martedì 12 febbraio 2013

Capitolo 46 Lo scaccia incubi

Carlisle

Dopo poco raggiunsi Charlie fuori.
Mi spiace Carlisle” mi disse mortificato “era mio dovere provarci”
Annui “Finalmente si è calmato e si è riaddormentato. Quando si sveglierà lo riporterò a casa” risposi con un sorriso per rassicurarlo che avevo capito, poi continuai “C'è un modo per ringraziare chi l'ha trovato e ha fatto tanto per lui?” chiesi a Charlie.
Mi sentivo in debito verso i Quielute che non solo lo avevano trovato ma lo avevano anche ospitato in casa.
Sapevo che loro non venivano mai in città, nemmeno nell'ospedale, avevo pensato di offrirgli del denaro ma avevo paura di offenderli... era un popolo chiuso ma orgoglioso.
C'è un modo dottore” sentii una voce burbera e mi girai di scatto.
Un uomo seduto sulla sedia a rotelle mi guardava sorridendo.
Charlie si affrettò a presentarci.
Può visitare due anziani?? Non stanno molto bene ultimamente e non vogliono venire in città” mi chiese poi lui gentile.
Certamente. Accompagnatemi da loro” risposi entusiasta.
Forse avevo trovato un modo per sdebitarmi senza offendere la loro dignità.
Lasciai Edward che dormiva tranquillamente con Emily e Charlie e andai a fare un giro di visite.
Avevo avvisato Esme di stare tranquilla che l'avrei fatto riposare per qualche ora e ne approfittai per rendermi utile.
Alla fine erano più di dieci che vennero a farsi vedere.
Grazie dottore, non doveva” si scusò Billy.
Gli sorrisi “Non lo dica nemmeno per scherzo. E se non ha nulla in contrario il venerdì verrò a fare un salto... così se avete bisogno...” mi sembrava giusto oltre che farmi piacere sul serio rendermi utile.
Lo vidi sorridere e poi mi porse la mano.
Gliela stavo stringendo quando sentii un urlo provenire dalla casa. Mi precipitai all'interno. Edward stava piangendo e gridando.
Aveva avuto un incubo.
Veloce me lo abbracciai stretto cullandolo fino a che non si riaddormentò.


Dopo due ore lo svegliai dolcemente. Dovevamo andare a casa era ormai calata la notte  e non volevo dare ulteriore disturbo.
Riuscì ad aprire entrambi gli occhi e mi sorrise mentre lo prendevo fra le braccia per non farlo camminare.
Edward” sentii la voce di Emily chiamarlo dolcemente. Mi voltai con lui fra le braccia.
Lei si avvicinò tenendo il suo Sam per mano e gli porse uno strano oggetto.
E' un cattura incubi. Vedrai che ti aiuterà. ” gli disse mettendolo fra le sue mani.
Grazie. Non so neanche il tuo nome” disse dolcemente il mio bambino
Emily.” rispose lei poggiandogli un bacio sulla fronte.
Lui la guardò pieno di adorazione mentre ci allontanavamo.

Lei fu l'unica persona per molto tempo che conquistò il mio Edward, mentre il suo scaccia incubi gli permise di dormire le successive notti senza svegliarsi, anche se al mattino trovavamo quel misterioso oggetto nel suo letto fra le coperte.
Ero infatti sicuro che gli incubi lo tormentassero e che in preda al terrore se lo stringesse al petto cercando in lui e in Tigro il coraggio per non urlare e nascondere la sua paura ai nostri occhi. Forse non voleva turbarci o più semplicemente aveva paura di dover raccontare qualcosa.
A casa dolcemente provammo a chiedergli ancora spiegazioni su quello che era successo ma lui si rinchiuse nuovamente dietro ai “Non ricordo” e non ci fu nulla da fare malgrado io e Charlie fossimo convinti che lui qualcosa ricordasse.


Esme

Era salvo e Carlisle si stava occupando di lui. Tirai un sospiro di sollievo ed entrai nella camera di Alice.
Stava dormendo finalmente serena.
Non aveva chiuso occhio la notte precedente, e aveva pianto per due giorni.
Ora finalmente sembrava tranquilla.
Le sorrisi e le diedi un bacio in fronte … potevo andare a riposarmi anch'io.
Andai nel lettone e mi sdraiai vestita, stremata e stanca, ma non feci nemmeno in tempo a rilassarmi che mi trovai Emmett vicino.
Ho paura mamma” mi disse “Perché Edward si comporta così? Perché è scappato da noi?...da Alice? Lui non l'avrebbe mai abbandonata, mai lasciata da sola... perché allora è fuggito?”
Non risposi, non avevo la più pallida idea di quello che era successo e del perché avesse agito in quel modo.

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