martedì 12 febbraio 2013

Capitolo 53 L'aggressione

Alice

La giornata di scuola finalmente era finita. Non vedevo l'ora di andare a casa e soprattutto di vedere Jasper che ci avrebbe portato a casa con la macchina di mamma. Si era diplomato l'anno prima e invece di andare all'università si era iscritto a un corso di specializzazione nella scuola vicino alla nostra. Ufficialmente per andarci con maggiori crediti, ufficiosamente speravo fosse per stare vicino a me. Papà e mamma come premio visto i voti alti gli avevano regalato la patente e gli davano la macchina da guidare in modo che potesse accompagnare a scuola noi fratelli, lasciando così un po' più libera la mamma. Io ed Edward invece eravamo ancora in terza superiore anche se non avevamo ancora compiuto i sedici anni e non vedevamo l'ora di finire la scuola.
Avevo grandi progetti e Jasper faceva parte di questi. Speravo che prima o poi Edward si sarebbe rassegnato visto che adesso si comportava benissimo.
Niente più fidanzatine volanti o scappatelle, ma soprattutto i suoi sorrisi e le sue attenzioni erano tutte dedicate a me, malgrado Edward continuasse a tenerlo d'occhio da distante pronto a intervenire se avesse provato a farmi la corte sul serio.

Stavo passando vicino al parcheggio per raggiungere Edward quando sentii una risata sprezzante provenire da dietro il muro che chiudeva il complesso.
Curiosa come al mio solito mi affacciai e il sorriso mi morì fra le labbra.
Edward era appoggiato ad un muro e Jonathan lo teneva schiacciato per il collo. Altri quattro ragazzi, guardavano la scena ridendo sguaiatamente.
Allora ragazzino, adesso non lo fai più il galletto, vero?” sentii chiedere a mio fratello.
Poi il suo pugno si abbatté nello stomaco del mio gemello che si raggomitolò su se stesso.
Chiedimi scusa” gli disse ritirandolo nuovamente  su per il collo.
Edward assecondò il movimento e all'ultimo con uno scatto colpì Jonathan nelle parti basse con un ginocchio. Purtroppo non fece in tempo a fare altro perché intervennero altri due ragazzi che lo sbatterono di nuovo contro il muro strappandogli un gemito.
Brutto stronzo” gridò Jonathan avvicinandosi e afferrando Edward per il cavallo.
Fa male vero?” gli chiese poi gli prese i capelli e gli sbatté la testa con forza contro il muro.
A quel puntò urlai di paura e di disperazione mentre una fitta mi trapassava il petto lasciandomi in ginocchio stordita.
Lasciatelo stare” implorai cercando di raggiungerlo.
Jonathan mi guardò e con cattiveria tirò un altro colpo allo stomaco ad Edward poi gli prese nuovamente la testa e iniziò a sbatterla contro il muro.
Così non ti dimentichi di me” gli ringhiò contro fra le risate dei suoi amici completamente fatti od ubriachi.
Lasciatelo stare. Immediatamente ” la voce di Jasper irruppe con violenza mentre assieme ad Emmett si lanciava contro di loro.
I ragazzi si allontanarono e come in un film vidi Edward afflosciarsi a terra lasciando una scia di sangue sulla parete.
Tutto si svolse in un attimo.
Spaventati dall'arrivo imprevisto di Jasper ed Emmett e dalla violenza con cui Jasper colpì Jonathan al viso con un pugno per allontanarlo da Edward, scapparono tutti di corsa mentre Rosalie mi faceva rialzare per correre da Edward rimasto a terra.
Nel frattempo Jasper ed Emmett si erano inginocchiati al suo fianco.
Edward” lo chiamò Emmett senza però ricevere risposta  “Portiamolo a casa” disse disperato vedendo il fratello sempre privo di conoscenza.
No. E' meglio non muoverlo” lo fermò Jasper spostando la mano e mostrando ad Emmett il sangue che la ricopriva “Perde sangue dalla testa. Può essere pericoloso muoverlo. Rosalie chiama un ambulanza e chiama Carlisle subito” gli disse mentre si levava il maglione e glielo appoggiava addosso per tenerlo al caldo.
Alice hai un fazzoletto?” mi chiese poi prendendo in mano la situazione.
Io non riuscivo a capire vedevo solo la sua mano sporca di sangue e il volto bianco di Edward. Lo vidi sbuffare irritato dalla mia lentezza e strapparsi la manica della camicia che appallottolata appoggiò delicatamente alla testa di Edward con l'intento di fermare l'emorragia.
Intanto attorno a noi si era formato un gruppetto di studenti che avendo visto la scena da lontano si erano avvicinati. Presto fummo anche raggiunti da due insegnati avvisati che era successa una rissa fra studenti.
Cosa è successo?” ci chiese il mio professore d'italiano, inginocchiandosi a fianco a Jasper che continuava a tenere la camicia premuta sulla testa di Edward sempre incosciente.
Emmett brevemente gli raccontò quello che aveva visto e lui annotò i nomi dei ragazzi su un taccuino.
Abbiamo già chiamato la polizia e l'ambulanza” spiegò Rosalie in risposta alla domanda dell'altro professore.
In quel momento sentimmo le sirene.
Edward ha paura delle sirene e degli ospedali” gridai in preda al panico. Se fosse finito in ospedale e si fosse risvegliato da solo si sarebbe spaventato e magari si sarebbe sentito male.
Alice calmati. E' arrivato anche papà per fortuna ” mi confortò Rosalie abbracciandomi e spostandomi per permettere a Carlisle di avvicinarsi al mio gemello e controllare il suo stato. Subito dopo arrivarono anche gli infermieri dell'ambulanza pronti a portare via Edward non appena mio padre avesse dato il permesso.


Carlisle

Ero corso con il cuore in gola. Nel tragitto avevo chiamato nuovamente Rosalie per farmi spiegare cosa era successo e lei, con la voce rotta dal panico, mi aveva raccontato che avevano picchiato Edward e che era steso a terra privo di coscienza e che perdeva sangue dalla testa.
Temendo il peggio mi avvicinai al suo corpo e iniziai a visitarlo stando attento a non muoverlo più di tanto.
Avevo paura.
Charlie, che mi aveva fatto strada con la macchina a sirene spiegate, stava interrogando i miei ragazzi e chiunque avesse visto qualcosa per rintracciare gli autori dell'aggressione ma la mia attenzione era rivolta solo a lui, al mio Edward.
Lo mossi con circospezione e controllai che non avesse nulla di rotto. Anche la testa sembrava intera. Probabilmente il sangue era dato qualche lacerazione superficiale.
Lo iniziai a chiamare accarezzandogli il volto per farlo riprendere. Volevo verificare che non avesse riportato danni.
E dopo poco, con un grosso sospiro di sollievo da parte mia, aprì gli occhi, guardandomi confuso.
Cosa è successo?” mi chiese cercando di mettersi seduto.
Stai sdraiato Edward.” gli dissi tenendolo giù con forza al suo tentativo di alzarsi.
Dove sono?” mi chiese ancora guardandosi intorno con l'aria smarrita.
Edward. Chi sono?” gli chiesi per verificare il suo stato mentale.
Carlisle. Dov'è Alice? Come sta?” mi chiese invece di rispondermi chiaramente preoccupato.
Sorrisi, stava ragionando bene ed era lucido, era il solito Edward sempre preoccupato per la sorella. Tirai un sospiro di sollievo.
Va tutto bene Edward. Adesso ti accompagno in ospedale perché probabilmente ti devo dare qualche punto in testa, e tu devi stare tranquillo perché non succede niente e poi ci sono io con te.”
Aggiunsi subito vedendo la paura attraversargli lo sguardo.
Poi con l'aiuto degli infermieri lo facemmo salire in barella per trasportarlo in ospedale.
Jasper per favore occupati dei tuoi fratelli e portali a casa e dì alla mamma di raggiungermi in ospedale al più presto” gli gridai mentre salivo sull'ambulanza tenendo Edward per mano.

Mi girai un ultima volta per controllare e vidi Jasper stringere forte a se Alice che piangeva spaventata.
Non mi stupii più di tanto e sorrisi pensando che Alice aveva finalmente trovato qualcuno a cui affidarsi che non fosse solo il gemello.

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