Capitolo
62 Un amicizia a rischio
Bella
“Bella
non giocare con me. Che intenzioni hai?” mi chiese irato Charlie.
“Non
ho alcuna intenzione e non capisco a cosa ti riferisci” risposi
impettita e arrabbiata per il suo comportamento.
“Ma
credi, che non ti veda, come lo guardi, come lo cerchi?” mi urlò
smaniando
Rimasi
scioccata. Era così evidente il mio bisogno di entrare nel cuore di
Edward??
“Non
sono fatti tuoi” gli risposi acida. Ero cresciuta lontano da lui,
chi credeva di essere per dirmi quello potevo o non potevo fare?
“Bella”
mi disse adesso decisamente più calmo scandendo le parole come se
fossi sorda “Stai... lontana... da Edward!” affermò deciso.
Lo
guardai scuotendo la testa, forse aveva ragione... ero decisamente
sorda di fronte all'argomento.
“Ma
come? E' il figlio del tuo amico e tu non vuoi che lo frequenti?
Dovresti essere felice di questo.” gli risposi stupita e incredula
del suo atteggiamento.
“Bella
mi spiace dirlo. Sono affezionato tantissimo a quello sfortunato
ragazzo. Ma non posso permetterti di innamorarti di lui” mi rispose
calmo, freddo e glaciale.
“Ma
chi sei tu per dirmi di chi mi devo innamorare?? E poi non capisco il
perché tu ti debba preoccupare” gli risposi arrabbiata a mia
volta.
“Bella.
Edward non è... normale. Giragli al largo per favore. Ti farà solo
soffrire” mi disse abbassando la testa affranto.
“Lui
è normalissimo è solo... timido” gli risposi mordendomi le
labbra.
Ma
in cuor mio sapevo di stare mentendo a me stessa. C'era qualcosa che
non andava, qualcosa che nessuno mi aveva detto.
Lo
vidi scuotere la testa “No. Bella quel ragazzo nasconde dentro di
se un qualcosa che lo sta distruggendo lentamente. Carlisle ed Esme
si ostinano a sperare che le cose migliorino, che bastino dei
calmanti per tenerlo tranquillo. Ma c'è qualcosa in lui che sta
crescendo e lo sta divorando dall'interno e aspetta solo di uscire e
travolgerlo. Un ombra minacciosa lo sta per travolgere ma
soprattutto... nasconde qualcosa. Ha un segreto che lo sta
torturando... qualcosa di tanto terribile da impedirgli di parlarne
con chiunque. Qualcosa che lo allontana da tutti e che mi fa odiare
ai suoi occhi” mi spiegò cercando di abbracciarmi.
“Non
è vero. Non ci credo. E poi perché ti preoccupi?” gli chiesi
acida “Lui mi sta evitando, lui non mi vuole” conclusi devastata
dalla fredda realtà lasciando che mi schiacciasse al suo petto
mentre lacrime di frustrazione colavano sulle mie guance.
“Bella.
Edward sa che potrebbe farti soffrire. Quel ragazzo è molto
intelligente. Dagli retta, rendigli le cose più facili. Evitalo. Sta
parecchio male ultimamente... e Bella ho il sospetto che la causa
sia tu. E' peggiorato molto da quanto hai iniziato a frequentare la
loro famiglia. ” mi disse accarezzandomi i capelli.
Mi
scostai da lui lentamente con la testa bassa remissiva “Va bene
papà. Se sei convinto di questo... lo farò” lo rassicurai e
senza aggiungere altro salii in camera.
Era
inutile discutere con lui, non avrei ottenuto nulla.
Ma
se pensava che rinunciassi così al mio Edward. Si sbagliava di
grosso.
Come
poteva il mio amore farlo soffrire? Era assurdo, lui stava male, era
ormai fin troppo evidente, ma insieme avremmo potuto annientare il
mostro che lo stava divorando, avrei potuto aiutarlo a distruggere
qualsiasi cosa lo stesse torturando.
Io
ero sicura che lui mi amasse, glielo leggevo negli occhi ogni
qualvolta riuscivo a fissarli, dovevo solo farglielo ammettere,
dovevo solo abbattere il muro di ghiaccio intorno al suo cuore.
Esme
Edward
stava sempre peggio. La sua agitazione e le sue paure stavano
minacciando di prendere il sopravvento.
Avevo
visto come Bella ci girasse intorno e avevo visto come cercasse di
valicare il muro che lui aveva eretto.
Avrei
voluto aiutarli ma non sapevo come. Edward non parlava quasi più,
chiudendosi e isolandosi sempre di più.
Avevo
visto lo sguardo di Charlie quella sera e immaginavo covasse
qualcosa.
E
la mattina dopo mentre i ragazzi erano tutti a scuola lui suonò il
campanello.
Carlisle
era a casa, aveva il turno pomeridiano e stava lavorando al computer
quando Charlie fece il suo ingresso in casa.
“Carlisle
ti devo parlare” disse e la sua voce non prometteva nulla di buono.
“Vieni
e siediti” gli disse turbato il mio amore mentre ci chiedevamo cosa
fosse successo.
“No.
Parliamo fuori” ribatté rabbioso il nostro amico.
“Va
bene, come vuoi” gli rispose Carlisle conciliante e insieme
uscirono in giardino.
Carlisle
Non
capivo cosa avesse. Charlie sembrava nervosissimo e arrabbiatissimo.
“Carlisle.
Sai che siamo amici da lungo tempo... e non voglio rovinare la nostra
amicizia. Io devo tanto a te e ad Esme e sai quanto io sia
affezionato ai ragazzi...” iniziò a parlare misurando le parole come
se le avesse imparate a memoria mentre si torceva i baffi nervoso.
“Ma...”
lo interruppi chiedendomi che cosa era successo di così grave da
fargli dire certe cose.
“Ma
Edward deve girare al largo da Bella” sputò fuori alla fine
passandosi la mano fra i capelli ricci nervosissimo.
Rimasi
in silenzio a testa bassa, mortificato. Aveva toccato un tasto
dolente.
Magari
Edward avesse accennato un minimo di attenzioni verso Bella, pensai
amaro.
“Charlie.
Edward la sta evitando, è lei che ci gira intorno” gli risposi
con un filo di voce fin troppo consapevole di come stavano le cose.
“Lo
so. Ho parlato con Bella. Ma lei è testarda e non cambierà idea
facilmente. E tuo figlio non sta bene Carlisle. Non è normale, non
ha dei comportamenti normali. Sai quanto gli voglio bene... ma non
posso permettermi di farmi rovinare la mia Bella da lui” continuò
senza riuscire a stare fermo. Odiava quanto me quei discorsi ed era
veramente addolorato di dire certe cose ma anche tremendamente
deciso.
“Ti
capisco Charlie.” gli risposi con un sospiro “Se le posizioni
fossero invertite mi comporterei nello stesso modo. Mi sono accorto
che è testarda e ho notato quanto te gli sguardi che si lanciano ma
so anche che Edward è fin troppo consapevole di non essere
normale.” ammisi a malincuore poi alzai lo sguardo e gli puntai i
miei occhi nei suoi “Ma se lui cambiasse idea, non lo fermerei. Se
lui mi venisse a chiedere consiglio non lo scoraggerei. Ha bisogno di
amare ed essere amato quel ragazzo. Ha bisogno di sicurezze e Bella
gli può dare tutto questo.” affermai, poi prendendo fiato gli
sorrisi “Ed è mio figlio esattamente come Bella è la tua”
Ed
ero pronto a tutto per difenderlo esattamente con la stessa
determinazione che aveva Charlie.
Lui
mi guardò scuotendo la testa. Questa conversazione era dolorosa per
entrambi. Ci volevamo bene ma nessuno dei due avrebbe cambiato
posizione... i nostri figli erano la nostra vita.
“Va
bene facciamo così Carlisle. Se lei dovesse riuscire nel suo
intento... Puoi avvertirmi e perdonarmi se proverò a dissuaderla?”
mi chiese.
Lo
capivo, capivo quanto si potesse soffrire dietro a un figlio e mi
limitai ad annuire.
“Sono
sicura che se succedesse sarebbe lei stessa a dirtelo e non
riuscirebbero a nasconderlo” conclusi senza riuscire a trattenere
una risatina nervosa.
“Vorrei
sapere cosa c'è da ridere” mi chiese rilassandosi felice del
nostro piccolo compromesso.
“Vieni
in casa che te lo racconto. Ancora un po' ieri sera mi è venuto un
infarto” gli dissi andando a sedermi sul divano con Esme che aveva
ovviamente sentito tutto e si era seduta a fianco a me.
“Stavo
riordinando delle cartelle cliniche quando sono entrate Alice e
Rosalie tenendosi per mano.
Subito non ci ho fatto caso ero ancora assorto nel mio lavoro.
Subito non ci ho fatto caso ero ancora assorto nel mio lavoro.
-
Papà possiamo chiederti un favore?- mi ha chiesto Rosalie con le
guance in fiamme e la testa bassa.
Ho
alzato la testa e le ho guardate chiedendomi cosa mai stessero
elucubrando. Ero preparato a tutto ma non certo alle loro parole.
-Certo
- gli ho risposto sorridendo del loro imbarazzo.
Ovviamente
a quel punto a prendere la parola è stata Alice che con gli occhioni
da cucciolo ferito mi ha semplicemente detto - Ci fai la ricetta per
comprare le pillole?-
Se
non sono caduto dalla sedia è stato un miracolo.
Certo
io ed Esme sappiamo che è qualche mese ormai che anche lei fa le
cose serie con Jasper e da un lato la loro richiesta significa che
dietro c'è una scelta responsabile e dovrei esserne contento, ma
sentirselo dire dalle proprie figlie è veramente traumatico” gli
spiegai scuotendo la testa.
Charlie
mi guardò con la bocca aperta. Evidentemente anche lui era scioccato
dall'episodio che vedeva coinvolte le bambine di casa
“Sono
grandi ormai Charlie. Sono in grado di fare le loro scelte e sono
innamorati sul serio” gli spiegò Esme, con la semplicità di chi è
sicuro della verità.
“Si...
ma... Oh cielo... Alice ha la stessa età di Bella!” disse
diventando rosso come un peperone.
“Si
Charlie e la stessa testa dura” confermai con un sorriso “ e non
sono più le bambine che noi consideriamo. Sono cresciute in fretta,
la vita purtroppo le ha costrette a maturare rapidamente. Forse anche
più di tutti gli altri adolescenti. E soprattutto Alice ha trovato un
qualcuno che le dà sicurezza come il gemello” gli
spiegai sorridendo del sguardo smarrito che non doveva essere stato
molto diverso dal mio.
Lui
mi guardò strano. Poi si alzò rosso in viso. “Sarà meglio che
vada... altrimenti l'infarto prende me” mi rispose scuotendo la
testa.
“Possiamo
venire a cena stasera?” mi domandò poi girandosi.
Annui
felice.
Anche
se vedevamo le cose da due punti differenti la nostra amicizia era
ancora forte, e chissà... se avessimo unito le forze forse avremmo
aiutato i nostri ragazzi a trovare la loro strada... qualunque essa
fosse.
Nessun commento:
Posta un commento