martedì 12 febbraio 2013

Capitolo 21 La gita al fiume

Carlisle

Passarono altri due giorni e ogni giorno c'era un piccolo progresso.
Adesso erano in grado di stare in stanze diverse e quindi di non controllarsi a vicenda per brevissimi periodi.
Erano piccole cose, piccoli passi avanti anche se Edward continuava a dormire vicino ad Alice, a farsi imboccare e a farsi vestire come una bambola.
Ma la cosa che ci lasciava più perplessi era che non si volesse far vedere spogliato da nessuno.
Provai a chiedere ad Alice ma lei si limitò a fare spallucce “Credo che si vergogni” mi disse evasiva.
Ma il perché dovesse vergognarsi non ce lo spiegò.
Così approfittando della bella giornata calda di fine Giugno decidemmo di andare a fare il bagno al fiume.
Come al solito partimmo tutti assieme. Alice ed Emmett erano entusiasti ma Edward invece sembrava scontento.
Quando arrivammo con Esme sistemammo gli asciugamani e ci mettemmo in costume a goderci il sole. Alice ed Emmett una volta cambiati corsero in acqua e iniziarono a giocare spruzzandosi e immergendosi nella stupenda ansa che il fiume faceva permettendoci di fare il bagno in tutta tranquillità.
Non ti metti in costume Edward?” gli chiese Esme quando lo vide sedersi in pantaloncini e maglietta sull'asciugamano stringendosi al petto la sua tigre.
Lui scosse la testa e ci diede le spalle.
Edward, dai così puoi andare a giocare con loro” provai a invogliarlo. Ma ancora una volta lo vidi scrollare la testa.
Esme si avvicinò a lui e cautamente gli mise la mano sulla spalla “Edward. Vuoi che chiami Alice a cambiarti?” gli chiese dolcemente.
Ma lui scosse ancora la testa allontanandosi da lei.
Avevamo sperato di sbloccarlo, ma evidentemente era ancora troppo presto. Stavamo correndo, mi rimproverai mentre guardavo Alice che ferma sul bordo del fiume fissava il fratello affranta da quel rifiuto.


Esme

Si era scostato ancora una volta. La testa bassa e le mani avvinghiate alla sua tigre, ma soprattutto gli occhi lucidi di lacrime silenziose che senza freno bagnavano le sue guance.
Mi sentivo un mostro.
Li avevamo portati con la speranza che si divertissero, che fossero felici e invece era doloroso vederlo soffrire così.
Maledizione anche se non voleva mettersi il costume …
E decisa lo afferrai “Andiamo a giocare Edward” gli dissi levandogli il peluche dalle mani e trascinandolo verso la riva.
Lui mi guardò spaventatissimo, il respiro corto e il cuore che batteva furioso.
Edward vieni!” gridò Emmett dal fiume prendendo l'acqua fra le mani e buttandocela addosso.
Carlisle capii quello che volevo fare e si buttò su di me trascinandomi in acqua e lasciando uno sconvolto Edward sulla riva bagnato fradicio dagli schizzi.
Adesso tocca a te!” gridò Emmett afferrando Edward e trascinandolo in acqua insieme a noi.
Lui riemerse e iniziò a guardarci come fossimo matti.
Dai vieni a giocare. Tanto sei già bagnato” gli dissi spruzzandolo ancora.
Lo vedemmo sorridere e iniziare a tirarci l'acqua.
Carlisle afferrò Alice e la buttò in mezzo a noi fra le risate dei fratelli.
Così iniziammo a giocare tutti assieme a fare capriole e lotte, schizzi e scherzi.
Dopo poco mi stancai e mi andai a sedere sulla riva raggiunta poco dopo da Carlisle, lasciando i ragazzi a giocare fra di loro.
Guardali come ridono” mi disse felice.
Già “ commentai guardandoli.
Dopo un po' li facemmo salire a riva e li avvolgemmo negli asciugamani.
Alice ed Emmett si cambiarono sotto gli occhi preoccupati di Edward che era ancora vestito gocciolante.
Gli sorrisi e gli passai biancheria, pantaloncini e maglietta asciutta.
Lui mi guardò stupito poi presa Alice si andò a nascondere dietro un albero per cambiarsi.
Carlisle si avvicinò scuotendo la testa “Vorrei tanto sapere perchè non vuole farsi vedere da noi.” mi sussurrò.
Increspai le labbra non riuscivo proprio a capirlo.
Stavamo caricando la macchina quando il cellulare di Carlisle suonò “Ciao Charlie.” lo sentii rispondere.
Va bene vengo più tardi in ufficio da te. Si è meglio” disse chiudendo la telefonata.
Era Charlie” mi spiegò “Vuole parlarmi” aggiunse indicandomi con gli occhi i gemelli che stavano giocando con Emmett a rincorrersi.
Io mi limitai ad annuire preoccupata, ma pronta nascondere l'ansia dietro a un sorriso.
Loro dovevano stare sereni e quando i miei occhi incrociarono quelli di Edward vidi che mi stava fissando assorto con un sorriso triste sulle labbra.
Chissà che cosa gli era venuto in mente pensai restituendogli il sorriso con le labbra ma non con il cuore.
Quel suo modo di fare misterioso iniziava infatti a preoccuparmi assai.

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