Carlisle
Il
mattino arrivò troppo presto.
Ma
erano già le otto e mezza quando decidemmo di alzarci. Per
fortuna
ero in ferie altrimenti sarei crollato dal sonno sul lavoro.
Non
avevamo dormito molto, ancora troppo preoccupati e scossi dalla
nottata.
“Andiamo
a svegliarli?” le chiesi.
Lei
annui tutta sorridente e assieme ci avviammo verso la camera dei
ragazzi.
Svegliare
Emmett era sempre un impresa. Fosse stato per lui avrebbe dormito
fino a mezzogiorno.
Per
fortuna la scuola era chiusa per le vacanze estive e questo ci
avrebbe permesso di avere più tempo da dedicare ai gemelli e
a loro
di ambientarsi prima d'iscriversi nella nuova scuola.
“Buongiorno
amore” la sentii dire mentre si chinava sul nostro bambinone.
Con
nostra enorme sorpresa avevamo trovato Edward nel suo letto sveglio
ma quando eravamo entrati aveva abbassato lo sguardo con fare
colpevole.
Avevamo
deciso di non dire nulla, di fare finta di niente, eravamo sicuri che
prima poi le cose sarebbero cambiate non perché forzate da
noi ma
perché finalmente sarebbero stati più tranquilli
e a loro agio.
“Buongiorno
Edward” gli dissi sorridendogli “Dormito
bene?” gli chiesi.
Lui
posò i suoi occhi sui miei con uno sguardo interrogativo
buffissimo.
Ero sicuro che si stesse chiedendo il perché non lo stessi
sgridando
e se lo stessi prendendo in giro. Dalle occhiaie era evidente che
dormire sul pavimento non era stato decisamente molto comodo. Ma stando
al gioco lo vidi annuire e sorridermi.
“Vai
in bagno tu per primo Emmett” gli dissi vedendo il mio
bambino
venirmi in contro per darmi un bacino del buon giorno.
Poi
mi rivolsi ad Edward “E quando ha finito vai in bagno e
vestiti
anche tu, che così facciamo colazione” gli dissi
sorridendo.
“Andiamo
a svegliare Alice?” chiesi ad Esme che si era portata vicino
a me
“Certamente. Ciao Edward, buongiorno. Ti piace latte e
biscotti
per colazione o preferisci il the o qualcosa di più
sostanzioso?”
gli chiese tranquillamente.
Lo
vidi in difficoltà e mi scappò un sorriso. Le
domande a multi
risposta dovevano metterlo a disagio così si
limitò a scrollare le
spalle.
“Esme
tesoro. Credo che sia meglio fare una domanda per volta” le
feci
notare con una carezza.
Lei
trasalì e poi si voltò verso di lui
“Scusa Edward. Non ci
pensavo. Va bene latte e biscotti? Ti piace?”
Vedemmo
il suo sorriso allargarsi e annuire convinto.
“Ci
vediamo in cucina allora” gli disse il mio amore e insieme
andammo
a svegliare Alice che dormiva beata nel suo letto.
Tutta
allegra si alzò e iniziò a vestirsi mentre noi
due scendemmo in
cucina a preparare.
Per
primo come immaginavamo arrivò Emmett che affamato si
sedette a
tavola e rimase malissimo quando gli dicemmo che avrebbe dovuto
aspettare i fratelli.
Era
viziatissimo riflettei e sperai che non se la prendesse con i gemelli
per il cambio di organizzazione familiare.
Dopo
poco li vedemmo scendere le scale per mano. Edward sbadigliava ancora
chiaramente assonnato mentre Alice saltellava felice.
Come
per la cena Alice si prese cura di Edward e dopo assieme ci aiutarono
prima a mettere in ordine la cucina e poi andarono a fare i letti
sotto lo sguardo corrucciato di Emmett che invece voleva iniziare a
giocare subito.
“Per
oggi va bene ma domani il tuo letto te lo fai tu, non lo lasci fare a
loro” gli dissi con l'aria severa mentre Emmett guardava
allibito
Edward e Alice rifare assieme anche il suo letto.
Era
una giornata nuvolosa e con Esme avevamo deciso di stare tutto il
giorno in casa.
Un
po' perché era brutto tempo un po' per permettere ai gemelli
di
prendere confidenza con la casa e con noi.
La
mattina la passarono a giocare all'inizio tutti assieme a Monopoli
poi ognuno per i fatti propri.
Non
credevo fosse possibile ma non litigarono neanche una volta anzi
mentre giocavano assieme spesso scoppiavano a ridere. Alice era
terribile. Oltre a non stare ferma e zitta un attimo teneva testa ad
Emmett con una facilità sorprendente, zittendolo o
prendendolo in
giro.
Per
fortuna che lui non era niente suscettibile e ribatteva
tranquillamente alla sorella.
Edward
sempre in silenzio non si perdeva un battibecco ridacchiando di gusto
alle battute , anche a quelle rivolte verso di lui e si limitava
tutt'al più a fare gli occhiacci ai fratelli.
Quando
fu l'ora di preparare pranzo, Alice volle aiutare Esme trascinandosi
dietro Edward che non sembrava particolarmente felice di trovarsi in
cucina.
Quando
iniziai ad apparecchiare il tavolo in sala lui mi aiutò
sistemando
la tavola tutto allegro mentre Emmett brontolando puliva e tagliava
l'insalata.
Dopo
pranzo visto che non era ancora piovuto ci mettemmo in giardino a
giocare a pallone tutti felici.
E
ancora una volta gemelli ci lasciarono a bocca aperta.
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