Alice
Eravamo
in discoteca. Io e Rose eravamo vestite con le minigonne e i tacchi
alti e ballavamo avvinghiate ai nostri ragazzi.
Finalmente
potevamo stare assieme senza paura di dimostrarci coppie.
Edward
invece si era seduto a un tavolo e ci guardava ballare con aria
annoiata.
“Jasper
mi è venuta sete, perché non prendiamo
qualcosa?” gli chiesi
baciandolo sulla bocca languidamente.
Lui
mi restituì subito il bacio e sentii la sua eccitazione
premere su
di me.
Poverino
da quando uscivamo assieme non aveva più fatto sesso con
nessuna, mi
stava aspettando.
Stava
aspettando che compissi almeno i sedici anni.
Emmett
e Rosalie non avevano quei problemi, visto che lei era più
grande di
me, ma stavano attenti a non farsi sorprendere da Jasper.
Lui
malgrado uscisse con me e fosse affezionato ad Emmett teneva
d'occhio Rosalie come fosse stato un padre.
Insieme
ai nostri fratelli raggiungemmo Edward e chiamammo un cameriere.
Emmett
e Rosalie si presero una birra a testa, mentre Jasper ordinò
un
analcolico alla frutta.
“Ehi
Jasper. Ma non bevi ?” gli chiese Emmett stupito dalla scelta
del
fratello più grande.
“Devo
guidare Emmett” rispose lui “e se faccio qualche
cavolata nostro
padre ci rinchiude a casa e butta via la chiave”
scherzò.
“Anch'io
prendo una birra” dissi sorridente ma Jasper si
affrettò a
bloccarmi
“No
Alice. Non hai ancora i sedici anni e se torni ubriaca...”
non finì
la frase.
“Uffa”
sbuffai. Quel senso di protezione di Jasper ogni tanto mi dava
fastidio. “Va bene un gelato?” gli chiesi ironica.
Lui
scoppiò a ridere “Un affogato per la
signorina” ordinò
“Al
wisky grazie”. I suoi occhi sempre dolci si fecero
improvvisamente
cattivi “Al cioccolato” ribatté deciso
poi si voltò verso
Edward “Anche tu un gelato?” gli chiese.
“Una
coca-cola se me la permetti” rispose scocciato.
“Mentre
aspettiamo torniamo a ballare?” chiese Rosalie.
Non
ce lo facemmo dire due volte e ci fiondammo in mezzo alla pista.
Tacitamente
senza accordi a turno andavamo al tavolo a far compagnia ad Edward
che non si era scollato da lì mentre si passava il tempo a
guardare
in giro e a sorseggiarsi una seconda coca-cola.
Gli
chiesi se voleva ballare con me ma lui scosse la testa.
“Alice
per favore. Sono venuto perché altrimenti papà e
mamma avrebbero
fatto difficoltà a voi, ma lasciami in pace” mi
disse scocciato.
Non
lo capivo, non riuscivo proprio a comprendere come potesse dargli
fastidio ballare. Si certo eravamo schiacciati come sardine e i
nostri corpi urtavano contro i vicini, le luci erano forti e la
musica assordante... ma insomma era una discoteca mica un convento!
Ma
malgrado le mie buone intenzioni presto mi dimenticai di lui, non
dovrei dirlo, ma l'abbraccio caldo e confortante di Jasper, i suoi
baci che facevano bruciare la mia pelle, le sue carezze mi
distrassero completamente perdendomi in una bolla di
felicità.
Lo
stesso successe ad Emmett e Rosalie perennemente avvinghiati e
intenti a baciarsi in maniera plateale come in altre parti non era
permesso.
A un certo punto
stanca dissi a Jasper di andare verso il tavolo e
quando sbucammo dal muro di persone rimasi immobile scioccata.
Sul
divanetto con la camicia aperta, il viso in fiamme Edward si stava
baciando la nostra compagna di classe Kristen.
O
perlomeno era Kristen che gli era saltata letteralmente sopra e lo
stava spogliando baciandolo senza ritegno.
Rimanemmo
stupiti un attimo nel vederlo fare una cosa del genere poi Jasper
intuì l'accaduto e la fermò.
“Kristen smettila
subito” le disse Jasper prendendola per le spalle.
“Lascialo stare immediatamente” le
intimò quando lei si voltò a
guardarlo male.
“E
perché mai, tuo fratello si sta divertendo ed è
bello da morire”
rispose indicando Edward che rosso in viso ansimava vistosamente.
Emmett
si avvicinò e l'allontanò da Edward con un
ringhio “Vattene.
Subito!”
“Peccato.
Bacia bene. Se ci ripensate chiamatemi... un bel servizietto gli
farebbe bene” disse allontanandosi sculettando.
Guardai
Edward e vidi che Jasper aveva fatto bene ad intervenire. Il mio
gemello era chiaramente ubriaco e Kristen si era approfittata del
fatto che lui non si era reso conto di quello che stava succedendo.
Questa era l'unica spiegazione che poteva esserci dal momento che
Edward evitava le ragazze come la peste.
“Alice
aiutami. Portami a casa mi sento male” mi disse con la voce
impastata, sbattendo gli occhi e cercando di metterci a fuoco.
Guardai
Jasper senza sapere cosa fare e come poterlo aiutare, non mi ero mai
ubriacata e non sapevo da che parte iniziare.
Lui
si sedette vicino ad Edward e preso un cubetto di ghiaccio della sua
coca-cola glielo passò in fronte.
“Edward
cosa hai bevuto oltre alla coca-cola?” gli chiese guardando i
bicchieri sul tavolo con sguardo interrogativo.
Anche
lui come me si stava chiedendo come avesse fatto Edward ad
ubriacarsi dal momento che non aveva ordinato alcoolici.
“Niente”
rispose chiudendo gli occhi “La testa mi scoppia e ho la
nausea”
si lamentò appoggiando la testa al tavolo.
“Ci
sono soli i bicchieri della coca-cola vuoti, qua” disse
Emmett
contando i bicchieri stupito.
Rimasi
interdetta un attimo quando vidi Jasper prendere il bicchiere di Edward
e metterci un dito dentro per poi portarselo in bocca.
“Ci
hanno aggiunto del Rhum, non è solo coca-cola”
disse arrabbiato.
“Chi?”
gli chiesi stupita.
“A
volte lo fanno nelle discoteche. Infatti è raro che qualcuno
la
voglia allo stato naturale, tutti chiedono che venga mischiata con il
liquore. Sono stato stupido a non verificare” disse Jasper
inferocito con se stesso per la sua superficialità.
“Sarà
meglio portarlo a casa” intervenne Rosalie preoccupata nel
vedere
Edward in quello stato.
“Se
lo riportiamo ubriaco, ci chiudono in casa e buttano via la
chiave”
intervenne Emmett preoccupato dalla reazione dei nostri genitori.
Era
proprio un gran casino. Papà e mamma lo avevano affidato a
Jasper ed
Emmett e se lo avessero riportato in questo stato una bella punizione
non gliela toglieva nessuno.
“Venite
facciamogli prendere un po' d'aria in tanto” disse Jasper
afferrandolo per le ascelle.
Edward
ci seguì malfermo sulle gambe e quando fummo fuori, nel
cortile
della discoteca, Jasper lo costrinse a vomitare.
Nel
frattempo, sotto suo suggerimento, corsi a comprare due
caffè
“Non
mi piace il caffè” si lamentò Edward.
“Taci
ed ingoia. Dobbiamo rimetterti in piedi” gli disse Rosalie
mettendogli anche la seconda tazzina in mano.
Dovemmo
discutere un po' ma alla fine, anche se malvolentieri, li bevve.
Aspettammo
fuori un pochino che gli facessero effetto e che l'aria gli
snebbiasse le idee e facemmo ritorno a casa, discutendo su cosa fare
per impedire ai nostri genitori di scoprire l'accaduto.
Era
molto tardi e speravamo che Esme e Carlisle fossero a letto. Sarebbe
stata la soluzione più semplice.
Purtroppo
per noi erano in piedi che ci aspettavano. Come concordato, allora
per distrarli, io e Rosalie ci fiondammo verso di loro iniziando a
raccontare la serata e omettendo ovviamente lo stato di salute di
Edward.
I
miei fratelli invece approfittando del diversivo accompagnarono Edward
in camera, lo aiutarono a mettersi in pigiama e lo sistemarono
a letto.
“E'
andata” mi sussurrò Jasper mentre con Rosalie
andavamo in camera
anche noi.
Carlisle
Li
aspettammo in piedi. Con Esme eravamo un po' preoccupati. Era la
prima volta che uscivano insieme da soli e non sapevamo che cosa
avrebbero potuto combinare.
Quando
arrivarono Alice e Rosalie si fiondarono a raccontarci. Erano
entusiaste e tutto sembrava andato per il meglio.
I
ragazzi invece salutarono appena dicendo di essere stanchi.
Così
sollevati andammo a letto tutti.
Erano
appena passate un paio d'ore che sentimmo un urlo di Edward.
Con
Esme ci precipitammo da lui convinti di trovarlo in preda agli
incubi.
Lo
trovammo invece raggomitolato per terra, in preda alla nausea mentre
piangeva disperato.
“Edwrad,
calmati che hai?” gli chiesi cercando di tirarlo su.
Lui
ebbe un altro conato mentre ci guardava terrorizzato “Io non
volevo
baciarla. Lei non doveva avvicinarsi, io non posso...” era
chiaramente spaventato e fuori di se.
“Calmati
ragazzo. Vieni a lavarti il viso” gli dissi prendendolo per
le
spalle e conducendolo in bagno sotto gli occhi spaventati e
preoccupati dei fratelli.
Aprii
il rubinetto e gli sciacquai il viso poi lui allontanò la
mia mano e
iniziò a lavarsi la faccia e soprattutto la bocca in maniera
frenetica.
“Cosa
è successo Edward?” gli chiesi appoggiato
lì vicino guardando
quella reazione stupito
Non
riuscivo a capire cosa fosse successo e il perché si
comportasse
così.
“Non
lo so. Mi sentivo strano e poi si è avvicinata e ha iniziato
a
spogliarmi e a baciarmi. Ma non doveva farlo... non poteva farlo. Io
non potevo...” mi rispose mentre le lacrime iniziavano a
uscire
nuovamente.
“Ti
hanno baciato?” gli chiesi stupito e da un lato contento per
lui.
Era una bella cosa, magari si sarebbe sbloccato...
Lui
iniziò a scuotere la testa. “Non doveva farlo.
Io... lei non
doveva toccarmi. Se lei avesse...io non posso avere una
ragazza...”
mi disse disperato.
“Ok.
Va bene. Ma non farne una tragedia. Non è successo nulla di
male.
E' stato solo un bacio ” gli risposi stupito.
In
quel momento entrò Esme chiaramente arrabbiata.
“Hai
vomitato alcool. Edward sei ubriaco” gli disse in tono
accusatorio.
“Ho
bevuto solo due coca-cola” rispose stupito.
Mi
sembrava sincero così visto che eravamo tutti alzati li
convocai
tutti quanti nello studio per capire cosa diavolo fosse successo.
Fu
un Jasper mortificato a spiegarci come erano andate le cose e a
raccontarci cosa aveva combinato Edward con Kristen.
“Ok.
Avete fatto una cavolata tutti quanti. Siete tutti in punizione.
Adesso andate a dormire e domani ne riparliamo” gli dissi
seccato.
Andarono
tutti a letto in silenzio e a testa bassa... tutti tranne Edward che
vedemmo scendere in sala.
“Probabilmente
andrà a bere o a mangiare qualcosa” dissi ad Esme
che lo osservava
preoccupata.
Lei
mi guardò per nulla convinta.
“Hai
ragione gli vado dietro” la rassicurai.
Lo
trovai seduto sul divano raggomitolato con la testa fra le ginocchia.
“Non
vai a letto?” gli chiesi sedendomi vicino a lui e intuendo
che
qualcosa non andava.
Lui
alzò la testa. Gli occhi pieni di lacrime.
“Se
chiudo gli occhi avrò gli incubi” mi disse
rabbrividendo.
“Ma
prima o poi dovrai dormire. Almeno qualche ora il tuo fisico lo
richiede” gli dissi passandogli il braccio intorno alle
spalle.
“Ho
paura. Non posso stare con Kris” mi disse guardando il vuoto
e
appoggiandosi a me.
“Magari
capisco che Kristen non sia il tuo tipo, ma prima o poi troverai
qualcuna da amare, qualcuna che ti piaccia sul serio. Sei ancora
piccolo, hai tutta la vita davanti per trovare la persona
giusta”
gli dissi stringendolo a me.
“No.
Non potrò mai amare nessuna. Nemmeno da ubriaco
posso” mi rispose
e sentii le sue lacrime bagnarmi il pigiama.
“Va
bene, adesso la vedi così. L'alcool a volte deprime.
Evidentemente
hai preso la ciucca triste. Ma cerca di non esagerare. Vedrai che
prima o poi cambierai idea, si tratta solo di trovare la ragazza
giusta. Ora però cerca di dormire.” gli dissi per
confortarlo
chiedendomi cosa mai gli girasse per la testa.
“No.
Loro torneranno, Lui me lo ha promesso” mi rispose tremando.
Non
gli risposi sapendo che tanto non avrebbe aggiunto altro e che
soprattutto sarebbe stato inutile parlarne nello stato emotivo in cui
era ma lo strinsi più forte e me, tirandogli addosso un
plaid che
tenevamo fisso in sala per le serate fredde.
Dopo
un po' lo sentii rilassarsi e il suo respiro farsi regolare.
Chiusi
gli occhi e dormii sul divano con lui per il resto della notte.
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