Esme
Non
capivo... perché no??
Lei
ci sorrise poi riportò la sua attenzione alla Direttrice.
“Lo
sai che… non vuole.” disse triste.
“Lo
so perfettamente. Ma so anche che quei due bambini hanno un bisogno
disperato di affetto e che più stanno qua più
peggiorano. Invece
che migliorare le cose stanno andando sempre peggio e tu lo sai. Si
stanno chiudendo sempre di più. Non otterremo nulla
continuando
così, non ci sono progressi.” concluse accalorata.
La
vedemmo annuire e prendere fiato.
“Hai
ragione. Ma lei non lo ammetterà mai. E poi non credi che
dovresti
prima spiegar loro a cosa andrebbero incontro adottandoli? Prima di
prendere decisioni avventate è giusto che
sappiano” le disse
dolcemente guardandoci seria ed enigmatica.
Mi
stavo domandando di che cosa parlassero quando la Direttrice prese
nuovamente la parola
“Vedete
signori Cullen. Adottare due gemelli è sempre molto
difficile e in
questo caso ancora di più” iniziò
dolcemente.
Ma
non mi interessava. Avevano detto che avevano bisogno di amore e
questo era quello che volevo, che ero pronta a dare a qualsiasi
costo.
“Non
ci saranno problemi l' interruppi” sicura stringendo la mano
a
Carlisle.
“Lo
so signora. Ma è giusto che voi sappiate quel poco che
possiamo
dirvi” prosegui sorridendoci e incrociando le mani sulla
scrivania.
E
mentre parlava sentivo il dolore nella sua voce diventare sempre
più
vivo.
“Vedete
i due bambini un maschio ed una femmina hanno otto anni e sono con
noi soltanto da sei mesi. E' un tempo limitato, normalmente li
teniamo di più con noi, ma come avrete capito hanno bisogno
di una
famiglia e soprattutto di sicurezza.” s'interruppe a prendere
fiato, poi mordicchiandosi il labbro nervosa, continuò
“Vedete in
un primo tempo arrivò da noi solo la bimba e solo dopo
cinque giorni
scoprimmo che aveva un gemello.” continuò
nervosamente.
“Cosa
sia successo esattamente sei mesi fa non lo sappiamo e anche la
polizia è riuscita a capirci molto poco. Sappiamo solo che
la
bambina era andata ad una festa di compleanno. Poiché a un
certo
punto si sentì male, la mamma dell'amichetta,
provò a contattare
i genitori e visto che a casa nessuno rispondeva, preoccupata, si
recò là convinta che si trattasse solamente di un
guasto
telefonico.
Giunta
in casa si trovò, invece, davanti a una scena
raccapricciante.
Entrambi i genitori erano stati uccisi in maniera bestiale.
Entrambi i genitori erano stati uccisi in maniera bestiale.
La
polizia, avvisata immediatamente, trovò il maschietto
svenuto
vicino alla madre morta e in un primo momento pensarono che avessero
ucciso anche lui. Fortunatamente era vivo e venne ricoverato in
ospedale in evidente stato di shock. Presto fu chiaro che non aveva
nulla di grave ma si rifiutava di parlare e di alimentarsi. Si stava
lasciando morire. Fu allora che un medico parlando con un
investigatore, recatosi lì per cercare di far parlare il
bambino,
per capire chi fossero i colpevoli, apprese che aveva una gemella
ancora in vita.
Nel
frattempo la bimba ci era stata affidata con la speranza di
rintracciare qualche familiare che si prendesse cura di lei. Ma
parenti in vita non c'è ne erano disposti a prenderla con
loro e
così rimase affidata a noi” si fermò a
riprendere fiato e a
permetterci di capire quello che ci aveva raccontato fino a questo
momento. Avevo il cuore stretto e le lacrime agli occhi pensando a
quello che avevano passato quei due bambini. Se la bambina si era
sentita abbandonata e aveva perso senza spiegazioni la famiglia
intera nel giro di poche ore ritrovandosi chiusa in un orfanotrofio
non osavo immaginare il dolore del maschietto che aveva assistito
all'uccisione dei genitori.
“Vedete”
continuò la Responsabile “ quando la
bimba arrivò qua era
spaesata e spaventata. Era come se fosse un fantasma. Viveva ma non
viveva oltre ad avere paura di tutto. Quando ci avvisarono della
presenza di un fratello la portammo all'ospedale dal gemello. E lei
oltre a ritrovare una parte di serenità gli diede la forza
di
reagire. Così dopo pochi giorni, quando lo dimisero,
portammo anche
lui qua. Dove sono rimasti da allora.” concluse guardandoci.
Mi
agitai sulla sedia sempre più nervosa mentre la Direttrice
riprese
la parola “Vedete quello che è successo ha
lasciato delle
conseguenze importanti. La prima è che il maschietto, per lo
shock,
non ha più parlato e la seconda è che sono
diventati indivisibili.
Dipendono l'un dall'altro per tutto, soprattutto lui.” la sua
voce
si spense mentre ci fissava negli occhi
“E
la situazione sta peggiorando sempre di più. Sono sempre
più legati
e indivisibili, sempre più dipendenti e chiusi al mondo
esterno”
intervenne la Responsabile con la voce amareggiata.
“Ma
con l'affetto e la tranquillità che può donar
loro una famiglia...”
concluse lasciando la frase in sospeso
Un
silenzio pesante cadde sulla stanza. Ero amareggiata ma malgrado
capissi che era una responsabilità enorme e che sarebbe
stato
difficile non riuscivo a levarmi dalla testa la possibilità
di
aiutare quelle due creature indifese.
“Non
capisco dove siano i problemi” spezzo il silenzio Carlisle
guardandomi.
Mi
conosceva così bene da sapere cosa stessi pensando.
“Sono
due bambini spaventati e scioccati da quello che hanno vissuto.
Dovrete avere molta pazienza con loro. Non sarà facile
conquistare
la loro fiducia.” ci informò la Responsabile.
“Ce
la metteremo tutta. Non dubitate” affermai, ero certa che
l'amore
potesse guarire qualsiasi ferita.
“Se
non avessi avuto fiducia in voi, non ve lo avrei proposto” ci
disse
la Direttrice poi continuò pensierosa “Non posso
affidarveli
subito ci vorranno almeno cinque giorni per preparare le carte
provvisorie ma penso sia giusto farveli conoscere. Che ne
dite?” ci
chiese soddisfatta.
Cinque
giorni... fra cinque giorni avrei avuto due bimbi da chiamare figli.
E
avevamo il tempo di preparargli la camera per accoglierli. Annui
felice non vedevo l'ora di vederli.
Con
Emmett eravamo stati fortunati, era un bambino bellissimo
chissà che
aspetto avevano?
“Volentieri”
disse il mio amore.
“Vado
a chiamarli” ci disse la Responsabile.
Istintivamente
posai gli occhi sull'orologio dietro la parete e iniziai ad osservare
le lancette... mentre il mio cuore batteva in sincronia con i suoi
battiti.
Passarono
solo cinque minuti che mi sembrarono un eternità quando la
porta si
apri e il mio cuore sussultò nel vederli.
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