Alice
Per
fortuna Edward non aveva nulla di grave e quella sera stessa
tornò
a casa con Carlisle ed Esme.
Aveva
la testa fasciata ed era pallido per il mal di testa ma quando
entrò
i suoi occhi sebbene velati dal dolore si posarono su Jasper.
“Grazie
Jasper” gli disse andando ad abbraccialo e lasciandoci tutti
stupiti.
“Non
ti preoccupare fratellino. Andrà tutto bene” gli
rispose lui
restituendo l'abbraccio al mio gemello. Poi lo sentii mormorare in
modo che i nostri genitori non sentissero “Hai protetto
Alice. So
che l'hai fatto perché è la tua gemella, ma ti
ringrazio lo stesso.
Lei per me è importante.” gli spiegò
convinto, facendomi arrossire
dal piacere.
Edward
mi guardò un attimo enigmatico poi gli sorrise
“Hai il mio permesso Jasper”
rispose a voce alta guardandomi con un dolce sorriso sul volto.
“Permesso
per cosa?” chiese Esme guardando Edward di traverso.
“Di
dargli lezioni di combattimento.” intervenne prontamente
Emmett per
sviare i nostri genitori “Così la prossima volta
non le busca più”
spiegò ridacchiando.
Vidi
un sorriso scappare dalle labbra di Edward subito tramutato in un
gemito.
“Vai
a letto Edward. Al resto penserai quando starai meglio” gli
intimò
nostro padre per nulla soddisfatto dell'uscita di Emmett mentre lo
spingeva delicatamente verso le scale fulminando con gli occhi
Jasper.
Edward
lo seguì senza storie poi a metà scala si
voltò e mi fece
l'occhiolino.
Non
c'era bisogno di parole fra di noi per sapere che l'aveva autorizzato
a farmi la corte.
Nei
giorni successivi Jasper non si tirò certo indietro e la
domenica
sera mi fece uscire in giardino da soli e sotto un cielo
incredibilmente stellato s'inginocchiò davanti a me.
“Alice,
so che sei ancora piccola e ti prometto che avrò la pazienza
di
aspettare fino a che tu non ti sentirai pronta. Ma mi permetti di
essere il tuo ragazzo?” mi chiese mettendomi al polso un
braccialetto di corda.
Non
poteva certo regalarmi qualcosa di evidente.
Anche
Rose ne portava uno simile dono di Emmett.
Dovevamo
mantenere il segreto, avevamo infatti paura della reazione dei
nostri genitori se avessero scoperto che sotto il loro tetto vivevano
due coppie di fidanzati invece che quattro fratelli come si
aspettavano.
“Ti
amo Jasper” gli risposti entusiasta buttandomi fra le sue
braccia.
Finalmente
il mio amore poteva esplodere.
Edward
rimase a casa a letto quasi una settimana per riprendersi della
brutta avventura anche perché i sogni tornarono a torturalo.
L'aggressione ricevuta aveva risvegliato in lui qualche brutto ricordo
e Carlisle fu costretto a somministrargli più di una volta
dei calmanti per permettergli di dormire la notte.
Provammo
a chiedergli qualcosa ma lui come al solito si trincerò
dietro a un
“Non ricordo” e si rifiutò di parlare
dei suoi incubi.
Esme.
Edward
dovette rimanere a letto una settimana per colpa del mal di testa ma
a parte quello sembrava essersela cavata. Solo gli incubi tornarono a
tormentarlo talmente terribili che gli impedivano di prendere sonno,
o di riposare per più di un ora. Dopo che passò
la prima notte
completamente insonne a causa loro e del mal di testa Carlisle fu
costretto a somministrargli calmanti tutte le sere.
Non
era una soluzione che ci piacesse ma sembrava non ci fosse altra
scelta.
Per
fortuna dopo una settimana riuscì a tornare a scuola e
Carlisle gradatamente gli levò anche i farmaci.
Patì ancora qualche notte
ma poi piano piano come erano venuti gli incubi sparirono o
perlomeno smise di urlare di notte.
Eravamo
sempre più preoccupati anche perché intuivamo che
piano piano
stavano riaffiorando in lui ricordi così orribili che la sua
mente
aveva seppellito per anni tanto a fondo da dimenticare l'accaduto. Ma
la cosa più preoccupante era che quello che aveva passato lo
stava iniziando a torturare anche di giorno isolandolo sempre di
più
dal mondo esterno oltreché dai fratelli che facevano di
tutto invece
per non lasciarlo mai solo.
Ma
questo non era l'unico pensiero che ci assillava con Carlisle. C'era
qualcosa che gli altri fratelli ci stavano nascondendo
deliberatamente.
Spesso
li sorprendevamo a scambiarsi occhiate diventate maliziose e complici
come non mai.
Ne
parlammo a lungo e decidemmo di chiudere gli occhi e non interferire
nei loro rapporti.
In
fondo non c'erano dei veri vincoli di sangue fra di loro e noi
avremmo aspettato che si sentissero abbastanza sicuri dei loro
sentimenti da uscire allo scoperto.
Così
li sorvegliavamo da lontano sorridendo di nascosto delle loro trovate
e gongolando nel vederli così uniti, felici e spensierati.
Jasper
aveva dimostrato di essere responsabile occupandosi dei fratelli
così
con Carlisle decidemmo di comprare un auto tutta nuova solo per
loro.
Per
il momento era l'unico ad avere la patente per cui l'affidammo a lui
con la clausola che avrebbe permesso agli altri di guidarla quando
avrebbero avuto l'età giusta e la patente.
Sapevamo
che stavano crescendo e che la voglia di autonomia stava diventando
sempre più un esigenza ma la conferma l'avemmo quando
vedemmo
entrare Jasper in cucina seguito dai suoi fratelli, con
l'esclusione di Edward che guardava la scena dalla sala chiaramente
infastidito.
“Volevo
chiedervi il permesso di andare in discoteca stasera” ci
chiese
Jasper “Mi piacerebbe un po' uscire.” concluse
sorridendoci con
l'aria angelica.
Io
e Carlisle ci guardammo. Non ci piacevano quei posti, Charlie ci
raccontava che spesso i ragazzi si sbronzavano e succedevano risse o
cose peggiori.
Ma
lui ormai era grande. Non potevamo certo impedirglielo. Anzi era
sorprendente che non ci avesse chiesto nulla finora anche se
supponevamo che il motivo fosse uno... Alice era ancora troppo
piccola.
“Va
bene Jasper. Vai pure” gli dissi dopo che Carlisle mi fece un
cenno
di assenso.
“Ecco
veramente volevo portare con me anche gli altri”
continuò
lanciando uno sguardo ai fratelli.
“Vi
prego. Io uscivo sempre con Jasper. La mamma mi faceva andare, se
c'era lui.” disse subito Rosalie senza darci il tempo di
fiatare.
Erano
d'accordo. Era fin troppo evidente che avevano studiato una strategia
per convincerci.
Infatti anche
Emmett prese subito la parola senza aspettare le nostre
obiezioni “Se poi vado anch'io entrambi siamo grandi e
possiamo
controllare Rosalie e Alice senza problemi. Alla fine dell'anno mi
diplomerò anch'io.” ci disse sorridendo e facendo
la faccina da
bravo bambino.
“Va
bene ma non Alice. Lei è troppo piccola” rispose
immediatamente Carlisle.
“Ti
prego papà. Farò la brava e ubbidirò a
Jasper. Ti prego...ti
prego...ti prego” ci disse sbattendo gli occhioni come era
solita
fare per ottenere un permesso da noi.
“In
fondo c'è un anno solo tra me e lei” disse Rosalie
in difesa
della sorella.
Ero
divertita dalla loro strategia. L'avevano organizzata bene per avere
il nostro permesso.
“Ed
Edward?” chiesi stupita che nessuno avesse detto nulla.
“A
lui non interessa” ci spiegò Alice con una smorfia.
Ma
così non andava bene pensai, lui aveva bisogno
più degli altri di
uscire e rompere il guscio nel quale si era rinchiuso.
“O
viene anche lui o voi non andate” ribatté Carlisle
guardandomi.
Eravamo arrivati entrambi allo stesso ragionamento senza parlarne,
evidentemente.
Vidi
fare una smorfia ad Alice e Rosalie, che dopo essersi guardate un
attimo si precipitarono da Edward.
Li
vedemmo discutere animatamente poi Rosalie tornò da noi, con
il
faccino angelico.
“Viene
anche lui” ci disse gongolando per la vittoria ottenuta.
Non
so come avessero fatto a convincerlo perché Edward era un
gran
testone ma ero contenta della loro piccola vittoria sul fratello e
speravo ne sarebbe uscito qualcosa di buono.
“Ok”
risposi immediatamente soddisfatta “Jasper. Te li affido
tutti
quanti, soprattutto i gemelli che sono ancora piccoli” gli
intimai guardandolo negli occhi.
Lui
mi sorrise felice “Non temere mamma, li terrò
d'occhio” e poi
tutti e quattro scapparono verso le camere per vestirsi.
Dopo
un minuto vedemmo Alice affacciarsi sulle scale “Edward vieni
a
vestirti. Non puoi mica venire in felpa.” lo
rimproverò.
Lo
vedemmo sbuffare “Alice vengo solo per tenerti d'occhio e
farvi un
piacere e quindi non mi stressare” gli rispose lui.
“Se
fai così non troverai mai una ragazza” si
unì Rosalie per
convincerlo.
“E
chi ti dice che la voglio trovare?” rispose Edward
visibilmente
irritato.
Poi
si sedette e riprese a leggere.
Non
lo capivo. I fratelli avevano un comportamento completamente diverso
ma lui faceva di tutto per allontanare da se le ragazze e gli amici.
Mi
spiaceva, avevamo intuito con Carlisle che il suo comportamento era
legato in qualche modo al suo passato ma il perché reagisse
così
non ci era chiaro e soprattutto non sapevamo più come
aiutarlo.
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