martedì 12 febbraio 2013

Capitolo 59 Una gita nel bosco

Carlisle

Che ne direste di andare a fare una gita domani?” chiese Charlie all'improvviso.
Sorrisi. Immaginavo che fosse a disagio a stare tutto il giorno da solo con una figlia che non conosceva, così annui.
Non avevo turni in ospedale quella Domenica e avevo pensato di portare le ragazze in città a comprare ma così forse sarebbe stato meglio e più divertente per noi maschietti.
Certamente. Dove pensavi di andare?” gli chiesi.
Lui mi sorrise soddisfatto della mia disponibilità. Probabilmente si era levato un pensiero.
Era bello vedere il nostro Charlie sempre così serio e burbero sorridere felice.
Che ne diresti della Femmina Morta?? Ai suo piedi possiamo fare un bel pic-nic” mi rispose prontamente.
Scossi la testa. “E' un po' lontano. E per andarci dovremmo passare attraverso il paese di Rio Bianco e c'è la festa del paese domani. Le strade sono chiuse” dissi pensando a qualche alternativa.
E se andassimo a piedi?” chiese lui alzando un sopracciglio interrogativo.
A piedi? Non sarà troppo lontano vero?” s'informò Rosalie guardandolo male.
No. No. Dietro casa vostra parte un sentiero che attraversa in linea retta il bosco e sbuca proprio in cima al picco... da lì in discesa in cinque minuti ci troviamo sulla spiaggia” ci spiegò “Non li hai mai portati lì Carlisle?” mi chiese curioso “E' un posto bellissimo e suggestivo”.
Scossi la testa. “In effetti no. Non sapevo dell'esistenza del sentiero” spiegai.
In effetti era ovvio che Charlie con il suo mestiere conoscesse bene la zona di sua competenza.
Allora affare fatto, domattina alle otto e trenta veniamo a prendervi. E non fatevi gli zaini troppo pesanti” ci disse ridacchiando
Non ti preoccupare Charlie. Sei tu a rischio d'infarto non noi.” rispose Emmett ridendo.
E in questo caso c'è papà” concluse Rosalie.
Scoppiammo tutti a ridere.


La mattina successiva si presentarono puntualissimi.
Charlie sembrava entusiasta mentre Bella aveva l'aria di dire ma che ci faccio io qua?
Ridacchiai mettendo sulle spalle ad Esme uno zaino abbastanza leggero.
Lei e le ragazze avrebbero viaggiato leggere mentre gli zaini pesanti se li erano litigati Emmett e Jasper che volevano fare i galletti.
Il terzo pesante l'avevo sbattuto ad Edward dicendogli “Forza sei anche tu un ragazzo e devi fare la tua parte” lui aveva brontolato un pochetto ma poi l'aveva preso senza discussioni.
Charlie si mise subito in testa a fare strada, seguito da Emmett e Jasper in un eterna competizione a chi era il più ganzo, dietro c'erano le ragazze, poi Edward, Bella, Esme e infine io .
Il sentiero doveva essere in disuso da un po' perché il percorso si rivelò più lungo e difficile del previsto.
Esme ridacchiava nel vedere i ragazzi che arrancavano sbuffando per colpa degli zaini pesanti dietro alle ragazze che dopo averli agilmente superati li prendevano in giro per come camminavano piano.
Bella invece iniziò subito a lamentarsi mentre non faceva altro che inciampare e rischiare di cadere ogni cinque passi. Era decisamente imbranata e presto ci fece rimanere indietro.
Dai Bella che non mancherà più molto” la incoraggiava Esme che l'avrebbe senz'altro superata per raggiungere la testa della fila.
La mia Esme non era più certo una ragazzina ma la sua vitalità era pari a quella di Alice, pensai sorridendo.
In effetti l'avrei superata volentieri anch'io. Mi costringeva a continue soste e lo zaino m'iniziava a pesare.
Dietro una curva, seduto tranquillamente su una pietra a succhiarsi un filo d'erba, trovammo Edward che si era fermato ad aspettarci .
Sono tanto avanti?” gli chiese Esme preoccupata di essere rimasta troppo staccata dagli altri.
 Solo di poco” rispose sorridendo divertito nel vedere Bella che cercava di districarsi da un rovo che si era attaccato alla manica della sua camicia.
Con uno sbuffo divertito e scuotendo la testa si portò vicino a lei e dolcemente glielo spostò.
Adesso sei libera” le disse sorridendogli per la prima volta.
Lei si fermò a guardarlo ma lui veloce si girò riprendendo spedito il cammino e sparendo veloce dalla nostra vista.

E finalmente arrivammo anche noi al Picco della Femmina Morta e trovammo gli altri seduti a riposarsi.



Bella

Odiavo i sentieri e le gite in campagna.
Già era per me difficile stare in equilibrio su una superficie piana figuriamoci in un bosco con tutte quelle radici, foglie, arbusti e pietre.
Andavo piano e mi stavo vergognando da morire.
Avevo bloccato la fila ma che ci potevo fare se mio padre era un perfetto idiota???
Ma dove cavolo ci stava portando???
Dietro a una curva trovai Edward ad aspettarci.
Gli sorrisi e accelerai il passo per raggiungerlo ma un maledetto rovo decise di prendermi al volo.
Iniziai a divincolarmi e a tirare ma lui non ne voleva sapere di lasciarmi libera.
Stavo cercando di capire come fare quando vidi Edward vicino a me. Con una mano lunga, bella e aggraziata spostò il rovo e mi disse “adesso sei libera” con una voce dolcissima e stupenda.
Alzai gli occhi e rimasi folgorata di nuovo dai suoi.
Erano bellissimi e splendenti di un verde ancora più acceso delle foglie circostanti. E mentre lo guardavo cercando di ricordarmi dove fossi, lui mi sorrise.
Un sorriso meraviglioso sghembo che mi fece perdere un battito di cuore.
Avrei voluto parlargli, ringraziarlo e magari dargli la mano ma lui si girò e velocissimo con quelle gambe meravigliosamente lunghe e muscolose sparì dalla mia vista.
Tirai un sospiro affranto e continuando a maledire quel pazzo di mio padre ripresi il cammino.

Quando finalmente sbucai sulla cima rimasi senza parole. Quello che Charlie chiamava la Femmina Morta non era altro che un pezzo di paradiso emerso da quell'incubo verde.

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