Esme
Quella
sera stessa ne parlai con Carlisle raccontandogli l'accaduto.
Ovviamente anche lui rimase scioccato dal colloquio avuto con
l'insegnante e mi assicurò che avrebbe parlato un po' con
Emmett.
Insomma un discorso da uomo a uomo.
Stavamo
ancora ridacchiando all'idea di cosa combinasse a scuola il nostro
ometto quando gli riferì la seconda parte del dialogo avuto
con la
maestra.
“In
effetti è un idea” commentò sorridente.
“Se avesse una
sorellina sarebbe costretto a diventare più
responsabile”
continuò guardandomi con gli occhi dolci.
Scossi
la testa e sospirai “Meglio un altro maschietto. Avrebbero
più
cose in comune.” dissi girandomi a guardarlo. Stava giocando
con
dei pupazzi dei Gormiti.
Carlisle
sorrise a sua volta poi mi alzò il mento per fissarmi negli
occhi
“Se non ricordo male volevi una femminuccia che ti facesse
compagnia per negozi” disse posandomi un bacio sulla fronte.
Aveva
ragione come al solito. Mi mancava una bambina da vestire, pettinare
e con cui andare per compere.
Emmett
era proprio maschio in questo e ogni qualvolta lo portavamo per
negozi, quando non ne potevamo fare a meno, si lagnava in
continuazione.
Fosse
stato per lui dovevamo passare le giornate al parco a giocare
a
pallone o al Luna Park che tutti i Natali si posizionava in un campo
poco lontano dalla nostra cittadina rimanendoci per tutte le feste
prima di ripartire.
“E'
vero. Ma vorrei che fosse felice lui” dissi immaginandomelo
giocare
con un fratellino.
“Sei
sempre la solita Esme. Pensi solo agli altri” mi disse
dolcemente.
Io
annui. Volevo bene ad entrambi e nulla importava più della
loro
felicità, per me.
“Vedremo
quando siamo là” mi disse chinandosi a baciarmi
sulle labbra “Per
ora domani andrò a compilare i moduli sperando di non dover
attendere altri due anni” concluse.
Non
gli risposi ero troppo intenta a baciarlo.
Non
aspettammo due anni. Passarono soltanto tre mesi, era infatti Giugno
e le scuole erano da poco finite che ci arrivò la fatidica
lettera.
Quella
sera festeggiammo e annunciammo ad Emmett la lieta notizia sperando
che non ci facesse una scenata di gelosia.
Ma
ancora una volta il mio piccolo amore ci sorprese manifestando un
entusiasmo contagioso.
In
quei pochi giorni disfacemmo la stanza adibita al mio studio e
portammo la mia roba in quello di Carlisle allestendo un altra
cameretta per accogliere il nuovo bambino.
Non
sapevamo ancora se desiderare un maschio o una femmina e con il cuore
in gola ci recammo all'appuntamento con la Dottoressa Watzon che ci
aveva convocati come la prima volta.
Ovviamente
ci fece molte feste e ci chiese notizie di Emmett. Si ricordava
ancora tutto e ci disse di essere felice della nostra scelta.
“Sono
contenta di rivedervi. Sapere di affidare un bambino a delle brave
persone è per me fonte di gioia” ci disse .
Insieme
a lei c'era solo da Responsabile dei bambini ed entrambe chiesero
scusa della mancanza della terza responsabile, quell'antipatica della
Psicologa che era in ferie. Cosa di cui io fui molto felice invece.
Chiacchierammo
affabilmente qualche minuto poi iniziammo a discutere della nuova
adozione.
“Immagino
che non lo vogliate tanto piccolo se deve fare compagnia ad
Emmett”
ci disse sorridendoci la Responsabile.
“Si.
L'ideale sarebbe che avesse sugli otto anni. Lui ne ha dieci
così ci
sarebbe la giusta distanza d'età” risposi.
Ne
avevamo parlato con Carlisle ed Emmett era entusiasta di avere un
fratellino di poco più piccolo.
“Bene
ne abbiamo quattro con i documenti già pronti per
l'affidamento. Ma ditemi che
cosa preferite maschio o femmina?” ci chiese la Direttrice.
“Maschio”
dissi sicura
“Femmina”
rispose Carlisle in contemporanea.
Mi
voltai a guardarlo stupita e notai lo stesso stupore nei suoi occhi.
Un
silenzio imbarazzante calò nella stanza mentre la Direttrice
e la
Responsabile si guardavano sghignazzando.
Chissà
quante volte avevano assistito a scene simili.
“Siete
indecisi” affermò la Direttrice sorridendoci
“Volete parlarne
tra di voi o volete vedere le fotografie magari trovate qualcuno che
apre il cuore ad entrambi?” ci propose conciliante.
Carlisle
scosse la testa “Una femminuccia andrà
più che bene” disse
convinto.
Arricciai
le labbra irritata. Emmett si aspettava un maschietto ci sarebbe
rimasto molto male. Scossi la testa. “E' meglio un maschietto
Carlisle” dissi gentilmente.
Stavolta
toccò a lui arricciare le labbra infastidito “Esme
è quello che
desideravi. E' giusto dal momento che farai dei sacrifici per
seguirlo. Hai deciso di non lavorare per stare dietro a loro. E' il
minimo che ti tocchi” mi disse dolcissimo come solo il mio
amore
poteva essere.
“E'
lo stesso. Lo sai” dissi dolcemente specchiandomi nei suoi
occhi
così dolci e caldi “Un maschietto andrà
benissimo” dissi
rivolgendomi alla Direttrice.
“Esme...”
iniziò a protestare il mio amore.
“Io
avrei un idea” ci interruppe la Direttrice.
Ci
silenziammo immediatamente guardandola di traverso “Che ne
direste
di due gemelli? Un maschio e una femmina?”.
La
guardai a bocca aperta, sarebbe stato magnifico ed ero già
pronta a
rispondere si, quando vidi la faccia spaventata della Responsabile.
“Non
puoi. Loro no” disse categorica.
Con
Carlisle ci voltammo a fissarla allibita. Perché non
voleva?? Che
problemi mai ci sarebbero potuti essere???
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