martedì 12 febbraio 2013

Capitolo 8 I gemelli

Esme

Non capivo... perché no??
Lei ci sorrise poi riportò la sua attenzione alla Direttrice.
Lo sai che… non vuole.” disse triste.
Lo so perfettamente. Ma so anche che quei due bambini hanno un bisogno disperato di affetto e che più stanno qua più peggiorano. Invece che migliorare le cose stanno andando sempre peggio e tu lo sai. Si stanno chiudendo sempre di più. Non otterremo nulla continuando così, non ci sono progressi.” concluse accalorata.
La vedemmo annuire e prendere fiato.
Hai ragione. Ma lei non lo ammetterà mai. E poi non credi che dovresti prima spiegar loro a cosa andrebbero incontro adottandoli? Prima di prendere decisioni avventate è giusto che sappiano” le disse dolcemente guardandoci seria ed enigmatica.
Mi stavo domandando di che cosa parlassero quando la Direttrice prese nuovamente la parola
Vedete signori Cullen. Adottare due gemelli è sempre molto difficile e in questo caso ancora di più” iniziò dolcemente.
Ma non mi interessava. Avevano detto che avevano bisogno di amore e questo era quello che volevo, che ero pronta a dare a qualsiasi costo.
Non ci saranno problemi l' interruppi” sicura stringendo la mano a Carlisle.
Lo so signora. Ma è giusto che voi sappiate quel poco che possiamo dirvi” prosegui sorridendoci e incrociando le mani sulla scrivania.
E mentre parlava sentivo il dolore nella sua voce diventare sempre più vivo.
Vedete i due bambini un maschio ed una femmina hanno otto anni e sono con noi soltanto da sei mesi. E' un tempo limitato, normalmente li teniamo di più con noi, ma come avrete capito hanno bisogno di una famiglia e soprattutto di sicurezza.” s'interruppe a prendere fiato, poi mordicchiandosi il labbro nervosa, continuò “Vedete in un primo tempo arrivò da noi solo la bimba e solo dopo cinque giorni scoprimmo che aveva un gemello.” continuò nervosamente.
Cosa sia successo esattamente sei mesi fa non lo sappiamo e anche la polizia è riuscita a capirci molto poco. Sappiamo solo che la bambina era andata ad una festa di compleanno. Poiché a un certo punto si sentì male, la mamma dell'amichetta, provò a contattare i genitori e visto che a casa nessuno rispondeva, preoccupata, si recò là convinta che si trattasse solamente di un guasto telefonico.
Giunta in casa si trovò, invece, davanti a una scena raccapricciante.
Entrambi i genitori erano stati uccisi in maniera bestiale.
La polizia, avvisata immediatamente, trovò il maschietto svenuto vicino alla madre morta e in un primo momento pensarono che avessero ucciso anche lui. Fortunatamente era vivo e venne ricoverato in ospedale in evidente stato di shock. Presto fu chiaro che non aveva nulla di grave ma si rifiutava di parlare e di alimentarsi. Si stava lasciando morire. Fu allora che un medico parlando con un investigatore, recatosi lì per cercare di far parlare il bambino, per capire chi fossero i colpevoli, apprese che aveva una gemella ancora in vita.
Nel frattempo la bimba ci era stata affidata con la speranza di rintracciare qualche familiare che si prendesse cura di lei. Ma parenti in vita non c'è ne erano disposti a prenderla con loro e così rimase affidata a noi” si fermò a riprendere fiato e a permetterci di capire quello che ci aveva raccontato fino a questo momento. Avevo il cuore stretto e le lacrime agli occhi pensando a quello che avevano passato quei due bambini. Se la bambina si era sentita abbandonata e aveva perso senza spiegazioni la famiglia intera nel giro di poche ore ritrovandosi chiusa in un orfanotrofio non osavo immaginare il dolore del maschietto che aveva assistito all'uccisione dei genitori.
Vedete” continuò la Responsabile “ quando  la bimba arrivò qua era spaesata e spaventata. Era come se fosse un fantasma. Viveva ma non viveva oltre ad avere paura di tutto. Quando ci avvisarono della presenza di un fratello la portammo all'ospedale dal gemello. E lei oltre a ritrovare una parte di serenità gli diede la forza di reagire. Così dopo pochi giorni, quando lo dimisero, portammo anche lui qua. Dove sono rimasti da allora.” concluse guardandoci.
Mi agitai sulla sedia sempre più nervosa mentre la Direttrice riprese la parola “Vedete quello che è successo ha lasciato delle conseguenze importanti. La prima è che il maschietto, per lo shock, non ha più parlato e la seconda è che sono diventati indivisibili. Dipendono l'un dall'altro per tutto, soprattutto lui.” la sua voce si spense mentre ci fissava negli occhi
E la situazione sta peggiorando sempre di più. Sono sempre più legati e indivisibili, sempre più dipendenti e chiusi al mondo esterno” intervenne la Responsabile con la voce amareggiata.
Ma con l'affetto e la tranquillità che può donar loro una famiglia...” concluse lasciando la frase in sospeso

Un silenzio pesante cadde sulla stanza. Ero amareggiata ma malgrado capissi che era una responsabilità enorme e che sarebbe stato difficile non riuscivo a levarmi dalla testa la possibilità di aiutare quelle due creature indifese.
Non capisco dove siano i problemi” spezzo il silenzio Carlisle guardandomi.
Mi conosceva così bene da sapere cosa stessi pensando.
Sono due bambini spaventati e scioccati da quello che hanno vissuto. Dovrete avere molta pazienza con loro. Non sarà facile conquistare la loro fiducia.” ci informò la Responsabile.
Ce la metteremo tutta. Non dubitate” affermai, ero certa che l'amore potesse guarire qualsiasi ferita.
Se non avessi avuto fiducia in voi, non ve lo avrei proposto” ci disse la Direttrice poi continuò pensierosa “Non posso affidarveli subito ci vorranno almeno cinque giorni per preparare le carte provvisorie ma penso sia giusto farveli conoscere. Che ne dite?” ci chiese soddisfatta.
Cinque giorni... fra cinque giorni avrei avuto due bimbi da chiamare figli.
E avevamo il tempo di preparargli la camera per accoglierli. Annui felice non vedevo l'ora di vederli.
Con Emmett eravamo stati fortunati, era un bambino bellissimo chissà che aspetto avevano?
Volentieri” disse il mio amore.
Vado a chiamarli” ci disse la Responsabile.
Istintivamente posai gli occhi sull'orologio dietro la parete e iniziai ad osservare le lancette... mentre il mio cuore batteva in sincronia con i suoi battiti.
Passarono solo cinque minuti che mi sembrarono un eternità quando la porta si apri e il mio cuore sussultò nel vederli.

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