Alice
Ero
uscita dall'aula con qualche minuto di ritardo perché la
professoressa di storia mi aveva trattenuto per finire
l'interrogazione. Ovviamente avevo preso il massimo dei voti.
E
adesso ero di corsa per raggiungere Edward ed andare insieme ai nostri
fratelli a casa. Sapevo che il mio gemello mi stava aspettando e
sapevo anche che sarebbe stato in pensiero per il mio ritardo.
Sorrisi
felice. Mi piaceva sapere che mi proteggeva, era una sicurezza, un
ancora che mi aveva sempre impedito di andare alla deriva, anche se
ogni tanto il suo modo di fare iperprotettivo era un po'
esasperante.
“Alice?!”
mi sentii chiamare da una voce conosciuta e mi fermai guardandomi
intorno interrogativa.
Era
Jonathan che mi stava chiamando.
Era
un compagno di classe di Emmett che mi faceva una corte spietata ma a
me non interessava. Ci avevo un po' flirtato l'anno precedente ma poi
gli avevo detto chiaro e tondo che non volevo frequentarlo. Era una
persona che non mi piaceva. Arrogante e presuntuoso non era
decisamente il mio tipo e poi... poi ero sempre più
innamorata del
mio Jasper.
Era
cambiato. Ma soprattutto era diventato gentile e premuroso. Avrei
tanto voluto diventare la sua ragazza, sentirmi coccolare da lui, ma
Edward non ne voleva sentire parlare. Non si fidava e lo teneva a
distanza malgrado Jasper facesse di tutto per farsi perdonare e
accettare dal mio gemello. Era arrivato persino a proteggerlo da
Emmett durante una classica litigata fra fratelli, ma Edward invece
di ringraziarlo si era limitato a guardarlo stupito allontanandosi
quasi infastidito per la sua gentilezza. Ma la cosa più
fastidiosa
era che non permetteva neanche a me di avvicinarmi a lui, di
parlargli con quella confidenza che bramavo ormai da qualche tempo.
Gli avevo spiegato che avrei voluto conoscerlo meglio, che mi piaceva
ma come al solito Edward aveva fatto finta di non capire. Non c'era
nulla da fare, Jasper non gli piaceva e purtroppo questo stava
diventando un ostacolo alla mia felicità.
“Che
vuoi Jonathan sono di fretta” risposi malamente a quel
arrogante continuando per la mia strada.
Lui
mi bloccò per un braccio.
“Sei
bellissima Alice.” mi disse stringendomi a se.
“Lasciami
andare scemo!” risposi spaventata.
La
sua stretta divenne più forte “Perché
fai resistenza?? Io so di
piacerti. Io piaccio a tutte. Dovresti sentirti onorata delle mie
attenzioni.” disse avvicinando le sue labbra alle mie.
Iniziai
a tremare spaventata “Lasciami andare” gli chiesi
cercando di
divincolarmi.
“Rilassati
Alice vedrai che ti piacerà. So baciare bene sai?”
mi rispose
stringendomi a se e cercando nuovamente di posare le sue labbra sulle
mie.
“Lasciala
andare !!! Brutto porco” l'ordine perentorio
arrivò da Edward che
l'aveva afferrato per il braccio dandogli un brusco strattone e
facendolo ruzzolare per terra.
“E
tu chi sei?” disse lui guardando Edward dal basso con rabbia
“E'
mio fratello” gli spiegai spaventata.
“Va
bene. Ma non finisce qui” disse alzandosi e spolverandosi i
vestiti “Ci rivedremo ragazzino. Nessuno può
permettersi di mettermi le
mani addosso e darmi degli ordini” gli sibilò
contro girandosi e
allontanandosi a grandi passi.
Io
mi fiondai tra le sue braccia. Sentivo il suo cuore battere forte e i
suoi muscoli ancora tesi.
“Grazie
Edward” gli dissi tirando su con il naso e cercando di
ingoiare le
lacrime.
“Va
tutto bene Alice. Sono qua con te.” mi disse lui tenendomi
stretta
a se. “Sarà meglio andare, sta venendo
tardi” aggiunse poi
dolcemente baciandomi sui capelli.
Mi
staccai e lo guardai in volto.
Negli ultimi mesi
era cambiato tantissimo, non era più un bambino
spaventato ma un ragazzo forte e cosciente di se.
Sapevo
che la paura e il suo segreto non lo lasciavano mai, lo sentivo
dentro di me, ma stava imparando a gestirsi a vincere l'insicurezza e
la diffidenza e solo di notte, a volte, gli incubi avevano il
sopravvento su di lui.
Tenendoci
per mano andammo a lezione assieme, volevamo dimenticarci l'accaduto
e non ne parlammo con nessuno dei nostri fratelli convinti che fosse
finito tutto lì.
Esme
Ero
a casa con Carlisle. Aveva fatto il turno di notte e si era alzato da
poco.
Con
i soldi che avevamo avrebbe anche potuto non lavorare ma il suo
lavoro gli piaceva anche se ogni tanto quella vita iniziava a
pesargli.
Io
stavo preparando una torta per la merenda, anzi due visto la fame che
avevano i maschietti mentre Carlisle era in bagno intento a riparare
una mensola che si era staccata dal muro quando il campanello
suonò.
Andai
ad aprire e mi trovai di fronte Charlie con un enorme sorriso sul
viso.
“Ciao
Charlie. Cosa succede?” lui mi sorrise felice, gli occhi gli
stavano brillando come non mai.
“Esme.
Isabella verrà a vivere da me. Sua madre si trasferisce in
Europa
per seguire il suo nuovo compagno e lei verrà a vivere con
me per
finire le scuole in America” mi disse con la voce rotta dalla
felicità.
Lo
abbracciai felice, sapevo che cosa significava quella notizia per
lui.
“E'
meraviglioso Charlie. Quando arriva?” gli chiesi.
“A
fine mese. Non so ancora il giorno con precisione. Ma Renee mi ha
chiesto se posso ospitarla e prendermi cura di lei” mi
rispose
gongolante.
“E'
stupendo” affermò Carlisle sceso a salutare il suo
amico.
Evidentemente aveva sentito la notizia e sapeva quanto e più
di me
cosa significasse per Charlie.
“Si.
Sono felicissimo. Ma non so come fare. Io non so di cosa ha bisogno
una ragazza” ci disse sorridendo leggermente imbarazzato.
Non
lo avrebbe mai chiesto direttamente, era troppo orgoglioso, ma era
evidente che aveva bisogno del nostro aiuto per gestire quella
situazione così nuova per lui.
“Non
ti preoccupare Charlie, al momento giusto ti aiuteremo a sistemare
casa ” gli risposi subito sapendo di non mentire.
“Anzi
stasera vieni a cena da noi , così dai tu la notizia ai
ragazzi.
Immagino già Alice e Rosalie come saranno felici”
conclusi.
“Grazie. ”
rispose burbero ma sorridente come non mai.
Stavo
per rispondergli che non c'erano problemi quando in quel momento
senti suonare il suo cellulare.
“Si...mmm...
arrivo subito. Avete chiamato un ambulanza?”
iniziò a parlare
concitato tormentandosi i baffi.
Lo
stavo ancora guardando che vidi Carlisle rispondere al suo di
cellulare.
Che
coincidenza, pensai. Ma il cuore mi salì in bocca quando
vidi
Charlie girarsi di scatto verso Carlisle che lo guardava con gli
occhi sbarrati.
“Che
è successo?” gli chiesi preoccupata dallo sguardo
che si
scambiarono.
“C'è
stata una rissa a scuola” disse Charlie guardandomi
brevemente per
poi riposare gli occhi su Carlisle.
“I
ragazzi sono coinvolti” mi disse lui “ Hanno
chiamato un
ambulanza. Devo andare”
“Prendi
la borsa Carlisle. Ti faccio strada” gli disse Charlie.
Mi
voltai a guardarlo “Chi?” gli chiesi.
“Non
lo so. Ma qualcuno si è fatto male” mi rispose
uscendo con
Carlisle di corsa.
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