martedì 12 febbraio 2013

Capitolo 11 Uno strano comportamento

Esme

Quando uscimmo trovammo Emmett appoggiato alla portiera della macchina che ci aspettava con il sorriso.
Per un attimo lo vedemmo guardarci stupito. Chissà che cosa si era aspettato?
Ma il sorriso, il suo magnifico sorriso contagioso si allargò sulle labbra.
Alice lo vide e si fermò ad aspettarci mentre vedevo Edward alzare gli occhi e scrutarlo sospettoso.
Questo è vostro fratello Emmett” lo presentò Carlisle facendogli una carezza sui capelli ricci  E loro come ti abbiamo detto sono Alice ed Edward” finì le presentazioni.
Ciao. Sono contento di vedervi” gli disse il mio piccolo uomo sorridente. “Abbiamo una bella casa con il giardino. Ti piace giocare a calcio Edward?” gli chiese subito euforico all'idea di avere un maschietto con cui dividere quella passione.
Edward si limitò ad annuire sorridendogli appena. Sembrava preoccupato. Probabilmente non si aspettava un fratello più grande e intraprendente come Emmett.
Certo che gli piace. E' un ottimo attaccante veloce. Mentre io sono brava a difendere” intervenne Alice sorridendo al fratello entusiasta.
Tu?” gli chiese lui scuotendo la testa. “Ma sei una femmina!” continuò ridacchiando.
E con questo? So giocare sai?” rispose lei prontamente.
Scoppiai a ridere ricordando le parole delle maestre di Emmett Tutte le ragazze cadono ai suoi piedi probabilmente aveva trovato qualcuno in grado di tenergli testa senza farsi influenzare.
Emmett dovresti essere contento se gioca anche lei siamo uno in più” interruppe prontamente Carlisle il battibecco.
Osservai Edward che era stato in silenzio ma che non aveva perso una sola parola dal suo sguardo. Poi lentamente realizzai. Con fare disinvolto era scivolato davanti alla sorella mettendosi in sua protezione e solo dopo le parole di Carlisle aveva fatto un passo indietro.
Sono attaccati moltissimo ci aveva detto la Direttrice ed Edward dipende da lei.
Sul fossero attaccati non avevo dubbi dal momento che salirono in macchina dietro assieme ad Emmett senza mollarsi un attimo la mano ma sul fatto che fosse Edawrd a dipendere da Alice avevo qualche riserva, soprattutto quando lo vidi infilarsi deciso in mezzo.
Ma a quanto pareva Alice non aveva gran bisogno di protezione dal momento che sembrava tenere testa ad Emmett in maniera più che efficace.

Il viaggio in macchina fu breve. Avevano bisogno di un pigiama per la notte e di vestiti, così ci fermammo davanti al più grande magazzino di vestiti della città. Non avevano cose particolarmente belle o firmate ma avevano molta scelta e al momento servivano diversi ricambi. Poi con calma gli avremmo comprato qualcosa di veramente carino.
La padrona e la figlia che gestivano il grande magazzino erano amiche di Carlisle in quanto il marito era un suo collega.
Ciao Annette” la salutò lui.
Lei gli sorrise festosa “Carlisle. Che piacere vederti. Di cosa hai bisogno?” chiese gentile. Poi posò lo sguardo sui due gemelli che si stavano tenendo per mano.
Edward aveva l'aria stupita e si guardava intorno preoccupato mentre ad Alice brillavano gli occhi mentre la potevo vedere scrutare nelle file di vestiti appesi.
Ma che bei bambini. Sono vostri?” ci chiese gentile
Si li abbiamo appena adottati. E hanno bisogno di tutto” le spiegò mio marito tranquillo. Non era certo un segreto e comunque in una cittadina così piccola tutti avrebbero saputo nel giro di qualche giorno, tanto valeva spiegare la situazione fin da subito.
Bene. La roba da femminuccia è da questo lato invece quella da maschio è dall'altra parte. Penso che come taglia gli otto anni sia perfetta per entrambi” disse indicandoci le file di vestiti “Vi lascio e se avete bisogno chiedete pure.” concluse gentile allontanandosi.
In cuor mio la ringraziai tantissimo. Erano i primi momenti che potevamo passare assieme e non mi sembrava neanche vero di poterlo fare senza estranei nelle vicinanze.
Che dici Esme ci dividiamo? Così facciamo prima. Io prendo Edward e lo porto a vedere le cose da maschietti e tu aiuti Alice?” mi chiese Carlisle tranquillo.
D'accordo” risposi subito, così avremmo fatto prima.
Lui allungò la mano per prendere quella di Edward ma lo vedemmo fare un passo indietro e scuotere la testa mentre nascondeva il braccio dietro la schiena.
Noi vorremmo stare assieme...” mormorò Alice a testa bassa.
Io e Carlisle ci guardammo un attimo. Ci eravamo dimenticati.
Mi affrettai a sorridere ad entrambi.
Benissimo iniziamo dalle tue cose Alice?” le chiesi
La vidi sorridere entusiasta, un sorriso felice e aperto mentre gli occhi s'illuminavano pieni di gioia.


Carlisle

Sapevo che Esme sognava questo momento da anni.
Andare per compere con me ed Emmett doveva essere per lei una tortura.
Noi in quanto maschi non vedevamo l'ora di uscire dai negozi e spesso sbuffavamo all'idea di andare a fare shopping. Con un sorriso vidi Edward alzare gli occhi al cielo. Probabilmente neanche lui era entusiasta di quello che lo aspettava.
Alice, tenendo per mano Edward, camminava affianco ad Esme guardandosi in giro mentre mia moglie le mostrava le cose. Io con Emmett vicino li seguivamo silenziosi.
Esme.” la chiamai “Credo che Alice non abbia capito quello che stai facendo” le dissi a bassa voce.
La bimba infatti si guardava intorno aspettando che Esme scegliesse i vestiti.
Il mio amore mi guardò, guardò Alice e capii cosa intendevo dire.
Alice” la chiamò. “Facciamo così. Scegliti quello che ti piace, ti servono almeno due pantaloni, una gonna, tre o quattro camice, due maglioni, due pigiami, la biancheria, un giubbotto e due paia di scarpe” concluse sorridendole.
Vedemmo la bimba dapprima sgranare gli occhi poi sorridere felice mentre trascinandosi dietro il povero Edward iniziò a girare come una matta fra i vari banchi.
Io ed Esme rimanemmo in disparte guardando quello che ai nostri occhi era uno spettacolo bellissimo.
Ma non mi sfuggì un piccolo particolare. A scegliere in realtà era Edward.
Lei tirava fuori alcune cose poi si fermava a guardarle indecisa e chiedeva sempre il parere al fratello. Edward indicava con la mano quello che gli piaceva e Alice sceglieva sempre quello.
Presto riempimmo un carrello di cose e poi ci spostammo nella parte maschile.
Qui facemmo molto prima, Edward era deciso e senza perdere tempo scelse con precisione e velocità quello che gli avevamo indicato di prendere.

Dopo quasi due ore e mezzo finalmente con la carta di credito quasi prosciugata uscimmo per dirigerci a casa.
Alice era felicissima e iniziò a parlare di vestiti con Esme mentre Emmett sbuffava impaziente di andare a giocare.

Io guidai tranquillo fino a quando... frenando bruscamente mi fermai.
Avevo visto quello che ancora ci mancava.

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