Esme
Quando
fu l'ora di andare a letto, li lasciammo sistemarsi e poi andammo a
salutarli.
Erano
tutti e cinque nella camera dei ragazzi.
Rosalie
seduta sul letto vicino a Jasper e Alice sul letto di Emmett.
Stavano
chiacchierando affabilmente mentre Edward se ne stava sdraiato nel
letto stringendosi Tigro apparentemente disinteressato ai fratelli.
“Ehi
Edward. Ma dormi con il peluche?” sentimmo chiedere a Rosalie
stupita.
“Si
è Tigro” rispose prontamente Emmett
“E' il suo unico amico”
spiegò guardando il fratello con affetto.
Anche
lui si era affezionato a Tigro quando Edward glielo aveva affidato.
“Ma
ragazze non ce ne sono a scuola da voi?” disse Jasper ridendo.
“Eccome
se ce ne sono” intervenne Emmett “Vedrai che ti
troverai bene da
quel lato” rispose ridacchiando e facendogli l'occhiolino.
“Sempre
i soliti maschi” intervenne Alice sbuffando irritata.
“Bhe
se ci sono le ragazze... ci saranno anche i ragazzi”
ribatté
Rosalie guardando in alto con aria innocente e suscitando le
risate di tutti persino quella timida di Edward.
“A
nanna ragazzi” dicemmo interrompendo le loro risate.
Ubbidirono
tutti subito senza protestare.
Quando
le luci furono spente andammo a letto anche noi.
Erano
le tre quando un urlo ci fece sobbalzare. Sapevo già cosa
era
successo e con Carlisle corremmo nella camera dei ragazzi.
La
luce era accesa. Emmett seduto sul letto cercava di calmare Edward
mentre Jasper assisteva alla scena con gli occhi sbarrati.
“Edward”
lo chiamò Carlisle cercando di calmarlo
“No.
Non voglio. Non è vero... lasciatemi” diceva
piangendo e
smaniando nel sonno.
Carlisle
lo abbracciò stretto a se parlandogli dolcemente, e dopo
qualche
minuto si riaddormentò tranquillo... stavolta non si era
nemmeno
svegliato.
“Ma
che è successo?” mi chiese Jasper stupito mentre
Carlisle teneva Edward ancora abbracciato facendogli le carezze sulla
testa.
“Spesso
ha gli incubi” rispose Alice piangendo sullo stipite della
porta.
Vidi
Rosalie abbracciarla a se con aria preoccupata.
“E'
tanto che non succedeva” commentò Emmett assorto.
“Ma
perché?” chiese Rosalie
“Non
lo sappiamo. Ogni tanto succede qualcosa e lui reagisce
così. Ma se
gli chiedi cosa è successo ti risponderà che non
lo sa” gli
spiegò Carlisle. “Ecco si di nuovo addormentato
tranquillo.
Tornate a letto tutti” disse alzandosi e sistemando bene
Edward nel
letto.
Con
sorpresa vidi Jasper alzarsi e recuperare Tigro che era caduto a
terra “Tieni qui c'è il tuo Tigro” gli
disse mettendoglielo fra
le braccia mentre sorrideva ad Alice.
Fu
un gesto semplice e dolce e quella sera pensai che tutto sarebbe
andato per il meglio ma mi sbagliavo, la bufera doveva ancora
scoppiare.
Alice
Vidi
Jasper posare il peluche fra le braccia di Edward e sorridermi.
Era
bello e il suo sorriso lo era ancora di più.
Ma
presto mi sarei accorta che non solo il suo sorriso era bello ma era
anche falso.
I
giorni passarono e mamma e papà fecero fare i lavori in
casa. Nella
camera da solo ci finì Emmett mentre Jasper rimase a
dividere la
camera con Edward.
Andavamo
tutti abbastanza d'accordo e l'intesa fra Emmett e Rosalie si
trasformò presto in qualcos'altro.
Non
dissero nulla a nessuno ma noi fratelli ci eravamo accorti che c'era
del tenero e facevamo finta di niente tenendogli il sacco quando era
possibile.
Io
d'altronde stavo iniziando a provare qualcosa di più per
Jasper
anche se lui a scuola si dimostrò un perfetto Don Giovanni.
Ma
non solo le corteggiava e le baciava sfacciatamente, scoprii presto
che ci faceva anche del sesso.
La
conferma la ebbi un giorno quando al cambio di ora lo andai a
cercare.
Avevo
voglia di vederlo, anche se sapevo che lo avrei trovato abbracciato
ad un altra.
Passando vicino ad
un aula vuota lo trovai in compagnia di Irina, la mia
compagna di classe.
Lei
sdraiata su un banco a gambe larghe stava gemendo sotto di lui.
Lanciai
un urlo e corsi fuori rossa in viso.
Per
tutto il giorno lo evitai e mi rifugiai fra le braccia di Edward per
cercare conforto al mio cuore ferito.
Fu
un errore imperdonabile.
Avrei
dovuto immaginare la reazione del mio gemello.
Edward
si era accorto del mio affetto per Jasper, non avevo avuto bisogno
di parlargli per fargli capire cosa stavo provando e quando seppe
quello che avevo visto, e la delusione provata, il suo spirito di
protezione prese il sopravvento.
Eravamo
appena usciti da scuola che Edward si portò davanti a Jasper
che
stava ridacchiando con Emmett e probabilmente vantandosi della sua
ultima conquista.
“Ma
bravo Jasper. Cosa credi di ottenere scopandoti Irina?” lo
affrontò a muso duro
“Non
sono fatti tuoi Edward.” gli rispose Jasper freddo e stupito
nel
frattempo dall'atteggiamento ostile del fratello.
“Noi
non siamo come te che usiamo le ragazze. Vedi di cambiare fratello se
non vuoi dei guai. Questa è una cittadina piccola e tutti
sanno
tutto di tutti. ” riprese Edward con tono minaccioso.
“Edward.
Se non riesci a farti nessuna, sono fatti tuoi, ma lascia in pace me.
Vai a dormire con Tigro che è meglio” rispose con
cattiveria
Jasper.
“Noooo”
gridai ma era già troppo tardi.
Edward
si era avventato su Jasper.
Malgrado
fosse più piccolo sia d'età, che fisicamente non
ci aveva pensato
due volte.
Per
fortuna che c'era Emmett che lo allontanò da Jasper prima
che la
rissa degenerasse.
“Basta
Edward. Ma sei impazzito?” gli chiese Emmett tenendolo fermo
per le
braccia.
“Questo
è pazzo da legare sul serio” intervenne Rosalie
aiutando Jasper ad
alzarsi e passandogli un fazzoletto per asciugarsi il labbro spaccato
dal pugno di Edward.
“Non
è pazzo. Jasper l'ha offeso. Avrei agito anch'io
così” si
intromise Emmett fulminando Rosalie.
“E
lui non deve farsi i fatti miei” riprese Jasper guardando
male
Emmett.
“Scusate
la colpa è la mia.” intervenni quando mi accorsi
che stavamo per
litigare tutti “Sono io che … mi spiace Jasper. E'
che io...”
non riuscii a finire la frase.
Cosa
sarebbe servito dirgli che mi piaceva e che ero gelosa???
Si
voltarono tutti a guardarmi mentre Emmett lasciava andare Edward che
venne ad abbracciarmi.
“Io
stamattina ti ho visto con Irina... e...” non potevo
continuare e
prendendo fiato conclusi “Ma hai ragione sono fatti tuoi.
Scusa”
mormorai “Andiamo a casa” dissi prendendo Edward
per un braccio
e trascinandolo via.
Mi
seguirono tutti in silenzio.
Speravo
fosse finito tutto lì, volevo tenere il mio segreto ma mi
sbagliavo.
Avevo rotto l'equilibrio che si era instaurato tra noi cinque e da
quel giorno le risse e le discussioni fra noi fratelli, per qualsiasi
stupidata, iniziarono ad aumentare fra lo stupore dei nostri genitori
che essendo all'oscuro di tutto non riuscivano a capire cosa stesse
succedendo mentre la famiglia si disgregava sotto i loro occhi.
Ma
chi pagò, ancora una volta, il prezzo più pesante
fu Edward che si
chiuse ancora di più nei nostri confronti e che
iniziò ad avere nuovamente gli incubi tutte le notti.
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