Ciao
allora siete pronte?? Iniziamo la terza parte dove tutte le sicurezze
che vi hanno accompagnato e impedito di preoccuparvi sono svanite, da
qua in poi il futuro sarà incerto e nelle mani dei protagonisti.
Ma
di sicuro al presente nelle mani di qualcuno che ha taciuto troppo a
lungo...
Capitolo
63 Quando si dice basta...
Bella
Come
la voce di Esme tacque calò il silenzio.
La
storia che mi avevano raccontato, andava a spiegare il perché del
suo strano comportamento.
“Ma
allora perché mi sfugge?” chiesi ancora scossa da quello che
avevo sentito.
“Perché
scappa da tutti. Edward ha paura. Quello che ha dentro che ogni tanto
riaffiora negli incubi che lo fanno urlare e lo tengono sveglio di
notte, lo terrorizza al punto da impedirgli di aprirsi con chiunque”
mi spiegò pacato Carlisle.
Guardai
mio padre che era rimasto in silenzio con la testa bassa. Lui sapeva,
da che cosa era dovuto il comportamento di Edward, lui aveva
frequentato la famiglia. Per questo mi aveva chiesto d lasciarlo
stare.
“Ma
non possiamo aiutarlo in nessun modo?” chiesi intristita e
addolorata.
“Vedi
Bella” riprese la parola Esme “Noi speravamo che Edward si
aprisse con te. Siamo convinti che nutra qualche sentimento nei tuoi
confronti. Speravamo che la tua presenza e il tuo amore l'aiutasse,
ma invece... ultimamente sta peggiorando.” mi disse finendo la
frase con un soffio.
“Ma
chi è stato a fargli male?? Possibile che la polizia non abbia
trovato nulla?” dissi guardando mio padre in una muta accusa.
“Non
abbiamo indizi” mi rispose assorto, tirandosi i baffi “E lui non
ha mai parlato. Dice di non ricordare e in parte gli credo. Anche se
penso che qualcosa piano piano stia riaffiorando e lo stia torturando
nell'anima” mi rispose Charlie.
Il
silenzio cadde di nuovo pesante. Posai gli occhi su mio padre, era
assente stava pensando a qualcosa, conoscevo quello sguardo.
“Devo
andare” disse poi all'improvviso.
Lo
guardammo sconcertati mentre si alzava e si allontanava velocemente.
In
quel momento il cellulare di Alice iniziò a suonare. “E' Jasper”
ci disse.
Poi
quando chiuse la comunicazione ci sorrise “Edward è con loro e
sta bene. Hanno fatto fatica a trovarlo perché temevano fosse andato
lontano nel bosco e invece si era allontanato appena. Stanno
tornando tutti insieme” annunciò allegra.
Vidi
Esme e Carlisle sospirare di sollievo
“Sarà
meglio che vada anch'io. Se le cose stanno così, sarà meglio che per un po'
io sparisca. Non voglio che stia male a causa mia” dissi
tristemente alzandosi.
“Bella
ti prego. No” mi disse Alice afferrandomi per un braccio “Non
smettere di combattere” mi supplicò.
Scossi
la testa “Alice. Se combattere significa soffrire io, sono
disposta a farlo, ma se la mia presenza lo fa stare male, lo
costringe ad imbottirsi di medicine e tranquillanti, lo tortura notte
e giorno... io devo solo sparire. Almeno per un po'. Per il suo bene
Alice... e per il tuo visto quanto siete legati anche fisicamente”
le dissi amaramente.
E
senza più voltarmi me ne andai.
Ero
entrata convinta che la verità mi avrebbe aiutata a combattere per
conquistarlo ma essa mi aveva solo aperto agli occhi alla nuda
realtà. Charlie aveva purtroppo ragione.
La
mia presenza, il mio amore in qualche modo misterioso lo ferivano.
Alice
Vidi
Bella andare via e mi sentii sprofondare.
Aveva
rinunciato a combattere.
Lei
lo faceva per amore, ma era sbagliato.
Edward
aveva bisogno che qualcuno lo scuotesse, ed io avevo sperato che lei
riuscisse a farlo uscire dal suo guscio.
Avrei
voluto piangere.
Volevo
piangere per Bella, per la mia amica che sapevo avrebbe sofferto per
la sua scelta coraggiosa, per Edward che lentamente stava impazzendo
divorato dal suo dolore e per me che non avrei avuto pace fino che il
mio gemello non avesse trovato la sua.
Alzai
gli occhi e vidi i volti distrutti dei miei genitori.
Ci
avevano presi con loro e amato malgrado li avessero avvertiti della
nostra situazione.
Si
erano donati a noi. Potevo vedere le rughe premature apparire intorno
a quegli occhi che troppe volte avevano pianto a causa nostra.
Ci
amavano e si stavano distruggendo dietro a noi... dietro a lui.
La
porta di casa si aprì silenziosamente e vidi entrare per primo il
mio Jasper.
Sorrideva
ma i suoi occhi erano irrequieti e senza una parola mi buttai fra le
sue braccia.
Braccia
forti, braccia che mi proteggevano e mi davano la forza di andare
avanti, braccia senza le quali sarei impazzita dal dolore. Lui mi
stava sostenendo, silenzioso, capiva il mio tormento e mi stava
vicino cercando di aiutarmi e di aiutare il mio gemello.
Dietro
a Jasper entrò Edward.
Teneva
gli occhi bassi. Lo faceva spesso e ultimamente... sempre di più.
Sembrava
si vergognasse ma di cosa non lo riuscivo a capire.
Anzi
non riuscivo a capire che cosa lo tormentasse così.
Vidi
Carlisle ed Esme avvicinarsi ed abbracciarlo.
Lui
gli sorrise, disse che stava bene, che non era successo nulla e salì
per andare in camera.
Ma
a chi voleva raccontarla??
Forse
i miei genitori avrebbero potuto crederci, ma non io.
Il
dolore che sentivo allo stomaco mi indicava chiaramente che stava
male.
Anche
Emmett era entrato e si stava abbracciando Rosalie.
Guardavo
loro abbracciarsi, vedevo i miei genitori tenersi per mano mentre non
levavano gli occhi dalle scale indecisi o meno se andare a parlare ad
Edward e sentivo le braccia di Jasper intorno alla mia vita.
“Adesso
basta!” mi dissi senza rendermi conto di averlo quasi urlato.
E
con passo deciso, lasciando tutti di stucco, salii le scale.
Era
l'ora di affrontare il mio gemello e di mettere la parola fine su
tutta la vicenda.
Era
l'ora che facessi quello che non avevo fatto per otto anni.
Era
l'ora che invece di nascondermi e lasciar correre, cercando di
dimenticare il male che sentivo dentro a causa sua, lo affrontassi
seriamente una volta per tutte.
La
sua vita, la mia vita, la vita delle persone a cui tenevo non poteva
più aspettare.
Era
giunta l'ora che parlasse e rivelasse tutta la verità, qualunque
essa fosse!!