martedì 12 febbraio 2013

Capitolo 42 Sparito!

Carlisle

Lui si voltò e due occhi marroni scuro mi fissarono spaventati e confusi
Mi chiamo Niko non Edward” mi rispose un ragazzo.
Aveva la stessa felpa grigia e la stessa figura minuta e slanciata di Edward.
Ma non era lui !! Mi ero sbagliato!!

Balbettai qualche scusa e iniziai nuovamente a girare preoccupato e spaventato. Ma nulla, non lo vedevo da nessuna parte. Sembrava sparito nell'aria.
Così tornai indietro e trovai Esme seduta su una panchina con Alice al suo fianco con lo sguardo vitreo. La mia bambina stava tremando tenendosi le braccia strette intorno al corpo.
Lo sguardo di Esme terrorizzato mi fece capire immediatamente l'accaduto.
Alice stava male, aveva la “gemellite”.
Mi avvicinai e le abbracciai strette a me.
Non l'ho trovato” dissi con un filo di voce “ma non può essere andato lontano. Era tranquillo, probabilmente si è solo perso” continuai per cercare di calmarle, ma sapevo di mentire, me lo sentivo nel cuore.
Qualsiasi cosa fosse accaduta, ovunque fosse finito Edward non stava bene e il comportamento di Alice ne era la conferma.
Che facciamo Carlisle” mi chiese Esme spaventata guardandosi ancora intorno alla sua ricerca.
Se fosse successo ad Emmett non mi sarei preoccupato eccessivamente ma Edward, con i suoi comportamenti particolari e le sue crisi improvvise di panico, era un altro paio di maniche. Speravo solo si fosse trattato di un attacco di terrore e che si fosse nascosto da qualche parte, ma c'era troppa gente e troppa confusione per riuscire a rintracciarlo da soli.
Chiamiamo Charlie. Da soli rischiamo di non trovarlo” dissi cercando di sorridere, di mostrarmi più calmo di quanto non fossi in realtà per non spaventare ulteriormente Alice.
In realtà ero agitatissimo e spaventatissimo.
Presi il cellulare e iniziai a fare il numero ma mi resi conto che era un impresa impossibile.
Le mani mi tremavano e non riuscivo a schiacciare i tasti giusti. Provai tre volte poi mi arresi. “Emmett per favore fammi tu il numero” gli chiesi mentre stringevo le mani per bloccare il tremore. Alice sembrava essersi un po' calmata ma continuava ad ansimare agitata mentre lacrime di paura le colavano sulle guance bianche come il marmo.
Emmett mi guardò stupito e spaventato dal mio comportamento, ma con la freddezza dell'ignoranza del reale pericolo, fece il numero senza obiettare e mi passò il cellulare.
Charlie mi rispose al terzo squillo “Carlisle. Che bello sentirti sono passato a casa a salutarvi ma non vi ho trovato” mi disse allegro.
Charlie ho bisogno di aiuto” e la mia voce doveva essere veramente sconvolta perché lo sentii cambiare immediatamente tono
Che succede Carlisle” mi chiese professionale.
Siamo al Luna Park ed Edward è sparito. Si è allontanato un momento e non lo troviamo più” gli spiegai spaventato.
Merda” mi rispose lui. “Vengo subito non vi muovete. Dove vi trovo?” chiese sapendo benissimo il caos che regnava lì dentro e capendo al volo la situazione visto che conosceva bene noi ed Edward.
Vicino agli autoscontri. Dalla ruota panoramica” specificai subito. C'erano infatti tanti autoscontri ma una sola ruota come sempre.
Arrivo subito” mi disse buttando giù la comunicazione.



Charlie

Arrivai di corsa. E li trovai facilmente.
Ero un poliziotto e la mia professionalità prese il sopravvento.
Senza indugio mi feci spiegare l'accaduto da Carlisle. Era in evidente stato di panico e come lui tutta la sua famiglia senza contare la piccola Alice che stava proprio male fisicamente.
Per prima cosa andai dal venditore di ciambelle accompagnato da Carlisle.
Salve Sheriffo, vuole una ciambella?” mi chiese lui cordiale.
No. Voglio una risposta” e il mio tono era duro.
Lo vidi sussultare un attimo poi annuire “Mi dica” si rese ovviamente disponibile.
Un oretta fa è venuto un ragazzo a prendere una ciambella... aveva una felpa grigia, i capelli rossicci e gli occhi verdi. Dove è andato poi?” gli chiesi scrutandolo in viso per vedere se mentiva.
Lui pareva confuso e imbarazzato. “Sheriffo è tutto il pomeriggio che vengono ragazzi qui” mi rispose preoccupato.
Sapevo che aveva ragione e mi venne un idea “Carlisle hai una fotografia?” gli chiesi.
Lo vidi armeggiare nel portafoglio e porgermi una foto a colori che ritraeva i tre ragazzi assieme.
E' lui” ripresi indicandogli Edward.
L'uomo la guardò attentamente e poi annui.
Non ci posso giurare ma direi che è venuto e si è preso la ciambella, poi ha parlato con Mark e si è allontanato con lui” rispose.
Mark?? E chi è Mark?” chiesi stupito. Mi potevo aspettare di tutto ma non questo. Probabilmente si stava sbagliando. Edward non dava confidenza a nessuno.
E' il titolare della Casa delle Streghe a fianco alla ruota panoramica” mi spiegò lui senza indugi.
Grazie” dissi e mi diressi verso quell'attrazione.
Non poteva essere Edward.” mi disse Carlisle affranto. “Lo conosci. Non dà confidenza a nessuno” continuò scuotendo la testa sconsolato.
Annui pensavo la stessa cosa, probabilmente il venditore si era sbagliato confondendolo con un altro ragazzo, ma era l'unica pista che avevamo.
Andai alla biglietteria della Casa delle Streghe e chiesi di Mark. Un ragazzo mi rispose. “E' lì in casa.”
Ora ci voleva del coraggio a chiamare casa una specie di roulotte posteggiata al fianco alla giostra, ma la vita dei girovaghi del Luna Park è proprio questa.
Ascolta Carlisle. Torna da Esme. Magari nel frattempo è tornato ed io parlo con lui e ti raggiungo.” gli dissi sperando che mi portasse buone notizie. In fondo poteva solo essersi perso e magari nel frattempo aveva ritrovato la strada e la sua famiglia.
Lui annui preoccupato e lo vidi allontanarsi a testa bassa.
Non so perché ma volevo essere solo, qualcosa mi metteva in allerta. Uno strano pizzicore al collo mi indicava che c'era qualcosa di strano in quella storia. E sapevo anche perché, non era proprio possibile che Edward si allontanasse così tanto di sua spontanea volontà con uno sconosciuto. Non era certo una cosa adatta al suo carattere... no decisamente c'era qualcosa di strano.
Se non si era perso... Un brivido mi percorse la schiena. Mentre speravo vivamente che si trattasse solo di un errore di persona.

Bussai deciso e dopo un minuto vidi la porta aprirsi e un uomo dai lineamenti slavi e la voce impastata si affacciò. Aveva addosso una canottiera bianca a costine sporca e sgualcita sul quale pendeva uno strano medaglione di plastica colorata, sembrava un gettone degli autoscontri colorato di verde, mentre i pantaloni di jeans sbiaditi erano semi aperti.
Che volete?” mi chiese malamente “Stavo riposando”
Io lo guardai e gli mostrai la fotografia “Ha visto questo ragazzo?” chiesi annusando l'aria intorno a lui. Puzzava anche di alcool, doveva essere ubriaco o lo era stato da poco.
Lui la prese, la guardò appena e scosse la testa “No. Perché?” mi chiese sgarbatamente.
Perché è sparito e qualcuno afferma che lei lo ha visto e gli ha parlato” dissi guardandolo negli occhi.
Chiunque sia stato mente o si è sbagliato. Ero qua a dormire” rispose sbuffando e senza attendere altro cercò di chiudere la porta.
Misi il piede in mezzo e gli diedi uno spintone entrando nella sua roulotte.
C'era puzza di sudore, alcool e sesso e a conferma della sua parola il letto era sfatto.
Mi guardai in giro senza vedere nulla di particolare a parte un gran disordine e una gran sporcizia. Sparsi li attorno c'erano lattine di birra vuote, una bottiglia di grappa semi finita, indumenti e scarpe da ginnastica buttati per terra nonché un paio di asciugamani stropicciati e decisamente lerci.
Aprii la porta del bagno, ma anche lì a parte la puzza e lo sporco non c'era nulla di strano.
Edward?” provai a chiamare ma solo il silenzio rispose.
Ha finito sheriffo di ficcanasare in casa mia? Lo ha il mandato?” mi chiese sgarbato.
Non mi serve un mandato” gli risposi con cattiveria. “Mi auguro che tu sia estraneo alla sparizione del ragazzo altrimenti te ne pentirai amaramente” gli soffiai in faccia rabbioso e preoccupato.
Non avevo trovato nessuna traccia di Edward, nulla che facesse pensare che avesse avuto qualche contatto con quel bieco individuo o che avesse messo piede in quel posto e preoccupatissimo tornai da Carlisle.
L'unica pista che avevo si era rivelata come temevamo un buco nell'acqua. Il venditore di ciambelle evidentemente si era sbagliato dal momento Edward non era lì e nulla faceva pensare che ci fosse stato o che avesse potuto seguire quell'individuo per qualche motivo.
Ma dove diavolo si era cacciato quel ragazzo, allora???

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