martedì 12 febbraio 2013

Capitolo 10 Finalmente!

Carlisle

Quando arrivammo di fronte all'istituto posteggiai la macchina e tutti e tre scendemmo.
Emmett rimase lì vicino ad aspettarci mentre con Esme andammo a suonare.
Era un pomeriggio caldo e soleggiato, cosa assai strana per la piovosa cittadina di Forks, ma sembrava un bel auspicio.
Avevamo appuntamento per le15,30 ma noi ci presentammo per le15,00.
Eravamo impazienti ed agitati.
Ad aprirci la porta venne la Responsabile che ci accolse con un gran sorriso.
Ben arrivati Signori Cullen. E' tutto pronto. Vado a prendervi i bambini” ci disse sorridente.
Aspettammo nella sala d'ingresso emozionati tendendo le orecchie nell'attesa di sentire i loro passi che si avvicinavano.
Stavamo vicini tenendoci per mano proprio come bambini quando si aprì la porta affianco a noi e ne uscì la Direttrice.
Sono contenta di vedervi. E sono immensamente felice che abbiate deciso di prenderli con voi.” ci disse sorridendoci cordiale. “Questi sono i documenti. Purtroppo sono provvisori ma fra quindici giorni potrete venire a ritirare quelli definitivi” ci disse con un sorriso amaro.
Ancora una volta un campanello d'allarme risuonò nella mia mente nell'osservare la sua espressione preoccupata, ma subito scacciai il pensiero, non volevo rovinarmi la giornata con strane elucubrazioni.
Grazie. Stanno arrivando?” chiese Esme al mio fianco impaziente mentre i documenti sparivano nella sua borsa.
La signora non fece in tempo a rispondere che vedemmo la Responsabile avanzare nel corridoio a passo spedito.
Come arrivò vicino si spostò lasciandoci vedere i due bimbi.
Come la volta precedente si tenevano per mano. Edward teneva lo sguardo basso mentre Alice ci fissava con un meraviglioso sorriso sulle labbra.
Il mio cuore si strinse nel vedere come erano vestiti.
Gli avevano messo addosso i vestiti più vecchi e rovinati che avevano. Per Alice erano troppo grandi, per Edward troppo piccoli.
Va bene risparmiare ma questo mi sembrava veramente troppo.
Con loro non avevano nulla neanche un ricambio.
Lo sapevamo, ci era successo già con Emmett, e la carta di credito era pronta nel mio portafoglio.
Ciao” li salutai senza sapere bene che cosa dirgli. Il mio istinto sarebbe stato quello di prenderne in braccio uno a caso e sentivo Esme agitarsi al mio fianco. Avrei potuto scommettere ad occhi chiusi che anche lei moriva dalla voglia di abbracciarli.
Sono felice di vedervi” disse loro chinandosi e facendo una carezza sulla testa ad entrambi contemporaneamente.
Alice ci sorrise felice e senza preavviso si lanciò fra le braccia di Esme senza rispondere.
Edward invece rimase fermo con un sorrisino abbozzato sulle labbra.
Sembrava felice ma più per la sorella che per se stesso.
Allungai un mano e la posai sulle sue spalle. Lo sentii sussultare spaventato sotto il mio tocco e scostarsi leggermente mentre mi osservava guardingo. Ovviamente feci finta di niente, era una reazione comprensibile, in fondo ero un perfetto estraneo per lui.
Andiamo?” dissi impaziente di uscire da quel posto. Non vedevo l'ora di portarli a casa.


Esme

Ero nervosa e impaziente.
Avevo sognato gli occhi di Alice e di Edward guardarmi e spiarmi tutta la notte impauriti.
Volevo vederli e abbracciarli, volevo scacciare la paura che nutrissero timore nei nostri confronti.
Ma quando me li trovai di fronte non ne ebbi il coraggio.
Ancora una volta il sapere che avevano sofferto così tanto mi bloccò.
Forse era troppo presto per loro. Così mi abbassai ad accarezzare quei capelli così morbidi e ispidi nel tempo stesso. Feci una carezza ad entrambi stando attenta a farla nello stesso istante.
Avevo paura di scatenare gelosie.
Per la prima volta mi chiesi come ci si sarebbe dovuti comportare con dei gemelli.
Se davo un bacino all'uno dovevo darlo anche all'altro??
Presumevo di si, avevo un amica con due gemelli che erano gelosi l'un dell'altro e lei ci impazziva dietro. Ed io non volevo farli soffrire o fargli credere che facessi le preferenze. Era importante partire con il piede giusto e dargli sicurezza e fiducia.
I documenti erano al sicuro nella mia borsa e sorrisi felice.
Ma non mi aspettavo che Alice si gettasse fra le mie braccia. Lo desideravo, lo desideravo tantissimo e quando la strinsi il mio cuore esultò. Subito alzai lo sguardo preoccupata per Edward ma lo vidi sorridere appena, sereno. Sembrava felice che io avessi abbracciato Alice.
Guardai Carlisle un attimo indecisa su cosa fare e lo vidi tentare di abbracciare Edward che purtroppo si ritrasse facendo l'indifferente. Era ancora troppo presto pensai. Era già un miracolo che Alice mi avesse accettato. Dovevamo dargli tempo... solo tempo mi dissi mentre Carlisle con la voce rotta dall'emozione ci invitava ad uscire.
Anch'io non vedevo l'ora. Quei due bambini avevano bisogno di vestiti e di sistemarsi a casa.
Mi alzai e feci per prendere la mano ad Alice ma lei si scostò e veloce andò ad abbracciare le due signore poi preso Edward per mano gli disse “Andiamo a casa” avviandosi a passo deciso con il fratello, verso l'uscita, senza aspettarci.

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