venerdì 14 giugno 2013

Extra 2 - Tigro


Extra 2 - Tigro




Erano passati qualche giorno da quanto avevamo incontrato quella coppia simpatica e Alice non aveva smesso un attimo di parlare e immaginare come sarebbe stato bello avere una nuova famiglia.

Io la guardavo e le sorridevo cercando di non smontare i suoi sogni, di lasciarla libera e serena malgrado fossi preoccupato.

La Cattiva era via, in ferie avevamo sentito che dicevano, ed io ero molto felice. Odiavo gli incontri con lei, odiavo sentirmi costretto a ripensare al passato. Non disegnavo mai, avevo paura di quello che le mie mani creavano.

Quel pomeriggio ci diedero dei vestiti e come al solito Alice mi aiutò ad indossarli. Quando fummo pronti ci guardammo sconcertati. Non riuscivo a muovermi da quanto erano stretti mentre lei ci navigava ed era stata costretta a rimboccarsi le maniche e i pantaloni.

Ma ci vorranno cosi?” mi chiese lei preoccupata. Io mi strinsi nelle spalle immaginavo di si, ma il dubbio doveva apparire nei miei occhi.

La Responsabile, quella signora sempre così sorridente, entrò e ci guardò con affetto.

Sono arrivati. I vostri nuovi genitori sono venuti a prendervi. Siete pronti?” ci chiese

Noi ci guardammo un attimo poi annuimmo. Il nostro destino stava per cambiare. E speravo solo in meglio.

Mentre ci avvicinavamo lungo lo stretto corridoio abbassai gli occhi guardando per terra. Mi sentivo intimidito e preoccupato. E se ci avessero ripensato? Se non mi avessero più voluto? Forse sapevano che non ero un bambino come gli altri. Forse...

Ma l'attesa durò pochissimo.

Per prima notai quella bella signora. Lei si chinò e mentre ci salutava allungò le mani per farci una carezza fra i capelli. Alice non aspettava altro. Lo sapevo e con un sorriso la vidi saltare in braccio a quella bella signora a cui brillarono gli occhi pieni di gioia. Poi all' imrpovviso mi sentì posare un braccio pesante sulle spalle. Colto alla sprovvista sobbalzai e mi allontanai guardando diffidente quell'uomo che mi sorrideva. Non volevo che mi toccassero. Nessuno doveva farlo a parte Alice.

Per un attimo temetti che si sarebbe offeso e magari mi avrebbe sgridato ma lui fece finta di nulla.

Alice nel frattempo dopo avere salutato le signore mi afferrò per mano “Andiamo a casa” mi disse.

Io la guardai e la segui. Forse aveva ragione, forse finalmente avrei avuto un posto da chiamare casa e due genitori che mi avrebbero protetto e voluto bene.



Ma non avevo messo in conto che avrei avuto un fratello. E non solo un fratello, ma una montagna di fratello. Lui era più grande... in tutti i sensi.

Per un attimo quando lo vedemmo appoggiato alla macchina rimanemmo entrambi perplessi ma dopo le presentazioni fatte dai nostri nuovi genitori capii che avrei dovuto proteggere Alice da lui.

Non mi piaceva come le parlava e quello che le disse. Sembrava minaccioso così imponente e così sicuro di se. Così feci un passo avanti mettendomi a protezione di mia sorella. Doveva passare sul mio corpo se avesse voluto farle male. Ma non era quella la sua intenzione. E in macchina seduto vicino a lui capii che era solo grosso e forse un po' invadente, ma non pericoloso.



Speravo di andare subito a casa. Volevo levarmi quei vestiti scomodi ma i nostri nuovi genitori ci condussero invece a fare acquisti. Quanto odiavo andare con negozi. Con Alice poi era un vero supplizio. Ma quando provarono a separarci le strinsi la mano forte. Non potevano farlo e lei d'accordo con me glielo spiegò. Per fortuna ci rinunciarono subito, non volevo iniziare subito male ma era meglio chiarire subito le cose. Non mi avrebbero mai separato da mia sorella. E assieme andammo a scegliere i vestiti per la mia gemella. Sapevo già che era un indecisa per natura così l'aiutai sperando che si sbrigasse a scegliere. Con i miei feci molto prima. Mi avevano detto cosa volevano comprare e io non perso tempo. Una maglietta è una maglietta. Che sia gialla o verde poco importa basa starci comodi.



Con un sorriso notai che anche il mio nuovo fratellone sbuffava, bhe almeno quello lo avevamo in comune, pensai sorridendo di nascosto.

I miei genitori parlavano tra loro, e così mi ricordai i loro nomi Esme e Carlisle. Avrei voluto chiamarli e chiedergli perché ci avevano adottato, perché avevano scelto proprio noi, ma le parole continuarono a non uscire neanche quando con immenso stupore ci portarono in un negozio di giocattoli.

Non era possibile! Finalmente avrei avuto dei giocattoli miei, non quelli dell'orfanotrofio che erano in comune con tutti gli altri bambini. Li avevo persi tutti quando mi avevano portato via da casa e da allora non ero stato più padrone di nulla. E felice li seguì chiedendomi se stavo sognando o se era la realtà, avevo paura di svegliarmi.



Tigro. Lì trovai il mio Tigro. Il mio nuovo papà mi aveva permesso di prendere due giocattoli. Ero felicissimo. C'erano un sacco di belle macchinine ma mi ritrovai con Emmett che mi parlava di draghi e mostri. Lo stavo a sentire per pura cortesia mentre controllavo cosa faceva Alice e sbirciavo di nascosto le mie adorate macchinine.

Alla fine mi trovai un enorme drago in mano. Era molto bello ma soprattutto piaceva ad Emmett che continuava a immaginare come avremmo potuto giocare assieme. Non volevo deluderlo così annui e me lo strinsi al petto finalmente libero di scegliermi la macchina che mi piaceva. C'era solo l'imbarazzo della scelta. Ce ne erano di tutti i tipi. Ma ero indeciso su tre. Quale scegliere? Una mi piaceva per i colori vivaci, l'altra perché sembrava più scattante e la terza era quella dei pompieri con la scaletta sul tetto che si alzava. Le osservavo indeciso. Mi sembrava di essere Alice quando il mio nuovo papà mi permise di prenderle tutte e tre. Non potevo crederci e girandomi gli sorrisi felice.

Quando raggiunsi Alice l'aiutai a scegliere come al solito e poi ci avviammo alle casse. Fu lì che vidi Tigro per la prima volta.

Lui mi fissava. I suoi occhi grossi e dolci mi guardavano come fossero vivi. Inclinai la testa e gli sorrisi. C'era un qualcosa che mi attirava, non so cosa fosse. Il suo sguardo probabilmente o forse solo la voglia di avere un qualcosa da stringermi vicino quando avevo gli attacchi di paura. Quando di notte di svegliavo tutto sudato e stringevo la mano ad Alice cercando nel suo contatto la forza di non piangere. Con uno scatto resi i giocattoli al nuovo papà. Lui aveva detto due ed io non volevo farlo arrabbiare così su due piedi d'istinto decisi di rinunciare agli altri, volevo Tigro. A qualsiasi costo!

Ma lui me li rese e mi permise di prendermi il mio nuovo amico.

Lo guardai in volto. Aveva un sorriso così dolce e gentile che per un attimo mi venne voglia di stringerlo e quando appoggiò la mano sulle spalle non mi ritrassi anche se sentii una morsa fredda stringermi il petto.

Lui era bravo e forse mi avrebbe protetto decisi. Forse avrei potuto avere una nuova casa e lasciare finalmente tutto alle spalle.





Quando arrivai a casa ero intimidito per fortuna che Alice invece era molto tranquilla così la lasciai fare limitandomi a seguirla e a controllare che non le accadesse niente di male.

Era strano essere di nuovo in una casa ma a preoccuparmi erano le aspettative dei miei nuovi genitori.

Non volevo farmi sgridare o picchiare, non sapevo come avrebbero reagito ma avevo ancora più paura che mi separassero da Alice.

Avevo bisogno di lei.

Lei invece era tranquilla e probabilmente non si poneva neanche il problema, era così abituata a prendersi cura di me che si comportò come aveva sempre fatto, imboccandomi e cambiandomi.

Io osservavo le reazioni dei nostri nuovi genitori e subito mi accorsi che erano stupiti ma con mio grande sollievo ci lasciarono fare.

Fu solo all'ora di andare a letto che per la prima volta si dimostrarono decisi a separarci.

Alice era in crisi, lo sentivo dentro di me ma la tranquillizzai con lo sguardo. Sapevamo comunicare senza parole, era indispensabile per sopravvivere nell'orfanotrofio. Avevo un piano.

E appena sentii silenzio afferrai il mio Tigro e andai nella sua stanza.

Immaginavo che se fossi entrato nel suo letto ci avrebbero sgridato di brutto. Quando l'avevamo fatto all'orfanotrofio avevo preso una sberla e mi avevano messo in castigo fino a che non era intervenuta la Direttrice permettendoci di dormire in due letti vicini in modo da prendere sonno dandoci la mano. Non volevo che succedesse la stessa cosa, ci ero stato troppo male dietro.

Così le presi la mano, le asciugai le lacrime silenziose che aveva versato nel sonno e mi sdraiai sul tappeto vicino. Non era comodo e avevo freddo ma sapevo che facendo così non avrei avuto gli incubi. Alice era vicino a me, e nessuno avrebbe potuto farle del male.

Risvegliarmi nel mio letto mi colmò di terrore. Sentivo il lento respiro di Emmett, il letto cigolare e mi sembrava di vedere delle ombre nel corridoio.

Alice!! Forse mi avevano trovato! Forse avevano trovato lei. Con Tigro corsi al buio cercando di essere più silenzioso possibile nella sua camera e quando la vidi dormire tirai un sospiro di sollievo poi le afferrai al mano e mi addormentai sul tappeto.

Quando mi svegliai stava facendo giorno. Avevo una calda coperta a coprirmi e un cuscino sotto la testa. Per un attimo rimasi perplesso poi capii e silenziosamente tornai nel mio letto giusto in tempo per far finta di aver dormito sempre lì.



Pensavo che i miei genitori mi avrebbero ripreso e invece no. Così come non mi chiesero mai di parlare, non mi forzarono mai a fare nulla.

Non riuscivo a crederci, sembrava tutto perfetto ed iniziavo a rilassarmi quando per la prima volta ebbi nuovamente paura.

martedì 4 giugno 2013

extra 1 - Il destino di Edawrd

Ciao rieccomi qua.  In un primo tempo avevo avuto voglia di  rifare la  storia vista dagli occhi di Edward ma l'avrei trovata con poco ritmo e niente suspance dal momento che ormai tutto è chiaro. Ma mi piaceva l'idea di farvelo conoscere di più così ho pensato (con la mia mente malata) di aggiungere degli EXTRA.
Questi saranno alcuni capitoli presi e riportati dalla parte di Edward, alcuni momenti che ho amato in maniera particolare.  Non ci sarà un postaggio preciso perchè li posterò quando saranno pronti in quanto possono essere fatti al momento.  Ma volevo intanto lasciarvi il primo che inizia ancora prima della nostra storia !!!

Un bacio e ancora grazie a tutte voi che siete qua e ovviamente se avete richieste particolari ditemelo !!!   A dopo !!!

EXTRA 1 - Il destino di Edward





Sono seduto sulla solita sedia, nella solita stanza e odio stare qua.

Davanti a me la signora Smart, quella che gli adulti chiamano psicologa, ma che io ho soprannominato la Cattiva, mi sta guardando con i suoi occhi severi.

Io non voglio stare qua. Alice non c'è. So che è nella stanza vicina so che la Responsabile, quella Brava, è con lei che cerca di consolarla.

Anch'io vorrei essere libero di piangere, ma non posso. Ho già provato a farlo gli altri giorni, quando mi ha portato qui le prime volte, ma non ho ottenuto nulla, solo le sue sgridate.

Lei vorrebbe che io parlassi ma io non riesco a farlo. Le parole si formano nella mia mente ma poi... poi si perdono quando apro la bocca. E lei mi sgrida, mi dice che sono capace a farlo, che posso farlo, che devo farlo. Ma qualcosa mi blocca. La paura mi blocca. Ed io adesso voglio solo che le lancette del grande orologio appeso dietro alla sua scrivania arrivino al posto giusto, io voglio solo poter tornare da Alice.

Non posso lasciarla sola. Non posso permettermi di abbandonarla. Lei ha bisogno di me ed io devo controllare che nessuno le faccia del male.

E' per questo che mi faccio aiutare da lei. Le signore che ci seguono sanno così che non ci possono separare che io ho bisogno di lei. Loro non ci possono tenere lontani, perchè sanno che dipendo dalla mia gemella ed io così posso proteggerla, posso tenerla vicino a me. Come anche lei desidera.

Siamo riusciti a ottenere anche di dormire vicini. Ci hanno messo in una stanzetta da soli e per prendere sonno ci diamo la mano. Lei così sa che io sono vicino a lei ed io sono tranquillo che lei è al sicuro vicino a me. Le voglio bene, è l'unico motivo per il quale accetto di mangiare, di vivere.

Altrimenti vorrei solo morire, solo raggiungere la mia mamma e il mio papà. Per lei combatto le mie paure, per lei cerco di dimenticare di non pensare a ciò che ho visto a ciò che...

No, non voglio pensarci, non voglio ricordare e soprattutto non ne voglio parlare con nessuno.

Lei, la mia Alice, non mi ha mai chiesto nulla. Troppo felice di avermi ritrovato non mi ha chiesto niente di come sono morti mamma e papà. Credo che non voglia sapere, che preferisca vivere nell'ignoranza per non soffrire. Ed io non le racconterò mai nulla, lei deve rimanere serena e felice. Lei e gli altri non devono sapere.

I suoi sorrisi, le sue risate bastano anche per me, ed io non le spegnerò mai il sorriso sulle labbra e la gioia di vivere. Devo solo stare attento a non intristirmi troppo, a non diventare un peso per lei, il nostro legame è profondo, è unico. Io la sento, sento quando sta male, quando soffre o è preoccupata e spaventata e credo che anche lei senta me. Siamo legati da un filo doppio, un filo che non permetterò a nessuno di rompere.



Abbasso gli occhi ancora un volta quando lei, la signora cattiva, sbatte la mano sulla scrivania.

Edward puoi parlare. Forza deciditi. Provaci ancora. Sforzati almeno di dire il tuo nome ” mi dice ancora una volta. Io gli sorrido e scuoto la testa.

Non voglio parlare, loro non devono sapere. Nessuno deve sapere.

E poi non ci riesco.

Gli occhi si riempono di lacrime. Odio quando sbatte la mano sulla scrivania, odio quando alza la voce e mi guarda male. Vorrei scappare ma non posso. Voglio andare da Alice, ho bisogno di sentirla vicino ma so che lei mi bloccherà. Sento l' inquietudine della mia gemella ingigantire la mia, la sua paura stringermi il cuore e aumentare la mia.

La cattiva mi guarda, è esasperata. Sa che non sta ottenendo nulla proprio come le altre volte e si arrabbia. Ma è più forte di me. Ho paura. Paura che succeda di nuovo, paura di essere trovato, paura di lei e di tutti gli altri. Perché gli uomini sono malvagi, perché chiunque mi può fare del male...

E va bene Edward. Hai vinto tu. Vuoi andare da Alice?” mi chiede gentilmente adesso.

Io alzo gli occhi e la guardo mentre una lacrima mi scende dagli occhi.

Si! vorrei gridare ma non ci riesco apro la bocca ma nessun suono esce e allora annuisco con un sorriso per fargli capire. Ma lei si è voltata e guarda fuori dalla finestra.

Allora cosa hai deciso. Vuoi andare?” mi chiede nuovamente. Ma non mi guarda e non mi posso alzare perchè so che mi sgriderebbe. Annuisco ma è inutile, lei vorrebbe che glielo chiedessi, ma non ci riesco. Io non riesco a parlare. Allora guardo le lancette. Ma mancano più di una ventina di minuti. E lei non mi lascerà andare da Alice, non fino a che le lancette saranno al posto giusto.

Abbasso la testa rassegnato e tendo le orecchie. Ma non sento il pianto della mia gemella. Forse non è dietro alla porta ad aspettarmi. Forse la Brava l'ha portata via a giocare in modo che non pensi a me. Rimugino tristemente. Voglio andare a cercarla, voglio stare con la mia gemella, voglio andare a giocare con lei. Ma questo non importa a quella strega , non importa a nessuno.

La cattiva sospira e si volta verso di me.

Allora resti ancora un po' qua con me?” mi dice con una smorfia triste sulle labbra. Scuoto la testa, non ci voglio stare, ma lei fa finta di non vedermi.

Si è chinata a frugare nei cassetti della sua grossa scrivania e con mia sorpresa la vedo con un foglio da disegno in una mano e dei pennarelli nell'altra.

Hai voglia di disegnare Edward?” mi chiede facendomi una carezza sulla testa.

Io mi ritraggo indietro. Non mi piace che mi tocchi. Non voglio che lo faccia e non voglio nemmeno disegnare, voglio solo uscire a cercare la mia gemella ma so che non mi lascerà andare così annuisco e allungo le mani.

Almeno così non pretenderà che parli e le lancette andranno più veloci.

Lei mi sorride e mi porge tutto.

Vorresti andare da Alice vero?” mi chiede poi. Io mi asciugo le lacrime con la manica del maglione e poi le sorrido annuendo.

Facciamo un gioco” continua sorridendomi per la prima volta “Disegna quello che ti piace e dove vorresti stare, poi ti accompagnerò da Alice.”

Io annuisco e mi appoggio alla sua scrivania.

Con i pennarelli verdi inizio a disegnare un prato poi aggiungo i fiori e gli alberi. Metto tanti colori allegri e infine ci metto Alice. Le faccio gli occhi di un bel azzurro e i capelli corti neri, e le metto un bel sorriso sul volto.

Lei dovrebbe essere sempre così. Sempre felice. Lei era così con mamma e papà vicino.

E il pennarello colorato di nero inizia a disegnare la mamma. Aveva i capelli rossicci come i miei e gli occhi verdi come me. Papà invece era scuro di capelli ma gli occhi erano azzurri come quelli della mia gemella.

Li disegno vicino ad Alice, dove dovrebbero stare... dove lei li vorrebbe. E al papà ci faccio un grosso sorriso, ci sorrideva spesso soddisfatto ed orgoglioso di noi. Prendo il pennarello blu per disegnarlo. Era vestito di blu l'ultima volta che l'ho visto e aveva del rosso sulla gola. Prendo il pennarello rosso e traccio una linea sul collo. Tanto rosso. Non me ne accorgo neanche ma la mia mano continua a disegnare tratti rossi fino a ricoprire la faccia di mio padre, poi anche mia madre. Tutto era rosso. Adesso intorno a me tutto diventa rosso, non solo il disegno. E' come se una patina fosse scivolata sui miei occhi. e sento l'odore del sangue nel naso, sento la gola chiudersi mentre la mia mano passa sempre più veloce sopra a mio padre e poi sopra alla mamma.

Tutto rosso, solo rosso. E intanto piango mentre il rosso inizia a coprire tutto finchè il foglio non si strappa finche la cattiva non mi strappa il pennarello dalla mano e mi abbraccia.

Basta Edward. Basta. Va tutto bene. E' tutto finito. Non piangere piccolino, sei al sicuro, è tutto a posto” mi dice tenendomi stretto mentre ansimo a cercare aria, per levarmi l'odore dal naso per scacciare il rosso da gli occhi.

E piano piano mi calmo mentre sento un dolore al petto. Mentre sento Alice piangere dietro alla porta.

Va tutto bene Edward. Non piangere più. Sei al sicuro, nessuno ti farà del male e adesso vieni andiamo da Alice, lei ti sta aspettando” mi dice la cattiva, che forse tanto cattiva non è, ed io mi asciugo le lacrime che sono uscite e quando la porta si apre mi fiondo vicino a lei. L'abbraccio e gli asciugo le sue lacrime con la mia spalla. Lei è qui. Lei è viva. Lei non è stata coperta dal rosso.





Siamo nell'aula di ricreazione. Sono passati ormai sei mesi dall'ultima volta che ho pianto per mamma e papà, da quando ho deciso di cancellare il mio passato, di dimenticarmi dell'accaduto. Devo vivere per Alice e devo stare tranquillo per lei. E adesso sto facendo un puzzle con la mia amata sorellina. Dobbiamo ricreare un paesaggio innevato. La casetta e gli alberi sono coperti di neve. E' un paesaggio bianco, mi piace il bianco. Siamo bravi. Ne abbiamo fatto quasi metà.

Gli altri bambini stanno giocando a carte. Ma io preferisco giocare con mia sorella. Non mi fido di loro. Loro non devono sapere.

La signrora brava, quella che chiamano Respnsabile, si avvicina noi sorridendoci felice.

Ciao bambini. Siete stati velocissimi” ci dice facendo una carezza sulla testa a d Alice. Lei sa che non voglio farmi toccare, che non voglio le sue carezze. Lo ha imparato fin da subito. Da quando siamo arrivati il primo giorno e mi sono scostato piangendo da loro. Adesso lo sanno. E nessuno mi tocca. Solo quando piango e vedo tutto rosso, solo allora ho bisogno di sentirmi stringere, ho bisogno di sentire che qualcuno è lì con me per proteggermi. Solo in quel caso permetto a delle braccia di stringermi, a delle mani di toccarmi. Ma adesso è tanto che non accade, tanto che nessuno ha osato toccarmi. Solo Alice. Solo a lei è permesso.

Ma desso mi domando perchè la signora brava sorride così. Sembra felice.

Dovete venire con me. C'è qualcuno che vi voglio presentare” ci dice allungando la mano verso Alice. Sa benissimo che dove va lei, vado anch'io. Non ha bisogno di dare la mano a me. E infatti quando mi alzò stringo la mano alla mia gemella. Loro non ci separeranno, loro non possono separarci.

Alice è silenziosa e tesa. Anche lei ha percepito che c'è qualcosa di strano e mi guarda negli occhi preoccupata. Io le sorrido e le stringo la mano. Non credo che succederà qualcosa di brutto ed io sono vicino a lei. Non deve avere paura. Non rimarrà sola.

Il suo sorriso si riaccende mentre insieme seguiamo la signora brava.

Quando entriamo nella stanza noto subito la prenza di due estranei. Sono un uomo e una donna.

Ed io abbasso gli occhi. Vorrei nascondermi. Non voglio conoscere nessuno. Forse sono poliziotti, forse vogliono farmi ancora domande, forse vogliono che io parli e racconti, forse ci vogliono separare. La mia mano stringe convulsamente quella di Alice in un moto di paura mentre invece lei li fissa sorridente e speranzosa.

E quando sento le loro voci, noto in loro una certa curiosità e dolcezza. Hanno parlato piano, lentamente... dolcemente.

Ci vogliono adottare? Non capisco. Perchè? Come possono volere avere in casa un bambino come me? Loro forse non sanno. La mano di Alice si stringe e quando mi chiede cosa ne penso sento la sua agitazione. Il suo desiderio inespresso. Lei vorrebbe tanto, lei ha bisogno di una famiglia. Lei ha bisogno di una nuova mamma e di un nuovo papà. Io no. Io ho paura di quello che potrebbe accadere, di quello che potrebbe succedere nuovamente. Ma devo pensare ad Alice e così annuisco.

Lei è così felice anche se subito il dubbio nasce nel suo cuore. Io no. Io so che non oserebbero separarci, ma lei ha paura e quando riceve la conferma esulta.

Avrà una nuova famiglia. Loro ci prenderanno entrambi ed avremo un nuovo papà e una nuova mamma. E lei, la mia sorellina avrà finalmente qualcuno che la ami come è giusto che sia. E facendomi coraggio alzo gli occhi per incontrare i loro.

Hanno l'aria sorridente e raggiante. I loro volti e il loro sorriso parlano solo d'amore e serenità. Di gioia e protezione.

Si forse adesso ho anch'io una speranza. Forse il rosso verrà sostituito dai colori dell'arcobaleno dai colori della speranza di avere una vita normale. O almeno all'apparenza normale perchè nessuno, nemmeno loro dovranno mai sapere. Cosa? Non lo so più e nemmeno io voglio sapere, nemmeno io voglio ricordare ciò che ha portato via il mio sorriso e la mia voglia di vivere. Ciò che mi rende diffidente e pauroso. Ciò che ha cambiato e condizionerà per sempre la mia vita.







martedì 28 maggio 2013

backstage


Backstage il Destino di Una Famiglia


Ciao ho visto che sembrate apprezzare molto i backstage e così continuo con la tradizione che ho lanciato.

Qui posso dirvi che la storia ha avuto una gestazione travagliata. L'ho iniziata a scrivere parecchio tempo fa ma poi l'ho interrotta e ripresa diverse volte, fino a che mi sono intestardita e ho voluto concluderla. Essendo di 85 capitoli è stata poi una faticaccia rivederla tutta per renderla omogenea sia come scrittura sia come storia in se. E' per questo che all'inizio i capitoli erano più scarni... mancava una certa esperienza. Ma è il mio modo di procedere. Prima scrivo tutto, poi correggo e aggiusto in modo da farla omogenea, senza salti temporali o errori che altrimenti sfuggirebbero a chi la volesse leggere tutta di seguito.

Essa nasce come una normale storia di umani dove volevo ricostruire la vita quotidiana ed esaltare l'amore che i genitori hanno per i loro figli. Mi piaceva l'idea di poter finalmente far piangere qualcuno o più semplicemente di descrivere situazioni quotidiane e difficoltà vicine a chi legge e a me che ho scritto.
Ma a via via che la storia cresceva, che il tempo passava, mi rendevo conto che stava diventando sotto le mie dita un vero giallo con tanto di assassino da smascherare.
Così con metà capitoli già scritti e improntati puramente ai sentimenti, l'ho ripresa in mano dall'inizio e l'ho trasformata in un thriller, inserendo indizi e cambiando a volte interi paragrafi. Ma solo alla fine, solo scrivendo gli ultimi venti capitoli ho capito che l'assassino era in realtà un serial killer, solo alla fine l'ho tramutata in quello che voi avete letto. All'inizio dovevano essere dei bastardi e basta, ma qualcosa si è trasformato sotto le mie mani dandole l'imprinting finale. E così altri capitoli sono stati aggiunti ed altri modificati per rendere plausibile ed omogenea la storia. Un mio pallino infatti è proprio quello di far si che i lettori ritardatari o chiunque volesse rileggerla tutta di seguito non senta stacco fra i vari capitoli. Infatti alcuni particolari che sembrano banali sono stati invece inseriti in un secondo tempo perché importanti nei capitoli successivi. (esempio: Nel verbale della polizia letto all'inizio c'è scritto che pioveva il giorno del fattaccio... inserito per giustificare la fuga di Edw sotto l'acqua che avrebbe giustificato a sua volta il suo cambio forzato e la scoperta dei misteriosi segni sul suo corpo – oppure: Al suo arrivo Jasper dice di essere un campione di nuoto. Inserito a posteriori quando mi sono resa conto che ci voleva un abilità particolare per salvare Edward)

Ma veniamo alla storia in se. Ripartendo dal suo inizio e cercando di chiarire e levare piccole curiosità che magari vi possono interessare e svelare i vari indizi che possono esservi sfuggiti.

CAPITOLO 1- 4
Era importante all'inizio farvi capire quanto amore ci fosse all'interno della coppia solo così avrebbero potuto superare le difficoltà che li attendevano.
L'essere nobile è stato inserito in un secondo tempo per dare credibilità alla possibilità di spendere soldi senza problemi e mi è servito per ingarbugliare la storia, insomma sviarvi dall'idea principale.
Sapevo che l'inizio era lentissima e ne avevo paura, ma essendo i primi capitoli scritti come terza FF (prima delle nuvole e dopo benvenuti) rispecchia ancora tutta la mia inesperienza. Ho cercato di modificarli e arricchirli ma più di tanto non è stato possibile toccare. Ma se la nobiltà serviva a sviarvi si è poi rivelata un boomerang perché non poteva scomparire di botto l'operato di Carlisle dal notaio. Ecco perché arriva il cugino... era un modo per chiudere definitivamente l'argomento... che verrà ripreso a fine storia. Ma anche per insinuare in Edw l'idea del suo essere diverso... della sua pazzia.

CAPITOLO 5 - 7
Il primo ad arrivare è Emmett....scelta dettata dalle età. Infatti i gemelli hanno 2 anni in meno e mi serviva questa differenza per costruire le coppie future senza contare la dolcezza di un fratello maggiore. E per tenervi sulle spine essendo alcune di voi convinte che arrivasse Edw per primo. Mi piace essere imprevedibile e cercare di sviare i lettori sorprendendoli.


CAPITOLO 7 - 22
I misteri sulla salute di Edward sono invece presto spiegati. Lui non parla per paura di essere ritrovato. Il mostro di Natale glielo ha promesso ed Edward è terrorizzato da questa figura. Ma soprattutto è diffidente con Charlie perché sa che è un poliziotto e potrebbe capire e costringerlo a parlare. Il legame con Alice è fortissimo e come scoperto più avanti non solo morale ma anche fisico.
Non sappiamo nulla del periodo dopo l'assassinio (per ora) solo che Edward ha subito un trauma e che Alice lo aiuta a riprendersi, occupandosi di lui.
Edward infatti si rende dipendente da lei. Non solo ne ha bisogno moralmente ma vuole tenerla vicino a se e sa che facendo così nessuno li dividerà. Alice da parte sua spaventata per gli abbandoni si occupa del fratello prendendosi cura di lui, in modo da impedire la loro divisione.
Ecco perché Edw è pronto a difenderla a qualunque costo.
E qui spunta il vero primo indizio. In casa dei genitori di Edward (scritto nel verbale della polizia letto da Charlie) era stato trovato un biglietto del Luna Park. Un oggetto un po' insolito non trovate? In genere vengono usati subito. E infatti appartiene a un complice del Lui.

CAPITOLO 23-30
E veniamo alla psicologa. Qualcuna aveva intuito già dai colloqui il suo carattere, esaltato appositamente per rendervela antipatica fin da subito, e non è un caso che all'adozione dei gemelli lei non sia presente. Le colleghe convinte che lei stia sbagliando per come gestisce la situazione dei gemelli li mandano dai Cullen. Ma la sua ritorsione sarà terribile.
Qui in molte avete sospettato che ci fosse un secondo fine, ma la realtà era che mi serviva uno shock potente per “svegliare” Edward. Doveva rendersi indipendente e soprattutto iniziare a parlare.

Edward e Alice fanno i coraggiosi però di fronte al tempo che passa reagiscono in maniera diversa. Alice si lascia andare, diventa apatica e indifferente a ciò che la circonda convinta che tutti le abbiano mentito. Edward invece cade nel buio dell'anoressia. Mangia ma la sua testa rifiuta il cibo. E' uno sciopero involontario che però porterà a sbloccare velocemente la situazione.
In prima scrittura la psicologa si toglieva la vita suicidandosi, ma poi ho pensato che nella realtà le persone difficilmente arrivano a un atto così grave. Così mi limito a immaginarla a tormentarsi per tutta la vita... e a volte può essere un castigo ancora peggiore.
Da notare che lei è all'oscuro di quello che è successo ad Edw perché non riportato sui verbali.


CAPITOLO 31 -33
L'arrivo a casa è gioioso ed Edward diventa finalmente un bambino normale anche se l'orrore del passato tornerà sotto forma di incubi.
Una nota: Gli incubi sono stati visti e rivisti. Vagliati e modificati per farli diventare progressivi. Più il tempo passa più lui ricorda, collega e capisce. E dentro di loro ci sono molti indizi su cosa è accaduto.
Adesso è il momento di lasciare gli indizi che verranno nascosti dalla normalità.
Si scoprono così le sue cicatrici.
La doppia croce è stata studiata per sviarvi, per farvi pensare a una setta satanica in effetti è un modo per segnarlo e ritrovarlo da grande... ma ho visto che apparentemente nessuna si è domandata il perché della strana forma delle cicatrici...
La mia paura, prima di postarlo, era che criticaste i nostri genitori per il loro intervento rude nel spogliarlo, ma solo così avrei fatto cadere l'ultimo muro. Senza contare che la fuga disperata di Edward dà il senso di come lui fugga sempre... i genitori sono abituati a vederlo scappare... ormai è una costante che permetterà ad Edward di accumulare vantaggio per tentare il suicidio. Altrimenti lo avrebbero bloccato subito.

Ecco alcune domande importanti che potevate farvi e che servivano come indizi. Perché quei segni? Perché Edward parla prima di tante persone e poi di uno in particolare? Perché ha così paura di essere ritrovato?
E soprattutto appare per la prima volta il ciondolo che sarà fondamentale. Carlisle non gli dà peso e Charlie arriva in stanza quando Edward è già mezzo vestito e quindi non lo vede e non lo può notare.
All'inizio avevo scritto che era un gettone del Luna Park e che Carlisle lo guardava con sospetto. Mi sembrava troppo indicativo allora ho levato la specifica e inserito che Carlisle da la colpa ad Alice... un modo per sviarvi.
Altro particolare interessante è che Edw dice ad Esme di non essere come Emmett. Lei pensa che si riferisca al fisico lui invece intende di non essere maschio completamente...
Infine particolare importante è che il mostro rideva. Edward si sente così preso in giro, sminuito e in qualche modo degno solo di scherno.
Qui se notate c'è anche un primo accenno alla gemellite (che in forma meno forte esiste realmente) : Alice si addormenta quando Edw trova pace e si risveglia insieme a lui.
E per finire appare James. Volevo chiudere il discorso nobiltà che era una cosa superflua e siccome il capitolo era corto... ho messo qua dicendo: magari le svio hihihi

CAPITOLO 34-37
L'inizio è tranquillo. Li vediamo interagire con la scuola e affrontare i normali problemi. Anche se abbiamo il primo sentore che Natale nasconde qualcosa. La partita a scacchi invece serve solo a rimarcare il nervosismo di Edward e a rendere simpatico Charlie.
E veniamo al Luna Park. Qui lo incontriamo per la prima volta e vediamo Edward nervoso pronto a fuggire ma Carlisle lo porta nel bosco dove imparerà a trovare il Nord... che gli servirà per la fuga successiva.
Ma perché Edw ha paura di quel luogo? Lui non può sapere da dove proviene il suo Lui, ma sa che il giorno prima era lì con la sua famiglia e quindi collega il luogo con l'omicidio e quindi ne ha paura per istinto.
E poi si prosegue tranquilli, in fondo che Edw fosse chiuso si era già intuito. E si arriva alla gemellite.
Qui viene svelato il legame fisico che c'è fra i gemelli che sarà una delle motivazioni che spingerà Alice ad affrontare Edward. Lei non ce la fa più a stare male per lui ed Edward sa del legame e vuole uccidersi per liberarla.
Inoltre il suo rifiuto per la supposta... bhe non c'è bisogno di spiegazioni. Ma soprattutto è importante il finale dove Esme e Carlisle mettono l'accento su due cose importanti: Il Luna Park e il suo essere maschio.

CAPITOLO 38-40
Anche qua si prosegue tranquilli tra episodi di vita normale. E si capisce quanto Edw sia geloso e possessivo ma anche importante nella sua funzione di guardiano per poi piombare in un capitolo cruciale il 39.
Qui si nomina per la prima volta a un altro episodio di cronaca nera. Viene infatti menzionata l'età uguale a quella attuale di Edw e il fatto che la vittima abbia gli occhi verdi come Edward. Ma soprattutto anche qua viene nominato sia il gettone, sia il Luna Park. E questo ho visto ha acceso diverse lampadine sul fatto che ci sia un serial killer dietro a tutto e che si nasconda nel Luna Park. Il resto è solo fatto per sviare... In quello successivo non ci sono particolari indizi solo le riflessioni di Carlisle che inizia capire che Edward sa più di quello che vuole ammettere... e che una fidanzatina gli farebbe bene!

CAPITOLO 41-46

Questa è la serie di capitoli dedicata alla fuga di Edward. Che mi hanno messo parecchio in crisi.
Volevo che scappasse dal Luna Park me lo vedevo fuggire nel bosco terrorizzato con Charlie alle sue calcagna ma perché?? Bhe il motivo non poteva essere che uno... aveva rincontrato il mostro. E veniamo alle spiegazioni. Edw incontra l'uomo Mark, che ubriaco non lo riconosce ma gli vede gli occhi verdi e cerca di portarselo a letto. Svenuto per la botta gli leva le scarpe(prima cosa che fa anche quando lo aveva violentato... non so se avete notato il collegamento) ma lui si riprende, si dimena, si fa male alla spalla ma fugge. Invece di tornare dai genitori, spaventato che il mostro possa far del male alla sua nuova famiglia, scappa nel bosco sempre in linea retta (sempre verso Nord come insegnato da Carlisle) per portarlo lontano sperando di venire ucciso da qualche animale. Charlie non capisce cosa è successo. Edward non racconta e la gioia di averlo ancora fra loro non gli fa indagare più di tanto. Ma c'è un indizio importantissimo. Mark indossa lo stesso medaglione che Charlie nota su Edward. Il gettone bucato. E' questo il particolare principale anche se non viene specificato apertamente. In quanto alle scarpe sono rimaste nella roulotte di Mark (notate da Charlie)...
Lui l'ha fatto fuggire, lui ha mentito di non averlo visto. Ma Edward sceglie di negare la realtà, di dimenticare, troppo terrorizzato per ammettere che il suo Lui non solo esiste ma l'ha quasi ripreso.
Durante questi capitoli Charlie fa diverse ipotesi... tutte create per confondervi mentre un altro indizio è che Edw è stato picchiato!


Capitolo 47 - 53

Qua viene spiegato fra le righe che Edward ha paura di Charlie perché sa che lui può costringerlo a parlare a rivelare al mondo la sua vergogna o magari a capire la sua fuga dal Luna Park.
Arrivano i due nuovi fratelli.
Era d'obbligo farli entrare. Si nota fin da subito l'attrito con loro che subito non capiscono e l'attrazione fra quelle che saranno le nuove coppie.
Cosa importante Jasper dice di saper nuotare bene...e meno male!!
Annotazione importante, Edward inizia a capire di non essere normale come maschio e le battute, le frecciate verso il suo essere singol fanno doppiamente male.
Tutto fino all'aggressione che fa capire ad Edward che Jasper è bravo ma soprattutto che può affidargli Alice. Cosa pericolosissima come vedremo più avanti

Capitolo 54-56

E arriviamo alla discoteca dove vediamo le coppie fare pace e uscire assieme. E la crisi di Edward che ammette per la prima volta di non poter avere una ragazza. Carlisle non capisce ma Edward sta iniziando a rendersi conto che qualcosa in lui non funziona correttamente. Inoltre con Carlisle ammette per la prima volta di aver paura del ritorno dei suoi torturatori e che qualcuno glielo ha promesso. Carlisle nn capisce così come non capisce perché Edw afferma di non poter stare con le ragazze.
Inoltre vediamo come le coppiette diventano fisse e audaci con lo sgomento dei genitori che notano la diversità con Edward. Trovo simpatico l'atteggiamento simpatico di Charlie molto comprensivo verso le coppie... visto che non c'è Bella di mezzo hihihi.

Capitolo 57

Capitolo fondamentale perché contiene tantissimi indizi. Andiamo con ordine.
L'età uguale a quella di Edw per la seconda volta.
Le parole di Edw che ipotizza che l'assassino sia lo stesso e che stia cercando lui. Carlisle nn capisce perché nn trova il legame e scarta l'ipotesi (ma Charlie nel racconto postumo resterà colpito da ciò)
Edw dice che non vuol essere toccato. Una parola strana che avrebbe dovuto far pensare Carlisle sul significato e fargli capire la paura di Edw.
Charlie nota gli occhi verdi del ragazzo assassinato nota che non ha indosso nemmeno le scarpe... strano no??
E per ultimo ritorna il misterioso gettone, che però Charlie non sa dove collegare (risentendo il racconto e raccontando però... i collegamenti diventeranno evidenti)

Capitolo 58-62
Qui incontriamo per la prima volta la definizione de “Il mostro di Natale”. Spesso i mass media hanno il vizio di dare soprannomi agli assassini, ed io ne ho approfittato. Vediamo Edw stare sempre peggio, mentre finalmente arriva Bella.
I comportamenti sono scontati ovviamente.
E arriviamo alla Femmina Morta. Questo posto è lo stesso dove Edw vuole uccidersi ed era giusto presentarvelo con le descrizioni in precedenza per non appesantire il discorso e lasciare che il mancato suicidio avesse tutta la vs attenzione. Qui si nota come ci sia attrazione da parte di entrambi!!
Nota: Il luogo esiste realmente ma non è un picco sul mare ma una conca in mezzo a un bosco di faggi. Ho usato il nome che mi piaceva perché quasi da horror visto cosa avrei dovuto descrivere, mentre il posto di per se ricorda le cinque terre liguri... un omaggio alla mia regione, anche se il mare non è così mosso per fortuna hihih. E poi un bel riferimento a NM ci voleva!!
E' alla fine della giornata che succede il fatto più grave.
Edw non urla più di notte ma piange. Piange perché si rende conto della sua malattia e di quello che invece vorrebbe avere e per la prima volta parla di suicidio spaventando i genitori.
La reazione di Carlisle è istintiva e pensa di aver risolto... nulla di così sbagliato perché Edw tacerà ma maturerà la decisione dentro di se. Deve solo trovare il coraggio che come sappiamo sarà Alice a darglielo.
Ed Edw peggiora mentre vediamo i tentativi di Bella e le tentazioni di Edw. E Charlie che inizia a preoccuparsi.

PROLOGO

ed eccoci al prologo dove la storia è partita e dove fin qua avete avuto la certezza che tutto andasse bene. Ma la storia era molla, era l'ora di vivacizzarla un po'.

Cap 63 -64

E veniamo ai capitoli cruciali. Alice stufa decide d'intervenire. Non ce la fa più e affronta Edw e lui apre il sacco.
Ora questo capitolo è stato riscritto e modificato tante volte. Volevo fosse duro ma non troppo ed ecco perché non è un pov Edw. Infatti i sentimenti sono quelli di Alice non suoi diretti. Edw racconta e più racconta più sorride libero finalmente dei suoi fantasmi. Non mi soffermo su ciò che dice perché molto chiaro. Solo vi faccio notare che lui dice ciò che sa, ossia tace sull'identità, sul collegamento con il Luna Park, e sul ciondolo che ha rimosso dalla mente e non ricorda ancora. La cosa che avete notato è come l'amore di Bella sia in realtà vissuta come una cosa negativa e come lui si sia reso conto di non essere più indispensabile x Alice.
Mi scuso ancora una volta per la durezza e se questo capitolo ha dato fastidio. Ma lo ritenevo necessario solo così era giustificabile il suo comportamento.

Capitolo 65-68

In questi capitoli si segue la decisione di Edw di farla finita e come Jasper cerchi di usare la solita scusa per farlo desistere. Ma non tiene conto che Edw è determinato ad uccidersi proprio per liberare Alice. Gli avesse detto di non farlo per Esme e Carlisle o per lui stesso forse Edw avrebbe desistito. Nel frattempo Bella inizia le sue indagini mentre vediamo Carlisle prendere in mano la situazione e parlare al telefono con chi?? Ma con Esme e Danny. Su quella spiaggia viene deciso il destino di Edw.

Capitolo 69-71

Questi 3 capitoli sono stati fonte d'ansia. Nati come un unico capitolo ho poi deciso di separarlo in tre parti per non farli troppo lunghi e soffocanti. Sono stati anche poi l'inizio della storia, il punto cruciale su cui si è fossilizzata. Probabilmente erano un po' troppo forti, ma a mia discolpa posso dire che oltre ad aver detto più e più volte che nulla è vero, speravo riusciste a farvi cogliere gli elementi fondamentali più nascosti.
La cura medica (che ribadisco ho inventato io) è solo la parte meno importante, il messaggio fondamentale era un altro.
Edw per la prima volta si fida di qualcuno di diverso e tira fuori un coraggio immenso ma solo perché spinto dall'amore verso suo padre e dal desiderio di non deludere ancora. Questi capitoli sono importanti perché lui rompe il muro di bugie che lo circondano e capisce che non può più rimanere passivo ma che deve agire per riavere la sua vita. Di fatto si scrolla di dosso il passato perché se Lui ha mentito su quello ha mentito su tutto e la colpa dell'accaduto non può essere sua. Ciò che lo spingerà ad accompagnare Charlie e a non rinunciare all'amore di Bella, segnando di fatto il primo passo verso la sua rinascita.
Altra cosa che volevo sottolinearvi è che Danny spinge Edw a conoscere se stesso, lo invita a riscoprirsi uomo e non lo forza fisicamente. Lo accompagna poi lo lascia fare da solo limitandosi ad abbandonarsi alla sua fantasia e al desiderio che ha represso troppo a lungo.
Qualcuno forse è rimasto interdetto che il medico fosse un maschio, ma volevo che Edw scoprisse il senso dell'amore e del vero sesso con Bella. Infatti la mano è la sua... Danny non lo tocca direttamente ma lo costringe a capire e conoscere se stesso.
E infine nell'ultimo vediamo Charlie. Come voi avete scoperto tutto o quasi leggendo i capitoli lui insieme a voi ha riscoperto la storia ed è arrivato alle vostre conclusioni. Anzi devo fare i complimenti a molte di voi che ci sono arrivate a capire tutto con parecchi capitoli di anticipo.
Charlie ha collegato i fili e adesso è andato a cercare la conferma che il Luna Park è il denominatore comune degli omicidi. Andrà a parlare con i superstiti delle vittime per sapere se erano andate nel Luna Park i giorni precedenti visto che Edw ne ha paura e porta quel misterioso ciondolo apparso altre volte sulle scene del delitto.

Capitolo 72 - 78

Qui è la cosa importante è che si crea una certa tensione nel immaginare il confronto famiglia Edw. Ora loro sanno e il dubbio di come verranno affrontate le conseguenze resta. Ma rimarrà tale perché gli eventi fanno si che fino a Natale Edw non avrà modo di affrontare la sua famiglia!!
Esme invece fa finta di nulla lasciando Edw interdetto. E da qua in avanti si seguono le indagini di Charlie che vuole catturare l'assassino. Ha capito quasi tutto ma vuole le conferme e andrà a chiederle ad Edw, svelando così gli ultimi misteri. Mentre Bella e Alice iniziano a maturare l'insulso piano di trovare loro il mostro.
E qui si cade nel thriller. Con Mark che cattura Alice perché assomiglia ad Edward e Charlie che piomba sul luogo a salvarle.
Ma ancora una volta è l'amore di Edw verso la gemella e Bella a risolvere la situazione offrendosi come agnello sacrificale.
Da notare che Bella e Charlie notano una luce diversa in Edw che malgrado abbia paura l'affronta per la prima volta ed è pronto ancora una volta a sacrificarsi.
Sarà Alice per uno scherzo del destino a rischiare di ucciderlo. Ho amato molto questo passaggio così come la costruzione di quanto è avvenuto nei movimenti dei singoli personaggi sulla scena. Spero abbiate apprezzato. Il mostro muore e qualcuna sperava morisse lentamente ma una morte lenta avrebbe potuto creare “pena” per il cattivo che non si meritava compassione da nessuna lettrice. E allora morte sul colpo senza neanche uno sguardo di nessuno o l'attenzione di qualche personaggio invece focalizzata sul nuovo rischio. Ma per quanto sadica non potevo certo farlo stare male così ho risolto tutto solo con una grande paura e basta!!!

Capitoli 79 -82
Da qua in poi c'è solo l'inizio della rinascita di Edw, la dolcezza dell'amore in tutti i suoi sensi e i chiarimenti dovuti con Alice che è sempre stata un personaggio principale.

Capitolo 83 e 84

E qui forse qualcuna avrebbe preferito che allungassi la storia per seguire di più la rinascita di Edw all'amore. Forse vi sembrerà strano ma la FF in un primo tempo si concludeva senza questi due capitoli. Mi sono chiesta se non fosse troncarla troppo bruscamente e allora ho aggiunto questi capitoli teneri e dolci. Ma non ho voluto fare di più per diversi motivi.
Primo non sono così brava a descrivere scene di amoreggiamento, secondo conoscendomi avrei fatto ancora soffrire i personaggi e avevano già dato per quel che mi riguarda, terzo ci sono tantissime FF bellissime dedicate interamente a queste storie di scoperta e rinascita ed io volevo lasciare ad ognuna di voi immaginare la dolcezza di quei momenti e quarto dopo ottanta e passa capitoli avevo paura di annoiarvi e renderla infinita anche perché correggerla e gestirla è stata un operazione lunga e complessa.
Mai più così lunghe !!!!!!!!!!!

EPILOGO

Che dirvi. Ho amato tantissimo Tigro fin dalla prima volta che ho scritto di lui. Anzi in un qualche senso è stato lui ad ispirare la storia iniziale. Un bambino che si attacca ad un peluche e che non parla. Tutto troppo tenero e bello per ignorarlo. Sapevo fin dall'inizio che era l'unico amico e rifugio di Edw. E' apparso tante volte e tutte in fasi importantissime, è stato sempre presente nei momenti più importanti (quando Edw viene strappato dalla famiglia e lo affida ad Emmet, quando viene usato da Charlie per ritrovarlo, quando si confessa con Alice stringendolo a se, ecc...) e se mai la leggerete vi accorgerete quanta importanza ha avuto.
E quindi volevo dedicare a lui il finale, a quel piccolo personaggio silenzioso che io ho amato tantissimo!!!


E con questo ho finito di tediarvi !!! Vi do appuntamento sulle altre storie.
Detto questo vi saluto e vi abbraccio stretto stretto ringraziandovi di tutto

 








martedì 21 maggio 2013

Epilogo Il destino



Epilogo



Esme


Era il sette Gennaio di un nuovo e bellissimo anno e il sole brillava alto nel cielo. Seduta sul vagoncino della ruota panoramica mi stringevo a Carlisle beandomi della sua vicinanza e di quella giornata così serena.

Guardai in basso e vidi Charlie che ci aspettava in piedi. Era in borghese con un enorme zucchero filato in mano. Un sorriso beato aleggiava sul suo viso mentre Sue si dava da fare per ripulirgli i baffi ridendo divertita.

Ridacchiai anch'io alla vista di quel burbero sceriffo dal cuore di panna e spostai gli occhi sui vagoni dietro al nostro.

Seduti vicino, Rosalie stava guardandosi l'anello di fidanzamento che Emmett le aveva donato, stando teneramente avvolta tra le braccia enormi del mio bambinone. A Settembre prima di partire per il collage assieme, si sarebbero sposati.

Dietro ancora Jasper e Alice stavano avvinghiati teneramente. Sul loro volto un sorriso felice. Finalmente le paure e le ansie erano scomparse e lei era libera di amarlo senza ombre. Lui ormai un uomo stava solo aspettando che lei crescesse e ci avrei scommesso che l'anno successivo dopo il diploma di Alice avremmo festeggiato un secondo matrimonio.

Sospirai felice. Non avrei potuto desiderare di meglio per i miei figli.

Sull'ultimo vagoncino abbracciati e intenti a baciarsi teneramente c'erano Edward e Bella.



Sorrisi felice. Contrariamente a quanto ci aspettassimo era stato lui ad insistere per venire al Luna Park ed ora era perfino salito sulla giostra con il sorriso sulle labbra. Aveva voluto abbattere anche l'ultimo tabù e dal suo sorriso rilassato era evidente che ci era riuscito alla grande.

Era tornato a casa a Natale come aveva previsto Carlisle e non aveva perso tempo chiedendo a Charlie di poter uscire con Bella.

Lui aveva mugugnato ricordandogli che erano entrambi piccoli ma aveva acconsentito, complice anche l'amore inaspettato e improvviso scoppiato con la bella Sue.

E poi sapeva che sarebbe stato impossibile fermarli, finalmente erano riusciti a coronare il loro sogno ed io ero entusiasta per loro.

La speranza che lei con il suo amore lo salvasse si era realizzata e adesso davanti a loro li aspettava un futuro radioso.

Edward doveva ancora affrontare diverse paure ma ero certa che Bella lo avrebbe aiutato ad allontanare anche gli ultimi fantasmi. Lo vedevo dal loro sorriso, lo sentivo dall'elettricità che emanavano, lo speravo con tutto l'amore che una mamma può avere.



Finalmente le nostre notti erano diventate serene e le nostre rughe erano sparite.

Anche l'ultimo dei miei figlioli aveva trovato la sua pace e la sua voglia di vivere sembrava non aver confini. Il sorriso era finalmente spuntato sul suo volto e, avrei giurato, per restarci per sempre.

Mi voltai verso Carlisle e lo baciai teneramente.

Lo amavo ancora di più se fosse stato possibile e lui dopo aver ricambiato il mio bacio si voltò a vedere i suoi figli e mi sorrise dolcemente.

Il titolo dei Cullen era in buone mani.

Ero sicura che questo sarebbe stato un anno fantastico e nel giro di pochi anni, avrei scommesso, avremmo dovuto comprare un nuovo Albero di Natale perché le palline da comprare presto sarebbero aumentate...



Carlisle


Finalmente ero felice e sereno. Baciai Esme e se avessi potuto non mi sarei più staccato dalle sue labbra. Ma dovevo dare il buon esempio. Le sorrisi e mi voltai a vedere i miei ragazzi.

Ero felicissimo per tutti loro ma ancora di più per Edward che finalmente era sereno.

Seduto vicino a Bella si stavano baciando teneramente.

Ridacchiai felice.

Seduto in mezzo a loro con il suo sguardo serio e immutabile, leggermente sgualcito ma ancora fiero e dritto, con al collo il gettone del Luna park schiacciato e rotto da un lato, sedeva il suo Tigro.

Lui conforto del dolore di Edward, nei prossimi anni sarebbe stato il muto e silenzioso testimone del loro amore e della loro felicità.



Il destino della famiglia era stato salvato, quando insieme, grazie all'amore che ci univa, avevamo sconfitto il passato dei gemelli.



Sei anni dopo...



Ormai sono passati sei anni. Dovrei dire sei lunghissimi anni nel quale mi sono sentito un po' solo.

Io compagno di lunghe notti insonni, ho visto e sentito tante volte piangere Edward da non riuscirle nemmeno a contare. Ho asciugato tante di quelle volte le sue lacrime da avere tutto il pelo arruffato.

Ero il suo compagno di viaggio, ma non viaggio inteso solo come passeggiata, ma inteso come il compagno della sua vita.

In me trovava conforto e riparo. Ascoltavo le sue paure e le confessioni che aveva timore a rivelare ad altri.

Ero il suo unico amico e adesso, con orgoglio, sono il testimone silenzioso della sua felicità.

Certo è stato un processo lungo e difficile. Il passato non è stato facile da cancellare. Bella ha dovuto lottare a lungo per riuscire a conquistare la sua fiducia totale, per fargli dimenticare quello che aveva passato, per fargli accettare il suo corpo rovinato e le sue emozioni. Per farlo sentire uomo fino in fondo.

Il solo sentirsi toccare, baciare, erano per lui non solo esperienze nuove ma anche sconvolgenti perché andavano a riaprire ferite profonde del suo cuore e della sua mente. Ma già dal primo Natale, posato sul comò, avevo assistito alla loro voglia di provarci, al loro desiderio di amare e sentirsi amati, alla determinazione di dimenticare il passato.



Ed io in silenzio e immobile, come sempre, sulla mensola della libreria nella quale adesso ho trovato il mio posto, ho assistito alla sua rinascita, allo scoprire la sua natura di uomo.

Ho assistito alla loro prima volta, al loro scoprirsi uomo e donna, al loro donarsi piacere reciproco, alla loro decisione di sposarsi.

Eh sì perché dopo tre anni, assieme ad Alice e Jasper, sono convolati a nozze fra i pianti e la gioia della loro famiglia.



E adesso finalmente sto per essere tirato giù dalla mensola perché ho un altro bambino da far felice.

Tieni Renesmee. Questo è Tigro. L'amico di papà, devi tenerlo bene, e prenderti cura di lui. Per troppo tempo è rimasto solo” dice il mio Edward mettendomi fra le braccia di una bellissima bambina dai capelli castani e gli occhi verdi e intensi.

E mentre lei allunga le sue mani paffutelle pronta a stringermi a se, lui mi guarda un ultima volta con gli occhi lucidi.

Grazie di tutto Tigro. Sei stato un vero amico. Sono sicuro che la farai felice e che l'aiuterai come hai fatto con me” mi dice dopo avermi dato per un ultima volta un bacio fra le mie grandi e un po' rovinate orecchione pelose.



FINE


Grazie ancora tantissimo e vi aspetto con il Backstage e ovvimente se volete lasciarmi un commento ne sarei felicissima.
Grazie

venerdì 17 maggio 2013

Capitolo 84 L'ultimo muro abbattuto



Capitolo 84    L'ultimo muro abbattuto



Il pranzo passò veloce e allegro. Circondato dal loro affetto e dalla loro euforia quasi mi scordai di mangiare.

Era strano, era come se un velo che ricopriva i miei occhi fosse stato squarciato all'improvviso.

Mi sembravano tutti più vivi, più allegri, più... più loro. O forse finalmente ero io che vedevo le cose come dovevano essere.

Nessuno fece battute strane, nessuno osò neanche nominare l'accaduto o alludere lontanamente ai miei problemi o a quello che era successo nei giorni precedenti.

Era come se tutti avessero cancellato la memoria, e avessero deciso di ripartire da capo.

Se all'inizio ero teso e nervoso alla fine ridevo e scherzavo come non avevo mai fatto con il cuore e l'anima finalmente sereni.

Bella seduta al mio fianco rise e scherzò con noi ma come me mangiò con una mano di meno.

Entrambi per tutto il tempo rimanemmo con le mani strette uno all'altra sotto al tavolo, a crogiolare e godere di quel contatto così superficiale ma così insperato e intimo tra di noi.

Allora apriamo lo spumante?” chiese alla fine mio padre tornando dalla cucina con tre bottiglie chiuse.

Dai papà una l'apro io” disse Emmett allungando le mani. Carlisle sorrise e gliela passò mentre allungava la seconda a Jasper che si era alzato in piedi per prenderla. Normalmente la terza l'apriva papà o Charlie. Era un rito che non mi interessava, e che anzi m'inquietava parecchio.

Il botto mi faceva sussultare e più di una volta mi ero allontanato con una scusa tornando quando avevano già versato nei bicchieri.

La terza l'apri tu? Edward?” mi chiese mio padre guardandomi sorridente.

Annui felice e allungai la mano libera per afferrarla.

Edward servono entrambe le mani per aprire la bottiglia, lo sai vero?” mi prese in giro Emmett.

Divenni rosso mentre mollavo la mano a Bella per darmi da fare con la carta che la ricopriva.

E quando facemmo saltare i tappi mi voltai verso il mio fratellone bagnandolo tutto.

Oh scusa Emmett. Avevi ragione ci volevano due mani” affermai facendo scoppiare a ridere tutti mentre Emmet mi guardava stralunato.

Ovviamente non finii il pranzo asciutto con un gran sospiro di Esme che minacciò di metterci a pulire tutti quanti. Ma lo disse con un sorriso tale che invece di smetterla scoppiammo a ridere e bagnammo pure lei.



Dopo pranzo e dopo che tutti assieme avemmo ripulito la stanza e messo in ordine la cucina, iniziammo a scambiarci i regali. Io non avevo fatto in tempo a comprare nulla e chiesi scusa mortificato a tutti.

Ma tu ci hai fatto il regalo più bello” mi disse Carlisle sorridendomi.

Lo guardai stupito e lui scosse la testa divertito dal mio stupore.

Il tuo sorriso Edwrad. Non sai quanto a lungo l'ho desiderato” aggiunse emozionato stringendomi ancora una volta a se.

Li avevamo aperti tutti e avevo come al solito ricevuto una quantità di oggettini bellissimi non tanto per il valore ma perché rappresentavano l'amore della mia famiglia.

Un attimo di silenzio” alzò la voce mio padre interrompendo le risatine delle mie sorelle che avevano regalato ai propri fidanzati dei boxer rossi con qualche disegno allusivo.

Ci zittimmo tutti per ascoltarlo e lui prese la parola.

Questo è un Natale speciale per la nostra famiglia.” iniziò a parlare guardandomi negli occhi mentre diventavo rosso per l'imbarazzo “ma non solo perché Edward ha finalmente deciso di regalarci il suo sorriso...” continuò facendomi l'occhiolino.
Ma perché siete diventati tutti grandi, avete imparato a gestirvi e a volervi bene, senza distinzioni, esattamente come dei veri fratelli... ” continuò mia mamma.

Ed è per questo che volevamo farvi un regalo speciale” finii mio padre

Poi prese dal mobile cinque scatoline di velluto e ce le porse ad ognuno di noi figli.

Vedete tanti anni fa per riportare Edward e Alice a casa io e vostra madre abbiamo fatto un atto ufficiale che rende Edward il mio successore come titolo. Ma nello stesso tempo anche un testamento per dividere i nostri beni in parti uguali.” alzai lo sguardo stupito. Non immaginavo nulla di tutto ciò mentre incrociavo lo sguardo stupito di Emmett e saputello di Alice. Lei lo sapeva capii, ma non feci domande, non era il momento poi avrebbe dovuto spiegarmi come e quando lo aveva capito.

Mio padre dopo una pausa riprese la parola. “E due giorni fa con Esme abbiamo modificato il testamento. Da oggi in avanti tutto ciò che verrà aggiunto sarà invece diviso in cinque perché Jasper e Rosalie sono diventati parte della famiglia a tutti gli effetti visto che è arrivata la comunicazione del tribunale che lo attesta e perché hanno già intestato i beni della loro famiglia d'origine.” concluse sicuro che noi avremmo capito.

E non si sbagliava perché sul volto di ciascuno di noi c'era un gran sorriso mentre ci guardavamo coscienti di essere dei veri fratelli, coscienti dei vincoli che ci univano gli uni con gli altri che andavano ben oltre a quelli di una semplice carta bollata.

Ancora stupiti e incuriositi dalle sue parole ci affrettammo ad aprire la misteriosa scatolina.

Dentro c'era lo stemma della sua famiglia. Per noi maschi montato su un braccialetto di cuoio per le ragazze appeso a una catenella d'argento.

Questo è il simbolo della mia discendenza. E voi, siete tutti eredi dei Conti Cullen” concluse sorridendoci emozionato ed orgoglioso mentre stringeva a se mia mamma.

Per te è già pronto...” la sentii sussurrare a Bella con un sorriso felice.



Non avevo mai saputo ciò che avevano fatto pur di riportarci a casa, non avevo idea di quanto avessero lottato e non immaginavo neanche lontanamente che mai avrei potuto avere un titolo. In fin dei conti ero solo un orfanello, un ragazzo che se non fossero arrivati loro sarebbe impazzito e forse anche morto suicida. Mi sembrava ancora così strano di essere circondato da così tante persone che mi amavano, e fui felicissimo di ricevere lo stemma di mio padre ma ancora di più di sentirlo affermare che ero suo figlio con orgoglio. Lo avevo fatto impazzire, gli avevo dato una montagna di problemi, eppure... eppure mi amava come il primo giorno che lo avevo visto all'orfanotrofio.

Non avrei mai dimenticato i miei genitori reali, ma ero finalmente riuscito ad accettare l'accaduto e soprattutto ero convinto che fossero felicissimi di sapere quanto i miei nuovi genitori mi amassero.

Forse lassù dal cielo avevano fatto si che loro scegliessero proprio noi, forse la scelta di adottarci era stata in qualche modo indirizzata dai miei veri genitori che avevano scelto questa coppia meravigliosa capace di amarci e di amare me malgrado tutti i problemi che mi ero portato dietro.







E anche il pomeriggio passò sereno come non mi era mai successo. Tigro mi osservava dal comò ridere e giocare con la mia famiglia.

E fu quasi all'ora di cena che mamma annunciò che sarebbero andati via con Carlisle e Charlie a cenare da una loro amica e che sarebbero rientrati la mattina successiva.

Rimanemmo tutti un po' perplessi da quella decisione così inaspettata ma in fondo avevano ragione ormai eravamo grandi e poi dal volto rosso di Charlie capimmo tutti che la professoressa Sue doveva avere un certo interesse per il nostro sceriffo.

Bella, rimane con noi Charlie. Anzi potrebbe fermarsi a dormire qui.” affermò Alice entusiasta.

Nessuno si oppose, evidentemente era un fatto ormai scontato dal momento che non era la prima volta che lei veniva ospitata sul divano in camera delle ragazze.



Quando furono usciti mi domandai cosa avremmo cucinato per cena, non era avanzato molto dal pranzo.

Pizze” affermò Alice sorridente “Stasera pizza” ribadì compiaciuta dalla sua idea.

Ok allora io e Jasper andiamo a comprarle. Come le volete?” chiese Emmett alle due ragazze con un aria furbastra che non mi piacque per nulla.

Non lo so proprio” affermò Rosalie guardando Alice negli occhi e ridacchiando.

Neanch'io. Sai quasi quasi veniamo con voi. Così scegliamo.” rispose sorridente la mia gemella.

I ragazzi si affrettarono ad annuire e Jasper si rivolse a me e Bella “Allora noi andiamo. E ci metteremo un po'. Non volete venire con noi vero?” ci chiese facendomi l'occhiolino.

Lo guardai allibito. Non riuscivo a capire, erano solo le sei del pomeriggio. C'era tempo dove diavolo volevano andare a prendere le pizze? Fino in Canada? E perché mi guardavano tutti con uno strano risolino stampato sul viso?

No Jasper. Ho freddo. Noi rimaniamo qua ad aspettarvi” rispose di corsa Bella per entrambi.

La guardai stupito. Aveva le guance in fiamme, come poteva aver freddo?

Bene. Così Edward ti scalda... ahi” rispose Emmett avendo ricevuto una gomitata da Rosalie.

Allora due margherite per voi” affermò Alice mentre si affrettava ad uscire e a spingere fuori il mio fratellone che protestava “Insomma... se non ci è arrivato...”

La porta si chiuse e all'improvviso mi resi conto di essere rimasto solo in casa con Bella. Un silenzio irreale e inusuale ci avvolse.

Hai freddo?” le chiesi titubante domandandomi ancora una volta come fosse possibile.

Lei mi sorrise e mi prese la mano “Perché non ci sediamo vicini al fuoco?” mi chiese.

Annui ed andammo a sederci vicini sul tappeto davanti a quella calda fiamma che riscaldava l'ambiente e i nostri cuori.

Il silenzio regnava sovrano solo interrotto dal crepitare del fuoco e dai nostri respiri mentre sentivo il mio cuore nel petto battere frenetico proprio come il suo.

Le fiamme danzavano, indifferenti a noi, inondandoci con il loro calore, riscaldando e creando un atmosfera surreale.

Lei seduta vicino a me con la sua mano stretta nella mia cambiò leggermente posizione posando la testa sulla mia spalla e posando la mano libera sul mio collo.

E' così bello qui” mormorò.

Io le sorrisi grato per quel contatto, felice di sentirla appoggiata a me fiduciosa e girandomi la guardai sorridere felice mentre chinandomi le appoggiavo le mie labbra sulle sue.

Erano così morbide e accoglienti.

Lei mi sorrise ricambiando il mio bacio, approfondendolo, rifiutandosi di staccarsi mentre la sua mano scivolava sulla mia nuca andando a giocare con i capelli.

Ti amo Edward” mi disse poi fissando i suoi occhi nei miei.

Anch'io” le sussurrai dandole un bacino sul naso imbarazzato.

Non sapevo cosa fare. Avevo voglia di accarezzarla, di sentire la sua pelle sotto le mie dita ma anche paura. Paura di fare le cose sbagliate, paura di poterle fare in qualche modo male, paura di spaventarla o di osare troppo.

Non avevo mai conosciuto l'amore o il piacere del sesso. Le uniche mie esperienze erano state traumatiche e dolorose a parte quello che avevo fatto con Danny... che non era decisamente molto lusinghiero.

Ma adesso lui non c'era e c'era invece Bella in carne ed ossa, non più la mia immaginazione ma lei vera e reale. E se... un brivido mi percorse lungo la schiena.

Ero veramente un ragazzo? Sarei stato in grado di… non osai proseguire nei miei pensieri ingoiando a vuoto, terrorizzato di scoprire di essermi illuso, spaventato di poterla deludere.

Insomma avevo paura. Paura per lei e paura per me.



Rimanemmo ancora in silenzio qualche minuto, vicini consapevoli di quello che avremmo voluto fare ma bloccati dal muro di paure che stavo nuovamente alzando fra di noi.



Edaward” mi disse poi lei allungando una mano sul colletto della mia camicia. “Posso?” mi chiese poi timidamente.

Io la guardai. Mi stava chiedendo il permesso di toccarmi, di approfondire il nostro rapporto.

Probabilmente aveva paura che fuggissi ma io desideravo sentire la sua mano sul mio corpo, solo non sapevo come avrei reagito.

Mi limitai ad annuire mentre l'accarezzavo il volto.



Lentamente lei mi sbottonò i primi tre bottoni poi si chinò e mi baciò dove iniziava la lunga cicatrice.

Ebbi un fremito. Un misto tra il piacere e la paura.

Bella io non so... se...” mormorai tremando dentro di me a quel contatto così diverso, così bello, così ricco di aspettative.

Lei mi sorrise.

Lasciami fare non avere paura” mi mormorò dandomi ancora un bacio sulle labbra mentre la sua mano iniziava ad accarezzarmi il collo e il petto.

Sei bellissimo Edward” mi disse.

Io chiusi gli occhi, volevo gustarmi quel tocco così caldo e piacevole ma invece l'immagine del mostro attraversò un ultima volta il mio cervello costringendomi a chiudere gli occhi “No” mormorai mentre una lacrima scivolava dagli occhi.

Guardami Edward” mi ordinò imperiosa “Apri gli occhi e guardami” continuò sempre autoritaria.

Ubbidii ma subito abbassai lo sguardo vergognandomi di quello che ero, e odiandomi perché non riuscivo a dimenticare.

Ho detto di guardarmi” m'intimò lei. “Chi sono Edward?” mi chiese dura. “Chi sono io?” continuò al mio silenzio.

B... Bella. Sei Bella” le risposi in un mormorio stentato.

Allora non levare gli occhi dai miei, e rilassati perché io non sono Lui e ti amo e non intendo farti del male. Lui è morto. Lui non c'è più. Lui non potrà più toccarti. Ma io invece sono qua, sono reale e voglio amarti ed essere amata da te.” affermò mentre si sedeva cavalcioni su di me.

E lentamente senza distogliere gli occhi dai miei, iniziando a baciarmi le labbra, le sue mani scesero ad aprire la mia camicia e poi la sfilarono lasciandomi con il petto nudo.

Vuoi levarmela tu?” mi chiese poi tirandosi fuori la sua dai pantaloni.

Ero nervosissimo ma sapevo che dovevo avere fiducia in lei, dovevo imparare a capire quanto fosse bello amare, quanto fosse diverso sentirsi accarezzare da lei, e finalmente dimenticare e lasciarmi andare. Così con le mani tremanti dall'emozione e dalla tensione iniziai ad aprirle la camicetta. E ad ogni bottone i miei gesti diventavano più sicuri, più rapidi mentre guardavo i suoi occhi bruciare d'amore e sentivo sotto le mie dita la sua pelle calda e liscia.

Quando la camicetta fu aperta ebbi un fremito mentre le accarezzavo la pelle così morbida, così bella e liscia. E quando si slacciò e sfilò il reggiseno rimasi a guardarla stordito e affascinato. Fu nuovamente lei a guidare i miei gesti e dopo avermi dato un ultimo bacio avvicinò il mio viso a loro.

Non mi disse nulla ma sapevo ciò che voleva e ciò che io mi resi conto desideravo da morire.

La baciai a lungo, leccando e succhiando, finalmente dimentico dei miei problemi conscio del piacere che ci attraversava come una scossa elettrica mentre le mie mani scorrevano sulla sua schiena. Era morbida e calda. Anche lei mi accarezzava dolcemente alternando la schiena e le spalle ai miei capelli.

Ed io stavo letteralmente impazzendo nel sentirla così vicino a me, nel sentirmi finalmente così uomo.

Perché per la prima volta mi sentii il pene indurirsi e premere per uscire, lo sentii prendere vita e reclamare in maniera smaniosa la sua libertà per dimostrarmi quanto maschio fossi realmente e quanto dolce fosse il frutto dell'amore.

Ma io questa sera non lo avrei accontentato. Aveva aspettato tanto e avrebbe continuato ad aspettare.

C'era tempo. Perché avevo ancora tante cose da scoprire, tanti muri da abbattere, tante paure da superare. E soprattutto non c'era fretta, perché certe cose bisogna saperle gustare, perché entrambi volevamo farlo nel modo e nel momento giusto. Non volevo sprecare con la fretta quelle sensazioni nuove, volevo gustarmi tutto, avevo anni e paure da recuperare e volevo farlo quando mi sarei sentito in grado di affrontare senza timore quello che mi aspettava, tutte le mie paure che sapevo erano pronte a rispuntare, ma soprattutto volevo scoprire e godermi tutte le emozioni che sapevo mi avrebbero travolto.

Troppo a lungo avevamo desiderato questo momento, troppo a lungo avevo aspettato di scoprire quanto bello fosse sentirsi uomo per bruciare tutto con la fretta. C'è un tempo per tutto e adesso era quello della scoperta, dell'attesa, perché finalmente entrambi sapevamo che non sarebbe stata infinita ed entrambi volevamo gustarci ogni piccola ma enorme conquista che avremmo fatto.

Così quella sera ci limitammo a baciarci e ad accarezzarci. Entrambi estasiati dalla scoperta dei nostri corpi e dalla scoperta di quelle nuove sensazioni, ebbri d'amore e appagati da quelle piccole conquiste.

Ci bastò questo perché era già una speranza realizzata, un traguardo da noi considerato irraggiungibile.

Era bellissimo sentirsi maschio e scoprire quanto lo fossi, quanto piacere ci poteva essere anche solo dietro ai baci o alle carezze.

Era bellissimo sentire il suo corpo e il mio nudi vicini, sentirmi accarezzare con amore e poterla stringere a me e sapere che lei era felice tra le mie braccia.



E quando i miei fratelli a tarda notte tornarono ci trovarono vestiti e addormentati davanti al fuoco uno fra le braccia dell'altro, sereni e sorridenti.



Sono bellissimi” mormorò Alice stringendosi a Jasper con gli occhi pieni di lacrime di felicità.

Venite, andiamo, lasciamoli dormire in pace” aggiunse lui dopo aver caricato il caminetto.

Rosalie invece ci coprì con una coperta e silenziosamente si allontanarono tutti lasciandoci soli in compagnia del nostro amore.

La notte più bella e serena della mia vita, perché la prima di una lunga serie.