Esme
Erano
le sette quando andai ad aprire la porta tutta felice e me lo
ritrovai fra le braccia.
Le
sue labbra si posarono sulle mie con delicatezza mentre entrando
chiudeva con un calcio la porta di casa.
Lo
amavo, ero disperatamente innamorata di mio marito e lui ricambiava
appieno il mio amore.
Ci
baciammo a lungo poi mi prese in braccio e si sedette sul divano con
me sulle sue ginocchia.
“Carlisle
ma cosa stai facendo?” gli chiesi ridendo.
Lui
mi guardò sorridente “Sto coccolando mia
moglie” mi rispose
serio
“E
farai bruciare la cena” lo rimproverai chinandomi a baciarlo.
“Lasciala
bruciare” mi rispose sulle labbra.
“Ma
sei matto! Ci ho messo tutto il pomeriggio” risposi ridendo e
saltando giù dalle sue ginocchia
Scoppiò
a ridere e mi seguì in cucina.
Avevo
apparecchiato con il servizio bello e sulla tavola una candela rossa
aspettava solo di essere accesa.
“Che
profumino” commentò facendomi una carezza sui
capelli mentre si
sedeva.
“Buon
appetito” gli dissi mettendomi a tavola con l'antipasto.
Durante
la cena chiacchierammo del suo lavoro e del mio.
Si
perché per occupare le lunghe giornate vuote lavoravo
part-time
presso il comune come architetto.
Mi
piaceva il mio lavoro e poi mi dava una certa indipendenza economica
anche se Carlisle guadagnava molto bene oltre ad essere ricco di
famiglia.
Non
per niente abitavamo in una grossissima casa, ereditata dai suoi
genitori ormai morti da lungo tempo.
La
cena volò velocemente e dopo aver riordinato la cucina
assieme ci
sedemmo in sala di fronte al caminetto che bruciava lentamente
scaldando l'aria e il cuore.
Per
un po' restammo in silenzio a fissare la fiamma poi chinandosi su di
me e posando le sue labbra sulle mie mormorò.
“Perché non apriamo
i regali?”
Lo
guardai stupita erano ancora le undici e i regali li aprivamo solo a
mezzanotte ma avevo sentito nella sua voce un impazienza insolita.
Lo
guardai di traverso e lui mi sorrise tirato.
“Lo
so è presto ma non resisto più e vorrei che tu
aprissi il mio” mi
confidò baciandomi il collo.
Gli
sorrisi e alzato la testa lo baciai teneramente.
“Come
desidera Dottor Cullen” mormorai.
A
questo punto stavo morendo anch'io dalla curiosità.
Davanti
all'albero prendemmo i pacchetti.
“Belli.
Grazie” mi disse posandomi un bacio fra i capelli mentre mi
porgeva
il suo pacchetto dopo aver aperto il mio.
Mi
sentivo nervosa. Qualcosa mi suggeriva che c'era qualcosa
d'importante dentro quel pacchetto. Lo percepivo dalla sua impazienza
e dai suoi occhi che quasi bruciavano d'amore.
Aprii
lentamente mordicchiandomi le labbra, sotto il suo sguardo attento.
E
fra le mani mi ritrovai un berrettino di lana colorato.
“Bello”
mormorai sorridendogli.
Ne
avevo bisogno ed era carino ma sentii un pizzico di delusione ferirmi
il cuore.
Scossi
la testa contro me stessa e le mie fantasie... che cosa mai mi ero
aspettata??
“Ti
piace?” mi chiese guardandomi di soppiatto.
“Si.
Si” mi affrettai a dirgli per paura che la mia delusione
fosse
evidente.
“Perché
non lo metti?” mi suggerì
Lo
guardai stupita e lo strinsi fra le dita per aprirlo e poggiarmelo in
testa.
Sentii
qualcosa di duro e abbassai lo sguardo. In fondo al berretto c'era
una altro piccolo pacchetto.
Infilai
la mano incuriosita e tirai fuori una scatolina di raso blu.
“Aprila”
mi suggerì con la voce roca dall'emozione.
Ubbidii
subito, sempre più curiosa e con mia grande sorpresa vi
trovai un
anello.
Rimasi
stupita mentre mi rigiravo quell'anello tanto bello quanto strano.
Era
d'argento e il sopra era piatto. Una mano, un trifoglio e un leone
erano finemente incisi e bordati d'oro.
“E'
bellissimo” dissi con la voce roca dall'emozione guardandolo
senza
fiato.
“E'
lo stemma della mia famiglia. Signora Cullen” disse
“Era di mia
madre” aggiunse sorridendomi.
Non
credevo alle mie orecchie. Sapevo quanto teneva alla sua famiglia e
alle sue origini malgrado non lo desse a vedere.
Era
figlio di Conti e suo nonno era stato consigliere della Regina
d'Inghilterra.
“Io....” balbettai commossa.
“Io....” balbettai commossa.
“E
il bello devi ancora aprirlo...” mi disse porgendomi la busta
che
era rimasta nascosta dal cappello.
Lo
guardai sconcertata cosa mai poteva esserci nella busta di
più
bello e prezioso di quello che mi aveva regalato????
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