mercoledì 13 febbraio 2013

Capitolo 60 Una triste leggenda


Capitolo 60 Una triste leggenda

Carlisle

Era un posto meraviglioso.
Sbucammo sulla punta di un costone. Una ventina di metri sotto di noi c'era l'oceano.
La punta di roccia si apriva di fronte a noi e si prolungava sul mare a picco come un trampolino naturale di pietra.
 E adesso?” chiese Esme perplessa vedendo che la strada finiva sopra quella stretta striscia di roccia resa scivolosa dagli spruzzi del mare.
E adesso scendiamo. Qui c'è il sentiero” ci disse Charlie riprendendo lo zaino e tornando sui suoi passi per pochi metri fino all'inizio del bosco e calandosi lungo un sentierino ripido ma fattibile senza grossi problemi.
Ci mettemmo quasi dieci minuti a scendere e con qualche imprecazione da parte delle ragazze e un paio di scivolate di Bella arrivammo finalmente alla base della scogliera.
Qui si apriva una piccolissima spiaggetta di sabbia fine che terminava in un grosso e ombroso prato fiorito. L'Oceano s'infrangeva contro degli enormi scogli che facevano da barriera a quel posticino così accogliente, lasciando trapelare appena pochi centimetri d'acqua.
Perché non c'è l'hai detto Zio Charlie. Avremmo portato i costumi da bagno “ si lamentò Alice con gli occhi puntati verso l'oceano.
Perché per raggiungere l'acqua devi superare quegli scogli ed è pericoloso fare il bagno. Il mare in questo punto è sempre agitato e l'acqua sempre gelida a causa delle correnti. Se entri in acqua non ne esci più” gli spiegò lui sorridente.
E' un posto magnifico” disse Esme affascinata come tutti noi da quella natura selvaggia.
Già. Un posto stupendo degno di una favola” rispose Charlie guardando in alto il picco che ci sovrastava.
E' un posto bellissimo. Perché ha quel nome orrendo?” chiese Rosalie curiosa come sempre.
Perché c'è una leggenda dietro a questo posto” rispose ridacchiando.
Quale?” s'informò subito Alice avvicinandosi seguita da tutti i ragazzi.
Charlie si mise a sghignazzare e poi si sedette su uno scoglio asciutto.
Siete sicuri volerla sapere?” chiese sorridente felice di avere l'attenzione di tutti su di se.
Certamente. Ci hai incuriosito. E poi così riprendiamo fiato prima d'iniziare a preparare” disse Esme sedendosi sulla sabbia tutta sudata e accaldata dalla camminata.
La imitammo tutti e Charlie con la voce profonda e lo sguardo puntato sul orizzonte iniziò a raccontare.
Femmina Morta. E' un nome fin troppo appropriato.
Dovete sapere che la leggenda parla di una ragazza che si era innamorata di un vampiro.” vide i nostri sguardi stupiti e si affrettò a spiegare “non era un vampiro di quelli del terrore. Era un ragazzo bellissimo dagli occhi d'ambra e il sorriso che stordiva chiunque. Lui non beveva sangue umano ma si alimentava solo uccidendo animali e bevendo il loro sangue.
S'incontrarono e si innamorarono perdutamente.
Uomo e donna, vampiro e umana, ghiaccio e fuoco.
Ma il vampiro sapeva che la loro relazione era impossibile. Lui era un immortale. Lei invece sarebbe invecchiata e infine morta. La ragazza lo supplicò di trasformarla, di renderla simile a lui per poter vivere in eterno assieme, ma il vampiro non voleva ucciderla e levarle l'anima, così decise di abbandonarla per permetterle di farsi una vita vera e normale.
Un giorno la portò nel bosco qui dietro e le disse, mentendo anche a se stesso, che non l' amava, che tutto era una bugia e di dimenticarlo per sempre.
E da quel giorno sparì dalla sua vita.
Lei pianse e si disperò per mesi. Sempre continuando ad aspettarlo convinta che lui sarebbe tornato e quando finalmente si rese conto che lo aveva perso per sempre venne qui e si tuffò da quel picco morendo affogata nelle gelide acque.
La leggenda narra poi che il corpo della ragazza non fu mai ritrovato e che il vampiro dopo pochi giorni dalla sua morte tornò pentito dalla sua decisione ma era troppo tardi ormai, l'aveva persa per sempre.
Sopraffatto dal dolore iniziò a vagare fra queste rocce, per trovarla, senza più pace o felicità distrutto dal rimorso e dalla mancanza di un motivo per cui continuare a vivere sebbene fosse condannato a farlo per l'eternità. Alcuni pescatori sostengono che al tramonto, insieme al vento, si può sentire ancora la voce del vampiro chiamare la sua amata ”
la voce di Charlie si spense.
Una grande tristezza era entrata nei nostri cuori. Tacevamo tutti e istintivamente mi abbracciai Esme. Il mio amore.
Mangiamo?” disse poi Charlie alzandosi imbarazzato dall'aver creato quella cappa di tristezza che ci aveva avvolti.
Certo” affermò Esme felice di rompere quel tetro silenzio e insieme iniziammo a preparare il nostro pic-nic.

Dopo pranzo ci mettemmo tutti a giocare a pallavolo sulla sabbia.
Solo Edward si allontanò andando a sedersi su uno scoglio lontano.
Bella giocò cinque minuti poi scusandosi si allontanò e lo raggiunse sedendosi al suo fianco.
Un sorriso radioso si aprì sul mio volto.
Mi girai e notai lo sguardo felice di Esme rapita da quella visione, mentre Charlie li fissava preoccupato.
Come padre di Bella anch'io mi sarei preoccupato, visto la storia di Edward, ma in quanto suo padre ero al settimo cielo.


Bella

Odiavo la pallavolo. Ero una completa incapace così con una scusa mi allontanai da quello che per me era un inferno.
Notai Edward seduto su uno scoglio e decisi di raggiungerlo.
Non fu un impresa facile. Era andato ad arrampicarsi sul più alto e stava lì appollaiato come un gabbiano a fissare il mare.
Lo raggiunsi con qualche difficoltà e mi sedetti vicino a lui.
Ciao che bello che è qui” dissi giusto per rompere il silenzio.
E in effetti era bello sul serio. Potevamo vedere l'orizzonte perdersi e confondersi con il mare, le onde che potenti si rompevano sugli scogli, il picco che si allungava come un becco sul mare proiettando la sua ombra sulla scogliera ai suoi piedi
Sembra proprio un posto da favole” continuai imperterrita malgrado il suo silenzio.
Il vento ci portò gli spruzzi dell'oceano e mi sentii lieve e felice.
Alzai lo sguardo su di lui. Guardava avanti, lontano, gli occhi persi in chissà quale visione.
A cosa stai pensando?” gli chiesi rimirando i suoi capelli mossi dal vento.
Erano così morbidi e belli.
A tutto e a nulla. Alla vita e alla morte.” mi rispose finalmente con un filo di voce voltandosi e sorridendomi.
Ancora quel sorriso, ancora quello sguardo così tormentato.
E' un bel posto in effetti per pensare” gli risposi sorridendogli e allungando la mano per sfiorare la sua.
Si finché si resta da soli” mi rispose ritirando la mano di scatto e alzandosi per tornare dalla sua famiglia.
Rimasi qualche minuto lì da sola. Cosa avevo che gli dava così fastidio??
Ero disorientata. Mi sorrideva e vedevo che spesso i suoi occhi erano puntati su di me ma appena provavo a guardarlo lui li abbassava, così come si ritraeva ogni qual volta provassi ad avvicinarlo.
Non ti preoccupare fa così con tutti” la voce triste di Alice che mi aveva raggiunto ruppe i miei pensieri.
Non è una gran consolazione” risposi ironica ancora infastidita. “cos'è pensa di essere troppo bello per noi comuni mortali?” le chiesi amareggiata.
E' solo... timido” mi rispose lei ma i suoi occhi mi rivelarono che era una bugia. C'era di più.
Lei si affrettò ad abbassarli imbarazzata arrossendo e poi mi disse “Vieni. I ragazzi volevano fare un castello di sabbia ” e il suo tono era di nuovo tornato allegro e ridente.
Li raggiunsi e quando tornai a casa dovetti farmi una doccia lunga quaranta minuti perché avevo sabbia ovunque dalle orecchie al naso.
Ma mi ero divertita da morire.
Erano pazzi e simpaticissimi.
Anche Edward aveva giocato con noi e di nuovo lo avevo sorpreso più di una volta a fissarmi di nascosto ma non mi aveva mai sfiorato ne tanto meno rivolto la parola .

Esme

Fu una giornata bellissima e per un attimo pensai che Edward si sarebbe lasciato andare con Bella ma come lei lo aveva raggiunto sulla scogliera lui si era allontanato.
E quella notte gli incubi tornarono nuovamente a torturalo.
Il suo urlo disperato ci svegliò e come al solito corsi da lui con Carlisle.
Seduto sul letto le mani premute sul viso piangeva disperato “Non posso… non posso... non è vero... non voglio... perché?... ”
Ci mettemmo diversi minuti a calmarlo e poi Carlisle provò a chiedergli cosa si ricordava ma lui fra i singhiozzi scosse la testa “Voglio morire” ci disse solamente piangendo e non era un delirio ma un affermazione cosciente.
Lo guardammo allibiti, era la prima volta diceva qualcosa del genere. “Edward non dire stupidate” lo rimproverammo spaventati.
Non posso vivere così.” ci spiegò con un filo di voce ancora rotto dai singhiozzi che non riusciva a tacitare e nei suoi occhi c'era una disperazione che non avevo mai visto.
La sberla di Carlisle mi prese alla sprovvista e lasciò sconvolto anche lui.
Basta con questa storia. Alice ha bisogno di te, noi abbiamo bisogno di te. Non voglio più sentirti dire certe cose. E non devi neanche pensarle. Chiaro!!” la sua voce era tagliente.
Vidi Edward annuire intimorito mentre me lo abbracciavo stretto per consolarlo.
Va tutto bene Edward. Passerà. Prima o poi riuscirai a dimenticare” gli dissi per cercare di confortarlo.
Lui si lasciò cullare e piano piano i singhiozzi sparirono.
Lo feci sdraiare e gli presi la mano.
Cerca di dormire. Ci sono qua io” gli dissi “non ti lascio solo, è stato solo un incubo.” mormorai.
Si mise giù senza più aprire bocca ed esausto chiuse gli occhi.
Aspettai che si addormentasse profondamente poi tornai a letto.
Carlisle era seduto con gli occhi gonfi dal pianto.
Non volevo colpirlo. Non volevo fargli male” mi disse disperato.
Hai fatto bene invece. Stava dicendo delle assurdità” gli risposi preoccupata.
No Esme. Non erano assurdità. Ho paura che ci abbia detto la verità stavolta” mi disse preoccupato.
Non vedo perché dovrebbe” gli risposi preoccupata e pensierosa. Non vedevo il motivo di fare una stupidata simile.
In fondo erano solo incubi quelli che aveva.
Perché sta ricordando piano piano quello che è successo. Perché c'è qualcosa che non ci dice, qualcosa che scatena queste crisi improvvise. Qualcosa che tiene dentro e che non sta uscendo. Qualcosa che lo fa fuggire da tutto e da tutti e che lo sta logorando ogni anno di più”  mi disse. “Forse dovremmo portarlo da uno psicologo” rifletté sconsolato.
Scossi la testa “Non ci verrebbe mai. Non accetterà mai, lo sai, ne abbiamo già parlato. Diamogli tempo forse passerà” risposi.
Lo vidi annuire tristemente “Sono già passati otto anni e le cose non stanno migliorando... anzi...” mi rispose assorto
Ti sbagli. Piano piano invece migliorano. Oggi non è fuggito da Bella, l'ha evitata ma la guardava ed era attirato da lei”
Speriamo che tu non ti sbagli” mi disse lui abbracciandomi.
No. Le madri sanno leggere certe cose. Diamogli solo tempo e speriamo che riesca ad aprire il suo cuore almeno a lei. Credo che fra quei due potrebbe nascere qualcosa di bello, qualcosa che potrebbe aiutarlo a vivere meglio”.
E spegnendo la luce ci addormentammo abbracciati mentre i miei ultimi pensieri andavano al mio bambino che speravo riuscisse a dormire sereno.


2 commenti:

  1. Ciao P. conosco bene quella leggenda …ma se non ricordo male l'umana non muore anzi dopo innumerevoli difficoltà si sposano e hanno pure una bambina e se non sbaglio c’è pure un cagnaccio ahahahah
    P. bel capitolo speriamo che Bella riesca a far uscire dal suo guscio Edward.

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  2. Già qua la storia è un pò diversa... ma c'è un suo perchè!! Come al solito nulla è lasciato al caso !!

    Grazieeee ancora di tutto P mia

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