martedì 12 febbraio 2013

Capitolo 22 Solo ipotesi

Carlisle

Arrivammo a casa e dopo averli salutati uscii per recarmi da Charlie.
Avevo fretta. Mi chiedevo con ansia se era riuscito a scoprire qualcosa. I comportamenti dei gemelli e in particolare di Edward erano preoccupanti. Più ci pensavo e più mi rendevo conto che all'orfanotrofio non ci avevano detto tutto.
Possibile che fosse una dimenticanza? No, decisamente era un ipotesi da scartare. Ero sempre più convinto invece che non l'avessero fatto per non spaventarci.
Stavamo scoprendo le cose a pezzettini, anche perché i due gemelli erano riservatissimi e noi non volevamo fare loro troppe pressioni. Già non doveva essere facile per loro accettarci e cambiare vita, figuriamoci trovare un qualcuno che li avesse assaliti con domande riguardo al loro triste passato.
Secondo le moderne teorie degli psicologi la cosa migliore era chiudere con il passato e guardare avanti e quindi... c'era solo da sperare che presto riuscissero ad aprirsi del tutto con noi, a scrollarsi di dosso i ricordi e le paure che li accompagnavano.
Però se Charlie avesse trovato qualcosa per aiutarci a capire...


Ciao Charlie” dissi entrando nel suo ufficio dopo aver salutato il suo secondo Saimon seduto al bancone dell'entrata.
Hai scoperto qualcosa?” gli chiesi ansioso sedendomi sul bordo della poltrona di pelle davanti a lui in trepida attesa.
Poche cose Carlisle. Tieni leggi i verbali della polizia, me li hanno mandati ieri i miei colleghi che hanno seguito il caso” disse porgendomeli prontamente.
Mi sedetti e iniziai a leggere.
Il fattaccio era avvenuto il 5 Gennaio di un pomeriggio piovoso nella vicina contea dove vivevano felicemente i gemelli con la loro famiglia. La pioggia purtroppo aveva cancellato le tracce all'esterno della casa.
Il verbale parlava di almeno quattro uomini entrati in casa, che non si era riuscito a identificare. Unica traccia un biglietto per la ruota panoramica del Luna Park, presente in città come ogni anno nel periodo natalizio, che era stato trovato per terra e sporco di sangue, ma che non aveva portato a nulla di concreto se non alla conferma che la famiglia si era recata lì nei giorni precedenti.
L'unico testimone era stato Edward che era stato trovato in evidente stato di shock e che non aveva collaborato con le indagini.
Nel verbale poi era stato descritto che il padre era morto subito mentre la madre era stata sottoposta a violenza oltre che a percosse prima di morire in un lago di sangue nel letto matrimoniale.
I verbali erano molto crudi e in quanto medico avrei dovuto essere abituato ma malgrado quello, leggendo mi sentii male e dovetti fermarmi a prendere fiato.
Sono state delle bestie” commentò Charlie a denti stretti con gli occhi che gli bruciavano dalla rabbia.
E' un miracolo che Edward non sia impazzito per aver assistito” commentai assorto “Non c'è da meravigliarsi che abbia dei comportamenti anomali” continuai intristito per il destino di quel ragazzo.
Già. Ma questo non chiarisce il perché ha paura dei poliziotti” continuò Charlie scuotendo la testa avvilito.
Forse quando l'hanno interrogato, per avere qualche indizio, l'hanno spaventato” provai a dire poco convinto.
Noi non siamo delle bestie” mi rispose accalorato “ E poi a interrogarlo è stato uno psicologo, e non certo in divisa. No Carlisle temo di più che sia stato minacciato affinché non avesse il coraggio di parlare con qualche poliziotto” disse a bassa voce.
E questo spiegherebbe perché non apre bocca. Ha paura che ritornino per vendicarsi nel caso parlasse. Paura che possano di nuovo fare male a qualcuno... magari ad Alice, visto come la sorveglia in continuazione.” affermai allibito dalla teoria che avevo elaborato.
Temo che tu abbia ragione. Anche se mi sembra una paura assurda. Ormai saranno lontani, si saranno dimenticati certamente di lui. Erano solo dei ladri visto come hanno ripulito la casa da qualsiasi oggetto di valore. Non ha senso continuare a tacere e a vivere nel terrore di un loro ritorno.” lo vedevo scuotere la testa, poi continuò “Ma non capisco, allora, il perché Alice si comporti in maniera così strana. Lei non era presente, quel pomeriggio. Di cosa ha paura??” rifletté Charlie tirandosi il baffo assorto.
Scossi la testa “Alice ha solo paura di essere abbandonata. Di perdere Edward. Di stare da sola. Se ci pensi bene è uscita e quando è tornata ha trovato la sua famiglia distrutta ed è stata chiusa in un orfanotrofio, da sola e senza spiegazioni. Probabilmente ha reagito così non per te, come il gemello, ma perché lo ha visto scappare.” commentai triste. Poveri bambini. Mi venivano i brividi a pensare cosa avevano passato.
Stanno un po' meglio adesso?” mi chiese Charlie
Si. Stanno facendo progressi. Ogni giorno si rilassano sempre di più anche se siamo solo all'inizio.” risposi sorridendogli e raccontandogli le ultime novità.
Dovrete avere pazienza ma con il tempo magari riuscirete a ottenere qualcosa. Anzi credo che Domenica ti verrò a trovare in borghese. Così forse non spaventerò Edward più di tanto e magari riuscirò a farmi accettare da lui.” mi disse sorridendomi.
E' un ottima idea Charlie. Non mi piace che abbia paura dei poliziotti e magari conoscendoti imparerà a fidarsi.” dissi alzandomi “Adesso vado. Non voglio lasciare tanto da sola Esme. Ho solo altri due giorni di ferie ma finché posso voglio aiutarla. Non è semplice gestirli a volte... e se Edward avesse un altra crisi...” dissi immaginando Edward che correva a nascondersi ed Alice che scoppiava a piangere. Per fortuna che c'era Emmett che avrebbe potuto aiutarla a prendersi cura dei gemelli e che grazie a loro era già diventato più maturo e responsabile nonostante i battibecchi con quella peste di Alice.
Fai bene Carlisle e salutamela tanto” mi disse sorridendo.

A casa aspettai di prendere Esme da parte e le raccontai il nostro colloquio omettendo la descrizione delle violenze e poi andammo tutti a dormire.

Erano passati appena otto giorni dal loro ingresso in casa, quando quel pomeriggio il campanello suonò.
Era un suono gioioso ma che avrebbe devastato i nostri cuori.

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