Carlisle
“Che
ne direste di andare a fare una gita domani?” chiese Charlie
all'improvviso.
Sorrisi.
Immaginavo che fosse a disagio a stare tutto il giorno da solo con
una figlia che non conosceva, così annui.
Non
avevo turni in ospedale quella Domenica e avevo pensato di portare le
ragazze in città a comprare ma così forse sarebbe
stato meglio e
più divertente per noi maschietti.
“Certamente.
Dove pensavi di andare?” gli chiesi.
Lui
mi sorrise soddisfatto della mia disponibilità.
Probabilmente si
era levato un pensiero.
Era
bello vedere il nostro Charlie sempre così serio e burbero
sorridere felice.
“Che
ne diresti della Femmina Morta?? Ai suo piedi possiamo fare un bel
pic-nic” mi rispose prontamente.
Scossi
la testa. “E' un po' lontano. E per andarci dovremmo passare
attraverso il paese di Rio Bianco e c'è la festa del paese
domani.
Le strade sono chiuse” dissi pensando a qualche alternativa.
“E
se andassimo a piedi?” chiese lui alzando un sopracciglio
interrogativo.
“A
piedi? Non sarà troppo lontano vero?”
s'informò Rosalie
guardandolo male.
“No.
No. Dietro casa vostra parte un sentiero che attraversa in linea
retta il bosco e sbuca proprio in cima al picco... da lì in
discesa
in cinque minuti ci troviamo sulla spiaggia” ci
spiegò “Non li
hai mai portati lì Carlisle?” mi chiese curioso
“E' un posto
bellissimo e suggestivo”.
Scossi
la testa. “In effetti no. Non sapevo dell'esistenza del
sentiero”
spiegai.
In
effetti era ovvio che Charlie con il suo mestiere conoscesse bene la
zona di sua competenza.
“Allora
affare fatto, domattina alle otto e trenta veniamo a prendervi. E non
fatevi gli zaini troppo pesanti” ci disse ridacchiando
“Non
ti preoccupare Charlie. Sei tu a rischio d'infarto non noi.”
rispose Emmett ridendo.
“E
in questo caso c'è papà” concluse
Rosalie.
Scoppiammo
tutti a ridere.
La
mattina successiva si presentarono puntualissimi.
Charlie
sembrava entusiasta mentre Bella aveva l'aria di dire ma che
ci
faccio io qua?
Ridacchiai
mettendo sulle spalle ad Esme uno zaino abbastanza leggero.
Lei
e le ragazze avrebbero viaggiato leggere mentre gli zaini pesanti se
li erano litigati Emmett e Jasper che volevano fare i galletti.
Il
terzo pesante l'avevo sbattuto ad Edward dicendogli “Forza
sei
anche tu un ragazzo e devi fare la tua parte” lui aveva
brontolato
un pochetto ma poi l'aveva preso senza discussioni.
Charlie
si mise subito in testa a fare strada, seguito da Emmett e Jasper in un
eterna competizione a chi era il più ganzo, dietro c'erano
le ragazze, poi Edward, Bella, Esme e infine io .
Il
sentiero doveva essere in disuso da un po' perché il
percorso si
rivelò più lungo e difficile del previsto.
Esme
ridacchiava nel vedere i ragazzi che arrancavano sbuffando per colpa
degli zaini pesanti dietro alle ragazze che dopo averli agilmente
superati li prendevano in giro per come camminavano piano.
Bella
invece iniziò subito a lamentarsi mentre non faceva altro
che
inciampare e rischiare di cadere ogni cinque passi. Era decisamente
imbranata e presto ci fece rimanere indietro.
“Dai
Bella che non mancherà più molto” la
incoraggiava Esme che
l'avrebbe senz'altro superata per raggiungere la testa della fila.
La
mia Esme non era più certo una ragazzina ma la sua
vitalità era
pari a quella di Alice, pensai sorridendo.
In
effetti l'avrei superata volentieri anch'io. Mi costringeva a
continue soste e lo zaino m'iniziava a pesare.
Dietro
una curva, seduto tranquillamente su una pietra a succhiarsi un filo
d'erba, trovammo Edward che si era fermato ad aspettarci .
“Sono
tanto avanti?” gli chiese Esme preoccupata di essere rimasta
troppo
staccata dagli altri.
“ Solo
di poco” rispose sorridendo divertito nel vedere Bella che
cercava
di districarsi da un rovo che si era attaccato alla manica della sua
camicia.
Con
uno sbuffo divertito e scuotendo la testa si portò vicino a
lei e
dolcemente glielo spostò.
“Adesso
sei libera” le disse sorridendogli per la prima volta.
Lei
si fermò a guardarlo ma lui veloce si girò
riprendendo spedito il
cammino e sparendo veloce dalla nostra vista.
E
finalmente arrivammo anche noi al Picco della Femmina Morta e
trovammo gli altri seduti a riposarsi.
Bella
Odiavo
i sentieri e le gite in campagna.
Già
era per me difficile stare in equilibrio su una superficie piana
figuriamoci in un bosco con tutte quelle radici, foglie, arbusti e
pietre.
Andavo
piano e mi stavo vergognando da morire.
Avevo
bloccato la fila ma che ci potevo fare se mio padre era un perfetto
idiota???
Ma
dove cavolo ci stava portando???
Dietro
a una curva trovai Edward ad aspettarci.
Gli
sorrisi e accelerai il passo per raggiungerlo ma un maledetto rovo
decise di prendermi al volo.
Iniziai
a divincolarmi e a tirare ma lui non ne voleva sapere di lasciarmi
libera.
Stavo
cercando di capire come fare quando vidi Edward vicino a me. Con una
mano lunga, bella e aggraziata spostò il rovo e mi disse
“adesso
sei libera” con una voce dolcissima e stupenda.
Alzai
gli occhi e rimasi folgorata di nuovo dai suoi.
Erano
bellissimi e splendenti di un verde ancora più acceso delle
foglie
circostanti. E mentre lo guardavo cercando di ricordarmi dove fossi,
lui mi sorrise.
Un
sorriso meraviglioso sghembo che mi fece perdere un battito di cuore.
Avrei
voluto parlargli, ringraziarlo e magari dargli la mano ma lui si
girò
e velocissimo con quelle gambe meravigliosamente lunghe e muscolose
sparì dalla mia vista.
Tirai
un sospiro affranto e continuando a maledire quel pazzo di mio padre
ripresi il cammino.
Quando
finalmente sbucai sulla cima rimasi senza parole. Quello che Charlie
chiamava la Femmina Morta non era altro che un pezzo di paradiso
emerso da quell'incubo verde.
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