Esme
Ci
eravamo organizzati in fretta. Mi ero fatta imprestare una branda
d'emergenza dalla Signora Luisa e una da Charlie.
Così
avevamo sistemato Rosalie in camera con Alice e Jasper con i
fratelli.
Avevo
poi contattato una ditta e deciso i lavori da fare.
Con
Carlisle, durante il viaggio di ritorno, avevamo deciso di smontare
la sala giochi, visto che ormai erano tutti grandi, e stavano o in
camera o in salotto a studiare. L' avremmo divisa in tre ambienti
piccolini.
Un
nuovo bagno, una cameretta per un ragazzo e una stanza con soli
armadi.
Adesso
bisognava solo aspettare l'inizio dei lavori.
Ero
contenta perché durante la cena avevano chiacchierato tutto
il
tempo con Alice che raccontava e faceva domande su domande.
Sembrava
che il ghiaccio si fosse sciolto subito e il merito era senz'altro di
quel piccolo folletto che non stava zitta un attimo.
“Ma
davvero Jasper fai le gare di nuoto?” aveva chiesto tutta
entusiasta.
“Si.
Insomma sono arrivato primo nelle regionali francesi” aveva
confermato lui chiaramente imbarazzato.
Non
era decisamente un chiacchierone e sembrava intimidito da Alice. Ma
chi non sarebbe rimasto intimidito da lei??
“Che
bravo.” esclamò elettrizzata “Emmett
è nella squadra di
football, Edward è un corridore ed io sono nel coro della
scuola. E
tu Rosalie?” le chiese entusiasta.
“Io
sono una pallavolista” disse con orgoglio lei.
“Più
che altro ti prendono a pallonate” esclamò Jasper
ridendo.
“Jasper!”
lo richiamò lei stizzita mentre noi scoppiavamo a ridere.
“Qui
fra di noi giochiamo tanto a pallavolo o pallone in giardino quando
il tempo lo permette” disse Emmett guardando Rosalie e
sorridendole.
“Cosa
vuole dire quando il tempo lo permette?” chiese Jasper
incuriosito.
“Vuole
dire che vi siete trasferiti nel posto più piovoso di tutta
l'America” spiegò con amarezza Emmett.
“Ma
non vi preoccupate. Dopo un po' ci si abitua. Ci giocate a
scacchi?” chiese Alice tutta speranzosa.
“Certamente” disse
Jasper sorridendole “Sono quasi imbattibile”
affermò
sicuro di se.
“Oh,
oh questa è una bella sfida lanciata contro il migliore di
casa.
Inizia a scaldarti fratellino” ridacchiò Emmett
tirando una
gomitata ad Edward che non aveva ancora aperto bocca.
Lui
si limitò a sorridere abbassando gli occhi.
“Sai
giocare?” gli chiese Jasper incuriosito.
Lui
annui silenzioso mentre posava i suoi occhi in quelli di Jasper.
“Sarà
divertente” disse Rosalie “Non ho mai visto perdere
Jasper”
continuò fissando Edward con astio.
“Ed
io non ho mai visto perdere Edward” intervenne Alice in sua
difesa.
“Ragazzi. Avrete
tutto il tempo di sfidarvi a tutti i giochi ma vi avviso che
non voglio litigi” intervenni infastidita dalla piega che
stava
prendendo la discussione.
Un
silenzio imbarazzante calò nella cucina.
“Che
ne dite di fare una partita a carte?” chiese Alice spezzando
quel
silenzio imbarazzante.
“Ottima
idea” esclamò subito Jasper seguito da Rosalie ed
Emmett che
annuirono convinti.
“Io
vado in camera a studiare. Devo finire i compiti” se ne
uscì Edward
e alzatosi sparì su per le scale.
Vidi
Alice sospirare affranta.
“Ma
c'è l'ha con noi?” chiese Jasper stupito dal suo
comportamento.
“No.”
disse Alice sorridendogli triste “Lui fa così con
tutti” lo
scusò.
Guardai
Carlisle, non mi piaceva ma forse era giusto spiegargli il
perché.
E
stando attenti a dire il meno possibile gli spiegammo che Edward
rimasto scioccato dalla morte dei genitori e soprattutto dal modo
violento in cui era avvenuta, cercava di tenere le distanze con
tutti.
Loro
stettero ad ascoltare in silenzio. Speravo capissero visto il lutto
vissuto da poco, e ne ebbi la conferma quando, terminato di
spiegare, Jasper guardò Alice con un sorriso mesto e le
disse “Mi
spiace per il tuo gemello. E' una cosa terribile. Sperò che
imparerà
a fidasi di me”
Vidi
Alice sorridergli “Grazie Jasper”
mormorò sottovoce colpita e
felice di quella dichiarazione così spontanea e dolce.
Alice
Non
riuscivo a staccare gli occhi dai suoi e dal suo sorriso.
Era
bello da morire, forte e sicuro di se.
E
quando mi disse che gli spiaceva per Edward il mio cuore perse un
colpo.
Non
avevo mai trovato nulla del genere per un ragazzo e capii di aver
trovato un qualcuno diverso da Edward in grado di capirmi, e forse di
amarmi.
Guardai
Emmett e mi accorsi che stava guardando Rosalie con venerazione,
chissà, pensai, se son rose fioriranno.
Rosalie
Era
una bella famiglia e con Jasper eravamo stati veramente fortunati. I
nostri zii sembravano delle persone dolcissime e soprattutto
disponibili, molto diverse da quelle a cui eravamo abituati. Noi i
nostri genitori li vedevamo pochissimo e per la verità non
avevamo
quel gran legame che invece sembrava unire questa nuova e strana
famiglia fatta di ragazzi adottati. Se me l'avessero detto non ci
avrei mai creduto. Mai immaginato che pur non essendo figli loro, si
potesse essere così amati. Era bastato vedere come si
guardavano per
capire l'affetto che li univa e la forza dei legami esistenti. Il mio
papà era sempre fuori per lavoro e lo vedevamo molto di
rado, una
figura più simile ad un fantasma che a un padre che fa
sentire la
sua presenza, mentre la mamma era troppo impegnata ad aiutare gli
altri per badare a noi. Sembrava quasi fossimo dei pesi. Cresciuti
con le baby sitter, brave ma pur sempre delle estranee che venivano
pagate per badare a noi, ero felicissima di essere finita in un
posto che sapeva di vera famiglia e poi i due maschietti erano
proprio tanto carini. Ma Edward decisamente non era il mio tipo.
Troppo silenzioso e chiuso, mentre Emmett... era un po' presto per
pensare a certe cose ma mi ero accorta di come mi guardava e i suoi
occhi maliziosi erano pura gioia per me.
Certo
che mettersi con il cugino non sarebbe stato facile, magari gli zii
sarebbero stati contrari ... ma avevamo davanti tutto il tempo che
volevamo... e vivere insieme ci dava una certa libertà di
movimenti... senza contare che non eravamo cugini veri e di sangue
dal momento che loro erano stati adottati.
Gli
feci un sorriso dei miei e felice lo vidi avvampare. Bene, le cose
stavano prendendo decisamente una piega insperata... e forse oltre a
trovare dei veri genitori e una sorella simpaticissima avrei anche
trovato un bel ragazzo a cui volere bene... In quanto a quello
scontroso di Edward... bhe avrebbe dovuto imparare ad accettarmi,
infondo non avevo nessuna responsabilità sui suoi problemi
personali, e magari frequentandoci si sarebbe dato una calmata.
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