martedì 12 febbraio 2013

Capitolo 15 Una coppia indivisibile

Esme

I miei occhi si dilatarono per la paura mentre fissavo il letto vuoto.
Dov'era finito??? Era scappato di casa??? Perché??? Dov'era andato???
Acuii i sensi cercando un rumore che mi indicasse dove fosse. Magari era in bagno. Forse si era sentito male???

Carlisle mi prese per mano e insieme con il cuore che batteva all'impazzata in perfetto sincrono andammo veloci nella camera di Alice.
Ero terrorizzata. Se fossero scappati assieme dove avremmo potuto cercarli????

Sporsi la testa all'interno della camera e tirai un sospiro di sollievo.
Lei era nel suo letto che dormiva beata con un sorriso sulle labbra. Era girata su un fianco e la mano sinistra sporgeva e penzolava fuori dal letto mentre con la destra stringeva la sua papera rosa.
Per un secondo tirai un sospiro di sollievo mentre realizzavo che a sparire era stato solo Edward.
Dobbiamo cercarlo” mormorai girandomi veloce per uscire dalla stanza in modo da non svegliare Alice.
Ferma” mi sentii dire da lui mentre mi prendeva il braccio costringendomi a voltarmi
Guarda” mi disse indicando il pavimento.
Socchiusi gli occhi per vedere nel buio e istintivamente li posai sul braccio candido di Alice che penzolava dal letto. Lo seguii nel buio e vidi che la sua mano era appoggiata in mezzo a una chioma di capelli rossi.
Per un attimo mi mancò il respiro.
Edward, rannicchiato in posizione fetale sul tappeto ai piedi del letto di Alice, dormiva stringendosi la sua tigre. La mano di Alice era appoggiata alla sua testa come a fargli una muta carezza.
Mi avvicinai e solo in quel momento lo vidi tremare e rannicchiarsi ancora di più.
Mi voltai e guardai Carlisle. Anche lui sembrava stupito e scosse la testa.
Poi lo vidi chinarsi e prendere Edward fra le braccia. Gli sorrisi e recuperai la tigre che era sfuggita dalle braccia del mio piccolo fuggitivo.



Carlisle

Era leggerissimo. Le ossa piccole e fini non pesavano niente e in quel corpo esile ma muscoloso non c'era un filo di grasso in più del dovuto.
Stando attendo a muoverlo il meno possibile per non svegliarlo lo strinsi a me.
Era ghiacciato, e come sentì il calore del mio corpo si rannicchiò fra le mie braccia.
Con gli occhi chiusi e un sorriso sulle labbra mi sembrò ancora più bello e indifeso.
Lo sistemai nel suo letto ed Esme gli mise la sua tigre fra le braccia mentre lui si rannicchiava sotto le coperte che gli stavamo rimboccando.
Insieme ci allontanammo e ci mettemmo sullo stipite della porta per vederlo dormire.
Povero piccolo, speriamo non abbia preso freddo” mi mormorò il mio amore.
Temo che freddo ne abbia preso parecchio, aveva il corpo gelato” le risposi stringendola a me.
Chissà se l'ha fatto per stare vicino alla sorella o se è stata Alice a chiederglielo.”si domandò interrogativa
Non so. Ma sicuramente entrambi non erano contenti di stare in camere separate” risposi assorto.
La vidi scuotere la testa preoccupata e quando vedemmo Edward allungarsi rilassato nel letto ci allontanammo silenziosi.
Ci sistemammo a letto e ci abbracciammo ognuno perso nei propri pensieri.
Mi addormentai subito, ma mi svegliai un oretta dopo, con il braccio che formicolava.
Esme si era nuovamente addormentata su di esso e adesso mi faceva male.
Mi mossi e mi misi seduto guardando l'ora. Erano ancora le cinque del mattino, troppo presto per alzarsi.
Ti sei già svegliato?” mi sentii chiedere.
Si” risposi “Ma è presto, dormi ancora un po'” le dissi accarezzandole la testa.
Vado a vedere i gemelli” mi disse all'improvviso alzandosi veloce.
Era un ottima idea. Eravamo tutti e due nervosi.
Ci dirigemmo nella stanza di Edward e con sgomento trovammo nuovamente il letto vuoto.
Era tornato da Alice.
Mi fermai sulla soglia scuotendo la testa “Non capisco” mormorai a me stesso “Lo metto a letto” le dissi avvicinandomi per prenderlo nuovamente in braccio.
Lascia stare Carlisle. E' facile che come ce ne andiamo torni nuovamente qua.” mi spiegò sospirando.
E senza far rumore si allontanò. Rimasi fermo a chiedermi dove fosse andata quando la vidi tornare con un piumone fra le braccia.
Alzalo appena che glielo faccio scivolare sotto” mi mormorò indicando il corpo tremante di Edward.
Annui e lo sollevai mentre lei ci sistemava una parte del piumone sotto , poi presa l'altra metà gliela avvolse intorno costruendogli un morbido e caldo nido.
Almeno starà al caldo” mi disse sospirando. Annui e mi feci passare il cuscino che aveva portato, gli alzai appena la testa e glielo ficcai sotto.
Lo sentimmo mugugnare nel sonno disturbato dai nostri movimenti poi sempre dormendo lo sentimmo mormorare “Alice...”.
Non disse altro ma per la prima volta sentimmo la sua voce.
Era fine, dolce e musicale.
Mi strinsi ad Esme e le baciai la fronte emozionato mentre assieme ritornavamo a letto con la speranza che prima o poi Edward avrebbe trovato la forza di ricominciare a parlare.

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