martedì 12 febbraio 2013

Capitolo 17 L'istinto protettivo

Esme


Mi ero seduta sui gradini di casa a vederli giocare tutti assieme.
Carlisle in coppia con Alice giocava contro Emmett ed Edward.
Se Emmett era la potenza fatta a misura, Edward era l'intelligenza e la velocità.
Aveva uno scatto micidiale e un controllo di palla eccezionale. Insieme si completavano perfettamente mettendo a dura prova la coppia avversaria.
Carlisle aveva giocato da ragazzo in una squadra e malgrado non fosse più un ragazzino gli era rimasta la tecnica che assieme all'intelligenza e capacità di veder il gioco faceva sì che fosse un avversario assai temibile.
Alice dal canto suo per essere una ragazza era sorprendentemente brava. Tenace e veloce come il fratello riusciva a fermarlo o a metterlo in seria difficoltà.
Era incredibile come esile e minuta avesse il coraggio di lanciarsi contro Emmett per fermarlo. Ovviamente non sempre era corretta ma la sua furbizia e agilità mettevano a dura prova il mio orsacchiotto.
Se Emmett mi avesse sentito chiamarlo così si sarebbe offeso ma la sua costituzione e il suo cuore grande e tenero facevano si che me lo ricordasse.

Stavano giocando felici quando Emmett preso dal fervore del gioco entrò in maniera assai poco delicata su Alice dandole una botta e facendola volare indietro di un paio di metri.
Un grido mi sfuggì dalla bocca mentre vedevo Carlisle correre su di lei che era rimasta a terra stordita dal gran colpo.
Avrei voluto correre da lei per controllare come stava ma mentre mi avvicinavo vidi Edward scagliarsi contro Emmett.

Fu quella la prima volta che lo vidi arrabbiato e rimasi scioccata.

I suoi occhi mandavano fiamme, il viso tirato e i muscoli in tensione esplosero come una bomba mentre si lanciava sopra al fratello incurante del fatto che Emmett era quasi il doppio di lui.
Il mio orsacchiotto rimasto stordito dall'impatto e mortificato dall'accaduto non fece neanche in tempo a spostarsi che si ritrovò Edward addosso.
Caddero assieme ed Edward a cavalcioni su di lui alzò il pugno per colpirlo.
Fermati Edward” gli gridai nel panico prendendolo per le spalle e scostandolo dal fratello.
Non solo avevo paura che potesse far male ad Emmett ma avevo anche paura della reazione del fratello.
Emmett era grosso e se avesse colpito Edward gli avrebbe fatto male, molto male.
Finitela subito. E' stato un incidente Edward. Non l'ha fatto apposta” gli dissi scostandolo da Emmett che lo guardava con rabbia.
Certo che non l'ho fatto apposta. E poi se vuole fare un gioco da maschi che sappia il rischio che corre” rispose subito Emmett infuriato per la reazione, per lui ingiustificata, del fratello
Emmett sta zitto e non dire stupidate. Hai sbagliato! Punto. Adesso va a chiedere scusa ad Alice” dissi vedendola in piedi a parlare tranquillamente con Carlisle che mi aveva fatto un cenno con la mano per indicarmi che era tutto a posto.
Scusa Alice. Non volevo” disse sincero il mio orso.
Si però stai più attento. Sei grosso” rispose lei ridacchiando.
Mi voltai verso Edward che continuava a guardare Emmett con gli occhi che lampeggiavano.
Edward. Chiedi scusa e dà la mano ad Emmett” gli dissi.
Lui si voltò a fissarmi e scosse la testa.
Edward voglio sentire che gli dici scusa” continuai prima di rendermi conto che lui non parlava.
Scossi la testa “Mi dimentico sempre.” borbottai infastidita notando il suo sorrisino divertito “Ma questo non vuol dire che non puoi chiedere scusa lo stesso” aggiunsi guardandolo male.
Lui prese fiato e strinse le labbra mentre si avvicinava ad Emmett.
Gli fece un sorrisino e allungò la mano verso il fratello.
Scuse accettate. Però ti devo insegnare a lottare... se avessi voluto ti avrei riempito di botte” aggiunse
Emmett!!!” lo richiamai.
Ci mancavano solo le lezioni di lotta.
Bene si è fatto tardi. Fate merenda e poi giocate un po' tranquilli. Non so voi ma io sono stanco” disse Carlisle venendo ad abbracciarmi
Bravissima mogliettina. Hai risolto il primo litigio” mi sussurrò baciandomi il collo.
Lo guardai e storsi la bocca. “Ho l'impressione che Edward faccia da guardia del corpo alla sorella e se è così prepariamoci a sedare risse” aggiunsi sospirando.
Lo vidi annuire e poi sorridere “Almeno siamo sicuri che quando crescerà i maschietti ci gireranno al largo se non hanno intenzioni serie” sussurrò.
Lo guardai e scoppiai a ridere.
Non sapevo che quel discorso era fin troppo vero... ne che nascondeva problemi più grossi.

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