martedì 12 febbraio 2013

Capitolo 38 Problemi da gemelli

Carlisle

Anche quello passò in fretta ed Edward si rimise in perfetta forma nel giro di dieci giorni.
E gli incubi com'erano venuti andarono via.
Arrivammo al secondo Natale e a capodanno festeggiammo con Charlie che ormai faceva parte della famiglia.
E malgrado lui cercasse di farsi accettare, Edward lo teneva a distanza, sempre cordiale e gentile gli parlava pochissimo mantenendo di fatto una certa lontananza e ritrosia nei suoi confronti.
Sembrava tornato indietro, qualcosa l'aveva portato a mantenere nuovamente le distanze.
Non sapevamo il motivo preciso ma supponevamo fosse legato alla sua paura verso gli estranei che sembrava ricomparire ogni tanto come un fantasma nella sua mente, probabilmente legato ai famosi incubi che ogni tanto riapparivano legati ai motivi più disparati e impensabili.
Imperversavano una decina di giorni e poi sparivano senza motivi apparenti.
Alice invece stravedeva per il mio amico e lo chiamava Zio Charlie.
E ovviamente il suo sentimento era ricambiato.
Charlie l'adorava e avrebbe fatto qualsiasi cosa per renderla felice.

Ovviamente non andammo al Luna Park e ci guardammo bene perfino dal parlarne a casa.
Avevamo capito che Edward s'innervosiva e volevamo rendergli la vita il più semplice possibile.

E il tempo passava tra alti e bassi, tra problemi e soddisfazioni, tra incubi e progressi e i nostri bambini crescevano entrando in quella fascia d'età chiamata adolescenza …

Passarono tre anni e ormai non erano più tanto bambini nessuno dei tre.
Emmett in seconda superiore continuava a fare conquiste e mi ritrovai a dovergli parlare ancora una volta quando lo sorpresi con una serie di messaggini sul cellulare alquanto preoccupanti.
Alice ed Edward invece andarono in terza media.
E mentre Edward continuava ad evitare qualsiasi contatto, Alice iniziò a fare strage di cuori.
I maschi iniziarono a girarle intorno, facendole avances più o meno evidenti.

Era diventata veramente carina e perfino i compagni di classe di Emmett cercavano di attirare la sua attenzione.
E lei con perfetta abilità teneva tutti sulle corde senza concedere nulla a nessuno anche perché aveva una guardia del corpo pronto a difenderla:  il suo gemello.



Esme

Era un mercoledì pomeriggio come gli altri e come le altre volte andai a prendere i gemelli a scuola.
Quando uscirono capii che c'era qualcosa che non andava.
Non si guardavano ed Alice era insolitamente silenziosa. Recuperammo Emmett e andammo a casa.
Gli diedi la merenda a tutti e tre e mi misi a stirare osservandoli e facendo finta di niente.
In casa regnava uno strano silenzio, l'unico che provava a parlare era Emmett che non riceveva risposte.
E con mio grande stupore i due gemelli si misero a studiare in stanze differenti, senza essersi più rivolti la parola.
Li lasciai fare per un po', poi arrabbiata per il loro modo di fare li chiamai in cucina tutte e due.
Arrivarono e dopo essersi lanciati un occhiataccia reciproca si misero ben distanti.
Che c'è mamma?” mi chiese Alice con il faccino angelico.
Emmett alzò la testa dal libro che stava studiando sul divano e si mise ad ascoltare.
Vorrei sapere che avete oggi voi due” gli chiesi con la voce dura.
Edward sbuffò cambiando posizione come se avessi chiesto una stupidata.
Niente mamma” mi rispose Alice fulminando il fratello.
Stava mentendo ed era palese, ormai la conoscevo bene. Faceva gli occhi dolci e il sorrisino quando voleva qualcosa o semplicemente sviarci.
Sei sicura Alice?” le chiesi guardandola storta.
Lei annui distogliendo lo sguardo.
E tu Edward?” chiesi al suo gemello.
Lui sbuffò nuovamente ma non rispose.
Così non ci siamo.” li rimproverai entrambi “Forza svuotate il sacco” dissi alzando appena la voce.
Non è successo nulla mamma” si affrettò a giustificarsi Alice.
La guardai storto, arrabbiata.
Insomma niente di grave” continuò abbassando gli occhi.
Aggrottai la fronte e sospirai.
Alice, Edward. E' chiaro lontano un miglio che avete litigato. Si può sapere che è successo?” gli chiesi andando dritta al punto.
Li vidi guardarsi, avrei scommesso che stavano comunicando con gli occhi , poi Alice sospirò.
Edward, ha mandato via in malo modo Jeff, che voleva solo parlarmi” disse lei guardando il gemello con astio.
Solo parlarti?... Alice svegliati. Ti sta girando intorno come uno squalo dall'inizio dell'anno” rispose lui gelido.
E allora. Anche se vuole corteggiarmi? Che c'è di male Edward? O sei geloso che tu non hai una ragazza” gli rispose lei.
Vidi Edward fulminarla con gli occhi, se glielo avesse detto Emmett probabilmente l'avrebbe picchiato.
Non sono affari tuoi. Quello che faccio io.” le rispose piccato.
Però lo sono i miei” rimbeccò Alice.
Ragazzi calmi” intervenni ancora stupita. Non li avevo mai visto litigare.
Alice, sono sicura che Edward lo fa per proteggerti, lui ti vuole bene. E tu Edward devi lasciale più libertà” dissi cercando di farli ragionare.
Certo che le lascio la libertà, ma non con lui che mira solo ad ampliare la sua collezione” si difese subito Edward.
Mi vuole bene” lo rimproverò Alice.
Alice fidati. Ho sentito i suoi discorsi con gli altri maschi” rispose lui abbassando gli occhi e facendole una carezza.
Fidati di me. Ti prego” le disse abbracciandola.
Sei sicuro?” gli chiese Alice con la voce rotta.
Lui si limitò ad annuire.
Sorrisi e me ne andai “Emmett vieni che ti interrogo di storia” gli dissi.
Ma io non ho storia domani” protestò.
Qualcosa hai” risposi prendendolo per un braccio e avviandomi verso le camere “lasciali fare la pace, tranquilli” gli sussurrai.
Oh. Ho capito.” mi rispose ridacchiando.
Mi voltai un ultima volta. Alice aveva posato la testa sul petto di Edward e piangeva mentre lui l'accarezzava teneramente con fare protettivo.

     

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