasciata da sola... perché allora è fuggito?”
Non risposi, non
avevo la più pallida idea di quello che era successo e
del perché avesse agito in quel modo.
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