martedì 12 febbraio 2013

Capitolo 48 Due nuovi fratelli

Alice

Il giorno dopo mamma e papà partirono per l'Europa lasciandoci a casa affidati alla Signora Luisa.
Cercammo di mantenere la nostra vita normale ma mi mancavano da morire.
Eravamo tutti  e tre tesi e nervosi.
La Signora Luisa ci preparava colazione, ci accompagnava a scuola la mattina con la sua macchina e ci veniva a riprendere.
Anche il pomeriggio lo passava con noi, facendoci compagnia e preparandoci merenda e cena.
La sera poi ci metteva nei nostri letti e lei si sistemava a dormire sul divano.
Non è che non si fidassero di noi, è che i miei genitori avevano paura  che Edward od io facessimo qualche pazzia.
La prima sera Emmett mi diede il bacino della buona notte e poi rimboccò le coperte anche ad Edward.
Si occupava di noi come se fosse stato il nostro papà ma la sua presenza non era sufficiente.
Quando mi chiuse la luce iniziai a pensare alla possibilità che Esme e Carlisle non tornassero, che potessero per qualche motivo abbandonarci. Poteva accadergli di tutto e noi avremmo nuovamente perso i nostri genitori.
La mia camera buia mi sembrava un posto freddo e desolato. Mi sentivo sola e avevo paura. Era come essere tornati indietro negli anni, di nuovo come essere all'orfanotrofio. Anzi forse peggio dal momento che lì almeno all'inizio mi avevano lasciato dormire vicino al mio gemello.
Iniziai a piangere sommessamente, poi mi feci coraggio e andai nella camera di Edward.
Volevo vederlo, dovevo essere sicura che lui fosse lì, che neanche lui mi avesse abbandonato.
Quando entrai trovai Emmett seduto sul suo letto che lo abbracciava teneramente.
Il mio fratellone alzò la testa e vide le mie lacrime scivolare sulle guance.
Sei in crisi anche tu Alice?” mi chiese dolcemente facendomi segno di avvicinarmi.
Corsi da loro e mi sedetti in braccio ad Emmett. Lo sentii sospirare.
Adesso vado.” dissi confortata da quelle braccia forti e conosciute “non voglio che la signora Luisa si svegli e si preoccupi. E' così gentile con noi.” finii facendo una carezza sul viso ad Edward.
Emmett scosse la testa. “Ho un idea” disse ridacchiando. “Venite con me” ci disse prendendoci per mano.
Insieme tutti e tre andammo nella camera da letto dei nostri genitori.
Edward non voleva entrare ma Emmett con uno strattone lo costrinse.
Infilati sotto le coperte” gli ordinò entrando alla sua destra nel grande lettone
Avevo capito e ridacchiando mi misi alla sinistra di Edward.
Mi appallottolai vicino a lui posando la mia testa sulla sua spalla mentre Emmett lo stringeva vicino a lui.
Circondato dai nostri corpi e dal nostro amore piano piano si rilassò ed io con lui.
La mattina Emmett ci svegliò presto e ritornammo nel nostro letto mentre sentivamo la Signora Luisa preparare la colazione.
Se lo avesse sentito qualcuno ci avrebbero preso in giro certamente visto che non eravamo certo più bambini, ma il senso dell'abbandono, la paura di essere lasciati soli ci spaventava ancora tanto... forse troppo.

I nostri genitori dovevano stare fuori tre giorni ma alla fine tornarono dopo una settimana.
Noi continuammo tutte le sere a dormire vicini ed eravamo convinti di fare i furbi ma la penultima notte mi svegliai presto e decisi di recuperare il mio peluche che nella fretta avevo lasciato nel mio letto. Con mia grande sorpresa trovai la Signora Luisa a dormire al mio posto.
Lei si era accorta perfettamente del nostro segreto e silenziosa aveva fatto finta di niente abbandonando lo scomodo divano sul quale ufficialmente riposava.

Quel pomeriggio quando la porta si aprì ed entrò la mamma mi sentii rinascere.
Loro erano tornati finalmente, ma con mia enorme sorpresa vidi che non erano soli.
Dietro a loro due ragazzi un maschio e una femmina si tenevano per mano.
Rimasi quasi folgorata, sembravano due angeli.
Entrambi erano molto belli. Alti, biondi, con gli occhi grigi e il fisico perfetto.

Ragazzi questi sono i vostri cugini Jasper e Rosalie. Sono rimasti orfani e noi abbiamo deciso di ospitarli. Vorremmo che li trattaste come fratelli” ci spiegò la mamma con un sorriso.
Ero felicissima, finalmente avrei avuto una sorella e con un balzo le piombai fra le braccia
Che bello. Finalmente avrò una sorella. Io sono Alice” mi presentai poi abbracciando anche il mio nuovo fratello.
Era incredibilmente forte e muscoloso. Lui mi sorrise gentile e inclinò appena la testa “Piacere di conoscerti” mi disse con una voce musicale splendida.
Emmett si fece avanti e gli strinse la mano. “Benvenuto Jasper sono Emmett” poi si girò verso Rosalie e le fece un gesto con la mano chiaramente imbarazzato “Ciao” bofonchio mentre la studiava facendo finta di niente.
Mi girai, Edward era rimasto fermo, la testa inclinata da un lato a studiarli da lontano.
Scossi la testa, possibile che non facesse mai amicizia con nessuno?? Erano nostri cugini non degli estranei.
Quello è il mio gemello Edward” lo presentai facendogli gli occhiacci per il suo modo di fare scortese.
Lui sospiro e fece un gesto con la mano dicendogli “Ciao” senza avvicinarsi di un centimetro.

I due nuovi venuti si guardavano intorno intimiditi mentre Esme li tirava per un braccio. “Venite vi faccio sistemare. All'inizio staremo un po' stretti ma poi troveremo una soluzione” disse portandoli verso le camere.
Io ed Emmett salimmo con loro per dargli una mano a sistemare i bagagli nelle camere e per fare conoscenza con quel nuovo pezzo di famiglia.
Edward invece prese un libro e si mise a studiare in salotto sotto lo sguardo attento e preoccupato di Carlisle.


Rosalie

Quando arrivammo ci presentarono i nostri nuovi fratelli.
La prima a venirmi incontro fu quella pazza di Alice. Mi fece una festa immensa e inaspettata strappandomi il primo sorriso da quando erano morti i miei genitori.
Anche Emmett doveva essere simpatico malgrado si vedesse lontano un miglio che sotto la sua spavalderia era molto timido.
Invece il fratello di Alice si limitò a un “Ciao” stiracchiato neanche meritassimo la sua attenzione. Doveva sentirsi superiore a noi, pensai già prendendolo in antipatia.
Sbuffai infastidita, Emmett mi aveva guardato con ammirazione, aveva notato la mia bellezza e grazia ma lui no, non si era neanche degnato di uno sguardo frettoloso.
Che presuntuoso doveva essere. Va bene aveva degli occhi magnifici e un fisico da urlo ma se guardava così tutte le ragazze non ne avrebbe mai conquistata una, meditai dandogli volentieri la schiena per seguire la zia.
Mentre salivamo le scale però non resistetti e mi voltai a cercarlo con gli occhi, era seduto a leggere assorto, come se in casa non fosse entrato nessuno. Doveva essere proprio strano quel ragazzo, aveva decisamente qualcosa che non andava, pensai e la conferma me la diede mio Zio che come ci allontanammo si sedette vicino e lo abbracciò stretto.


Carlisle

Temevo la reazione di Edward. Per lui era difficile accettare chiunque ma non ne potevamo fare a meno di accogliere quei due ragazzi in casa e lui avrebbe dovuto cercare di accettarli.
Li aveva a mala pena salutati, così quando rimase solo mi avvicinai a lui e lo abbracciai.
Si girò a sorridermi con quel meraviglioso sorriso sghembo che faceva impazzire chiunque.
Sono contento di essere di nuovo a casa. Mi siete mancati” gli dissi ed era la verità.
Lui annui e si appoggiò a me “Anche voi mi siete mancati” mi disse sempre sorridendo “Resteranno qui tanto?” mi chiese poi curioso e forse anche speranzoso.
Edward. Faremo l'adozione la prossima settimana, diventeranno tuoi fratelli a tutti gli effetti” gli spiegai subito guardandolo negli occhi. Volevo mettere le carte in tavola fin da subito. Avrebbe dovuto accettare i nuovi venuti e comportarsi come si deve trattandoli da fratelli fin da subito.
L'ultima cosa che volevamo era avere problemi con lui ed evitare che loro si sentissero fuori posto.
Ma come mi aspettavo lui annui abbassando la testa “Va bene” si limitò a dire riprendendo il libro.
Glielo sfilai dalle mani dolcemente, volevo essere sicuro che capisse “E tu dovrai comportarti bene, con loro. Cerca di fidarti. Sono più grandi. Jasper ha un anno in più di Emmett e Rosalie uno in meno di tuo fratello e uno in più di te. Vedrai che ti proteggeranno e che presto farai amicizia con loro. Sai ci divertiremo tanto tutti assieme, sarà bello avere dei nuovi fratelli in casa” gli dissi stringendolo a me.
Va bene.” lo sentii dire nuovamente. Il suo tono non era per nulla convinto ma non potevo aspettarmi altro da lui, almeno l'accettare la cosa sulla carta era già un passo avanti.
Gli diedi un bacio fra i capelli e lo tirai per il braccio “Vieni di sopra con noi. Sarà più semplice rompere il ghiaccio” gli dissi speranzoso.

Non immaginavo che presto il ghiaccio fra i nostri figli e i nostri nipoti sarebbe diventato fuoco liquido.

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