martedì 12 febbraio 2013

Capitolo 54 Il permesso

Alice

Per fortuna Edward non aveva nulla di grave e quella sera stessa tornò a casa con Carlisle ed Esme.
Aveva la testa fasciata ed era pallido per il mal di testa ma quando entrò i suoi occhi sebbene velati dal dolore si posarono su Jasper.
Grazie Jasper” gli disse andando ad abbraccialo e lasciandoci tutti stupiti.
Non ti preoccupare fratellino. Andrà tutto bene” gli rispose lui restituendo l'abbraccio al mio gemello. Poi lo sentii mormorare in modo che i nostri genitori non sentissero “Hai protetto Alice. So che l'hai fatto perché è la tua gemella, ma ti ringrazio lo stesso. Lei per me è importante.” gli spiegò convinto, facendomi arrossire dal piacere.
Edward mi guardò un attimo enigmatico poi gli sorrise “Hai il mio permesso Jasper” rispose a voce alta guardandomi con un dolce sorriso sul volto.
Permesso per cosa?” chiese Esme guardando Edward di traverso.
Di dargli lezioni di combattimento.” intervenne prontamente Emmett per sviare i nostri genitori “Così la prossima volta non le busca più” spiegò ridacchiando.
Vidi un sorriso scappare dalle labbra di Edward subito tramutato in un gemito.
Vai a letto Edward. Al resto penserai quando starai meglio” gli intimò nostro padre per nulla soddisfatto dell'uscita di Emmett mentre lo spingeva delicatamente verso le scale fulminando con gli occhi Jasper.
Edward lo seguì senza storie poi a metà scala si voltò e mi fece l'occhiolino.
Non c'era bisogno di parole fra di noi per sapere che l'aveva autorizzato a farmi la corte.

Nei giorni successivi Jasper non si tirò certo indietro e la domenica sera mi fece uscire in giardino da soli e sotto un cielo incredibilmente stellato s'inginocchiò davanti a me.
Alice, so che sei ancora piccola e ti prometto che avrò la pazienza di aspettare fino a che tu non ti sentirai pronta. Ma mi permetti di essere il tuo ragazzo?” mi chiese mettendomi al polso un braccialetto di corda.
Non poteva certo regalarmi qualcosa di evidente.
Anche Rose ne portava uno simile dono di Emmett.
Dovevamo mantenere il segreto, avevamo infatti paura della reazione dei nostri genitori se avessero scoperto che sotto il loro tetto vivevano due coppie di fidanzati invece che quattro fratelli come si aspettavano.
Ti amo Jasper” gli risposti entusiasta buttandomi fra le sue braccia.
Finalmente il mio amore poteva esplodere.

Edward rimase a casa a letto quasi una settimana per riprendersi della brutta avventura anche perché i sogni tornarono a torturalo. L'aggressione ricevuta aveva risvegliato in lui qualche brutto ricordo e Carlisle fu costretto a somministrargli più di una volta dei calmanti per permettergli di dormire la notte.
Provammo a chiedergli qualcosa ma lui come al solito si trincerò dietro a un “Non ricordo” e si rifiutò di parlare dei suoi incubi.



Esme.

Edward dovette rimanere a letto una settimana per colpa del mal di testa ma a parte quello sembrava essersela cavata. Solo gli incubi tornarono a tormentarlo talmente terribili che gli impedivano di prendere sonno, o di riposare per più di un ora. Dopo che passò la prima notte completamente insonne a causa loro e del mal di testa Carlisle fu costretto a somministrargli calmanti tutte le sere.
Non era una soluzione che ci piacesse ma sembrava non ci fosse altra scelta.
Per fortuna dopo una settimana riuscì a tornare a scuola e Carlisle gradatamente gli levò anche i farmaci. Patì ancora qualche notte ma poi piano piano come erano venuti gli incubi sparirono o perlomeno smise di urlare di notte.
Eravamo sempre più preoccupati anche perché intuivamo che piano piano stavano riaffiorando in lui ricordi così orribili che la sua mente aveva seppellito per anni tanto a fondo da dimenticare l'accaduto. Ma la cosa più preoccupante era che quello che aveva passato lo stava iniziando a torturare anche di giorno isolandolo sempre di più dal mondo esterno oltreché dai fratelli che facevano di tutto invece per non lasciarlo mai solo.

Ma questo non era l'unico pensiero che ci assillava con Carlisle. C'era qualcosa che gli altri fratelli ci stavano nascondendo deliberatamente.
Spesso li sorprendevamo a scambiarsi occhiate diventate maliziose e complici come non mai.
Ne parlammo a lungo e decidemmo di chiudere gli occhi e non interferire nei loro rapporti.
In fondo non c'erano dei veri vincoli di sangue fra di loro e noi avremmo aspettato che si sentissero abbastanza sicuri dei loro sentimenti da uscire allo scoperto.
Così li sorvegliavamo da lontano sorridendo di nascosto delle loro trovate e gongolando nel vederli così uniti, felici e spensierati.

Jasper aveva dimostrato di essere responsabile occupandosi dei fratelli così con Carlisle decidemmo di comprare un auto tutta nuova solo per loro.
Per il momento era l'unico ad avere la patente per cui l'affidammo a lui con la clausola che avrebbe permesso agli altri di guidarla quando avrebbero avuto l'età giusta e la patente.

Sapevamo che stavano crescendo e che la voglia di autonomia stava diventando sempre più un esigenza ma la conferma l'avemmo quando vedemmo entrare Jasper in cucina seguito dai suoi fratelli, con l'esclusione di Edward che guardava la scena dalla sala chiaramente infastidito.
Volevo chiedervi il permesso di andare in discoteca stasera” ci chiese Jasper “Mi piacerebbe un po' uscire.” concluse sorridendoci con l'aria angelica.
Io e Carlisle ci guardammo. Non ci piacevano quei posti, Charlie ci raccontava che spesso i ragazzi si sbronzavano e succedevano risse o cose peggiori.
Ma lui ormai era grande. Non potevamo certo impedirglielo. Anzi era sorprendente che non ci avesse chiesto nulla finora anche se supponevamo che il motivo fosse uno... Alice era ancora troppo piccola.
Va bene Jasper. Vai pure” gli dissi dopo che Carlisle mi fece un cenno di assenso.
Ecco veramente volevo portare con me anche gli altri” continuò lanciando uno sguardo ai fratelli.
Vi prego. Io uscivo sempre con Jasper. La mamma mi faceva andare, se c'era lui.” disse subito Rosalie senza darci il tempo di fiatare.
Erano d'accordo. Era fin troppo evidente che avevano studiato una strategia per convincerci.
Infatti anche Emmett prese subito la parola senza aspettare le nostre obiezioni “Se poi vado anch'io entrambi siamo grandi e possiamo controllare Rosalie e Alice senza problemi. Alla fine dell'anno mi diplomerò anch'io.” ci disse sorridendo e facendo la faccina da bravo bambino.
Va bene ma non Alice. Lei è troppo piccola” rispose immediatamente Carlisle.
Ti prego papà. Farò la brava e ubbidirò a Jasper. Ti prego...ti prego...ti prego” ci disse sbattendo gli occhioni come era solita fare per ottenere un permesso da noi.
In fondo c'è un anno solo tra me e lei” disse Rosalie in difesa della sorella.
Ero divertita dalla loro strategia. L'avevano organizzata bene per avere il nostro permesso.
Ed Edward?” chiesi stupita che nessuno avesse detto nulla.
A lui non interessa” ci spiegò Alice con una smorfia.
Ma così non andava bene pensai, lui aveva bisogno più degli altri di uscire e rompere il guscio nel quale si era rinchiuso.
O viene anche lui o voi non andate” ribatté Carlisle guardandomi. Eravamo arrivati entrambi allo stesso ragionamento senza parlarne, evidentemente.
Vidi fare una smorfia ad Alice e Rosalie, che dopo essersi guardate un attimo si precipitarono da Edward.
Li vedemmo discutere animatamente poi Rosalie tornò da noi, con il faccino angelico.
Viene anche lui” ci disse gongolando per la vittoria ottenuta.
Non so come avessero fatto a convincerlo perché Edward era un gran testone ma ero contenta della loro piccola vittoria sul fratello e speravo ne sarebbe uscito qualcosa di buono.
Ok” risposi immediatamente soddisfatta “Jasper. Te li affido tutti quanti, soprattutto i gemelli che sono ancora piccoli” gli intimai guardandolo negli occhi.
Lui mi sorrise felice “Non temere mamma, li terrò d'occhio” e poi tutti e quattro scapparono verso le camere per vestirsi.
Dopo un minuto vedemmo Alice affacciarsi sulle scale “Edward vieni a vestirti. Non puoi mica venire in felpa.” lo rimproverò.
Lo vedemmo sbuffare “Alice vengo solo per tenerti d'occhio e farvi un piacere e quindi non mi stressare” gli rispose lui.
Se fai così non troverai mai una ragazza” si unì Rosalie per convincerlo.
E chi ti dice che la voglio trovare?” rispose Edward visibilmente irritato.

Poi si sedette e riprese a leggere.
Non lo capivo. I fratelli avevano un comportamento completamente diverso ma lui faceva di tutto per allontanare da se le ragazze e gli amici.
Mi spiaceva, avevamo intuito con Carlisle che il suo comportamento era legato in qualche modo al suo passato ma il perché reagisse così non ci era chiaro e soprattutto non sapevamo più come aiutarlo.

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