Esme
Quando
uscimmo trovammo Emmett appoggiato alla portiera della macchina che
ci aspettava con il sorriso.
Per
un attimo lo vedemmo guardarci stupito. Chissà che cosa si
era
aspettato?
Ma
il sorriso, il suo magnifico sorriso contagioso si allargò
sulle
labbra.
Alice
lo vide e si fermò ad aspettarci mentre vedevo Edward alzare
gli
occhi e scrutarlo sospettoso.
“Questo
è vostro fratello Emmett” lo presentò
Carlisle facendogli una
carezza sui capelli ricci “E loro come ti
abbiamo detto sono Alice
ed Edward” finì le presentazioni.
“Ciao.
Sono contento di vedervi” gli disse il mio piccolo uomo
sorridente.
“Abbiamo una bella casa con il giardino. Ti piace giocare a
calcio
Edward?” gli chiese subito euforico all'idea di avere un
maschietto
con cui dividere quella passione.
Edward
si limitò ad annuire sorridendogli appena. Sembrava
preoccupato.
Probabilmente non si aspettava un fratello più grande e
intraprendente come Emmett.
“Certo
che gli piace. E' un ottimo attaccante veloce. Mentre io sono brava a
difendere” intervenne Alice sorridendo al fratello entusiasta.
“Tu?”
gli chiese lui scuotendo la testa. “Ma sei una
femmina!” continuò ridacchiando.
“E
con questo? So giocare sai?” rispose lei prontamente.
Scoppiai
a ridere ricordando le parole delle maestre di Emmett Tutte
le
ragazze cadono ai suoi piedi probabilmente
aveva trovato qualcuno in grado di tenergli testa senza farsi
influenzare.
“Emmett
dovresti essere contento se gioca anche lei siamo uno in
più”
interruppe prontamente Carlisle il battibecco.
Osservai
Edward che era stato in silenzio ma che non aveva perso una sola
parola dal suo sguardo. Poi lentamente realizzai. Con fare disinvolto
era scivolato davanti alla sorella mettendosi in sua protezione e
solo dopo le parole di Carlisle aveva fatto un passo indietro.
Sono
attaccati moltissimo
ci aveva
detto la Direttrice ed Edward dipende da lei.
Sul
fossero attaccati non avevo dubbi dal momento che salirono in
macchina dietro assieme ad Emmett senza mollarsi un attimo la mano ma
sul fatto che fosse Edawrd a dipendere da Alice avevo qualche
riserva, soprattutto quando lo vidi infilarsi deciso in mezzo.
Ma
a quanto pareva Alice non aveva gran bisogno di protezione dal
momento che sembrava tenere testa ad Emmett in maniera più
che
efficace.
Il
viaggio in macchina fu breve. Avevano bisogno di un pigiama per la
notte e di vestiti, così ci fermammo davanti al
più grande
magazzino di vestiti della città. Non avevano cose
particolarmente
belle o firmate ma avevano molta scelta e al momento servivano
diversi ricambi. Poi con calma gli avremmo comprato qualcosa di
veramente carino.
La
padrona e la figlia che gestivano il grande magazzino erano amiche di
Carlisle in quanto il marito era un suo collega.
“Ciao
Annette” la salutò lui.
Lei
gli sorrise festosa “Carlisle. Che piacere vederti. Di cosa
hai
bisogno?” chiese gentile. Poi posò lo sguardo sui
due gemelli che
si stavano tenendo per mano.
Edward
aveva l'aria stupita e si guardava intorno preoccupato mentre ad
Alice brillavano gli occhi mentre la potevo vedere scrutare nelle
file di vestiti appesi.
“Ma
che bei bambini. Sono vostri?” ci chiese gentile
“Si
li abbiamo appena adottati. E hanno bisogno di tutto” le
spiegò
mio marito tranquillo. Non era certo un segreto e comunque in una
cittadina così piccola tutti avrebbero saputo nel giro di
qualche
giorno, tanto valeva spiegare la situazione fin da subito.
“Bene.
La roba da femminuccia è da questo lato invece quella da
maschio è
dall'altra parte. Penso che come taglia gli otto anni sia perfetta
per entrambi” disse indicandoci le file di vestiti
“Vi lascio e
se avete bisogno chiedete pure.” concluse gentile
allontanandosi.
In
cuor mio la ringraziai tantissimo. Erano i primi momenti che potevamo
passare assieme e non mi sembrava neanche vero di poterlo fare senza
estranei nelle vicinanze.
“Che
dici Esme ci dividiamo? Così facciamo prima. Io prendo
Edward e lo
porto a vedere le cose da maschietti e tu aiuti Alice?” mi
chiese
Carlisle tranquillo.
“D'accordo”
risposi subito,
così avremmo fatto prima.
Lui
allungò la mano per prendere quella di Edward ma lo vedemmo
fare un
passo indietro e scuotere la testa mentre nascondeva il braccio
dietro la schiena.
“Noi
vorremmo stare assieme...” mormorò Alice a testa
bassa.
Io
e Carlisle ci guardammo un attimo. Ci eravamo dimenticati.
Mi
affrettai a sorridere ad entrambi.
“Benissimo
iniziamo dalle tue cose Alice?” le chiesi
La
vidi sorridere entusiasta, un sorriso felice e aperto mentre gli
occhi s'illuminavano pieni di gioia.
Carlisle
Sapevo
che Esme sognava questo momento da anni.
Andare
per compere con me ed Emmett doveva essere per lei una tortura.
Noi
in quanto maschi non vedevamo l'ora di uscire dai negozi e spesso
sbuffavamo all'idea di andare a fare shopping. Con un sorriso vidi
Edward alzare gli occhi al cielo. Probabilmente neanche lui era
entusiasta di quello che lo aspettava.
Alice,
tenendo per mano Edward, camminava affianco ad Esme guardandosi in
giro mentre mia moglie le mostrava le cose. Io con Emmett vicino li
seguivamo silenziosi.
“Esme.”
la chiamai “Credo che Alice non abbia capito quello che stai
facendo” le dissi a bassa voce.
La
bimba infatti si guardava intorno aspettando che Esme scegliesse i
vestiti.
Il
mio amore mi guardò, guardò Alice e capii cosa
intendevo dire.
“Alice”
la chiamò. “Facciamo così. Scegliti
quello che ti piace, ti
servono almeno due pantaloni, una gonna, tre o quattro camice, due
maglioni, due pigiami, la biancheria, un giubbotto e due paia di
scarpe” concluse sorridendole.
Vedemmo
la bimba dapprima sgranare gli occhi poi sorridere felice mentre
trascinandosi dietro il povero Edward iniziò a girare come
una matta
fra i vari banchi.
Io
ed Esme rimanemmo in disparte guardando quello che ai nostri occhi
era uno spettacolo bellissimo.
Ma
non mi sfuggì un piccolo particolare. A scegliere in
realtà era
Edward.
Lei
tirava fuori alcune cose poi si fermava a guardarle indecisa e
chiedeva sempre il parere al fratello. Edward indicava con la mano
quello che gli piaceva e Alice sceglieva sempre quello.
Presto
riempimmo un carrello di cose e poi ci spostammo nella parte
maschile.
Qui
facemmo molto prima, Edward era deciso e senza perdere tempo scelse
con precisione e velocità quello che gli avevamo indicato di
prendere.
Dopo
quasi due ore e mezzo finalmente con la carta di credito quasi
prosciugata uscimmo per dirigerci a casa.
Alice
era felicissima e iniziò a parlare di vestiti con Esme
mentre Emmett
sbuffava impaziente di andare a giocare.
Io
guidai tranquillo fino a quando... frenando bruscamente mi fermai.
Avevo
visto quello che ancora ci mancava.
Nessun commento:
Posta un commento