Esme
I
miei occhi si dilatarono per la paura mentre fissavo il letto vuoto.
Dov'era
finito??? Era scappato di casa??? Perché??? Dov'era andato???
Acuii
i sensi cercando un rumore che mi indicasse dove fosse. Magari era
in bagno. Forse si era sentito male???
Carlisle
mi prese per mano e insieme con il cuore che batteva all'impazzata in
perfetto sincrono andammo veloci nella camera di Alice.
Ero
terrorizzata. Se fossero scappati assieme dove avremmo potuto
cercarli????
Sporsi
la testa all'interno della camera e tirai un sospiro di sollievo.
Lei
era nel suo letto che dormiva beata con un sorriso sulle labbra. Era
girata su un fianco e la mano sinistra sporgeva e penzolava fuori dal
letto mentre con la destra stringeva la sua papera rosa.
Per
un secondo tirai un sospiro di sollievo mentre realizzavo che a
sparire era stato solo Edward.
“Dobbiamo
cercarlo” mormorai girandomi veloce per uscire dalla stanza
in modo
da non svegliare Alice.
“Ferma”
mi sentii dire da lui mentre mi prendeva il braccio costringendomi a
voltarmi
“Guarda”
mi disse indicando il pavimento.
Socchiusi
gli occhi per vedere nel buio e istintivamente li posai sul braccio
candido di Alice che penzolava dal letto. Lo seguii nel buio e vidi
che la sua mano era appoggiata in mezzo a una chioma di capelli
rossi.
Per
un attimo mi mancò il respiro.
Edward,
rannicchiato in posizione fetale sul tappeto ai piedi del letto di
Alice, dormiva stringendosi la sua tigre. La mano di Alice era
appoggiata alla sua testa come a fargli una muta carezza.
Mi
avvicinai e solo in quel momento lo vidi tremare e rannicchiarsi
ancora di più.
Mi
voltai e guardai Carlisle. Anche lui sembrava stupito e scosse la
testa.
Poi
lo vidi chinarsi e prendere Edward fra le braccia. Gli sorrisi e
recuperai la tigre che era sfuggita dalle braccia del mio piccolo
fuggitivo.
Carlisle
Era
leggerissimo. Le ossa piccole e fini non pesavano niente e in quel
corpo esile ma muscoloso non c'era un filo di grasso in più
del
dovuto.
Stando
attendo a muoverlo il meno possibile per non svegliarlo lo strinsi a
me.
Era
ghiacciato, e come sentì il calore del mio corpo si
rannicchiò fra
le mie braccia.
Con
gli occhi chiusi e un sorriso sulle labbra mi sembrò ancora
più
bello e indifeso.
Lo
sistemai nel suo letto ed Esme gli mise la sua tigre fra le braccia
mentre lui si rannicchiava sotto le coperte che gli stavamo
rimboccando.
Insieme
ci allontanammo e ci mettemmo sullo stipite della porta per vederlo
dormire.
“Povero
piccolo, speriamo non abbia preso freddo” mi
mormorò il mio amore.
“Temo
che freddo ne abbia preso parecchio, aveva il corpo gelato”
le
risposi stringendola a me.
“Chissà
se l'ha fatto per stare vicino alla sorella o se è stata
Alice a
chiederglielo.”si domandò interrogativa
“Non
so. Ma sicuramente entrambi non erano contenti di stare in camere
separate” risposi assorto.
La
vidi scuotere la testa preoccupata e quando vedemmo Edward allungarsi
rilassato nel letto ci allontanammo silenziosi.
Ci
sistemammo a letto e ci abbracciammo ognuno perso nei propri
pensieri.
Mi
addormentai subito, ma mi svegliai un oretta dopo, con il braccio
che formicolava.
Esme
si era nuovamente addormentata su di esso e adesso mi faceva male.
Mi
mossi e mi misi seduto guardando l'ora. Erano ancora le cinque del
mattino, troppo presto per alzarsi.
“Ti
sei già svegliato?” mi sentii chiedere.
“Si”
risposi “Ma è presto, dormi ancora un
po'” le dissi
accarezzandole la testa.
“Vado
a vedere i gemelli” mi disse all'improvviso alzandosi veloce.
Era
un ottima idea. Eravamo tutti e due nervosi.
Ci
dirigemmo nella stanza di Edward e con sgomento trovammo nuovamente
il letto vuoto.
Era
tornato da Alice.
Mi
fermai sulla soglia scuotendo la testa “Non
capisco” mormorai a
me stesso “Lo metto a letto” le dissi avvicinandomi
per prenderlo
nuovamente in braccio.
“Lascia
stare Carlisle. E' facile che come ce ne andiamo torni nuovamente
qua.” mi spiegò sospirando.
E
senza far rumore si allontanò. Rimasi fermo a chiedermi dove
fosse
andata quando la vidi tornare con un piumone fra le braccia.
“Alzalo
appena che glielo faccio scivolare sotto” mi
mormorò indicando il
corpo tremante di Edward.
Annui
e lo sollevai mentre lei ci sistemava una parte del piumone sotto ,
poi presa l'altra metà gliela avvolse intorno costruendogli
un
morbido e caldo nido.
“Almeno
starà al caldo” mi disse sospirando. Annui e mi
feci passare il
cuscino che aveva portato, gli alzai appena la testa e glielo ficcai
sotto.
Lo
sentimmo mugugnare nel sonno disturbato dai nostri movimenti poi
sempre dormendo lo sentimmo mormorare “Alice...”.
Non
disse altro ma per la prima volta sentimmo la sua voce.
Era
fine, dolce e musicale.
Mi
strinsi ad Esme e le baciai la fronte emozionato mentre assieme
ritornavamo a letto con la speranza che prima o poi Edward avrebbe
trovato la forza di ricominciare a parlare.
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