martedì 12 febbraio 2013

Capitolo 50 L'equilibrio rotto

Esme


Quando fu l'ora di andare a letto, li lasciammo sistemarsi e poi andammo a salutarli.
Erano tutti e cinque nella camera dei ragazzi.
Rosalie seduta sul letto vicino a Jasper e Alice sul letto di Emmett.
Stavano chiacchierando affabilmente mentre Edward se ne stava sdraiato nel letto stringendosi Tigro apparentemente disinteressato ai fratelli.
Ehi Edward. Ma dormi con il peluche?” sentimmo chiedere a Rosalie stupita.
Si è Tigro” rispose prontamente Emmett  “E' il suo unico amico” spiegò guardando il fratello con affetto.
Anche lui si era affezionato a Tigro quando Edward glielo aveva affidato.
Ma ragazze non ce ne sono a scuola da voi?” disse Jasper ridendo.
Eccome se ce ne sono” intervenne Emmett “Vedrai che ti troverai bene da quel lato” rispose ridacchiando e facendogli l'occhiolino.
Sempre i soliti maschi” intervenne Alice sbuffando irritata.
Bhe se ci sono le ragazze... ci saranno anche i ragazzi” ribatté Rosalie guardando in alto con aria innocente e suscitando le risate di tutti persino quella timida di Edward.
A nanna ragazzi” dicemmo interrompendo le loro risate.
Ubbidirono tutti subito senza protestare.
Quando le luci furono spente andammo a letto anche noi.
Erano le tre quando un urlo ci fece sobbalzare. Sapevo già cosa era successo e con Carlisle corremmo nella camera dei ragazzi.
La luce era accesa. Emmett seduto sul letto cercava di calmare Edward mentre Jasper assisteva alla scena con gli occhi sbarrati.
Edward” lo chiamò Carlisle cercando di calmarlo
No. Non voglio. Non è vero... lasciatemi” diceva piangendo e smaniando nel sonno.
Carlisle lo abbracciò stretto a se parlandogli dolcemente, e dopo qualche minuto si riaddormentò tranquillo... stavolta non si era nemmeno svegliato.
Ma che è successo?” mi chiese Jasper stupito mentre Carlisle teneva Edward ancora abbracciato facendogli le carezze sulla testa.
Spesso ha gli incubi” rispose Alice piangendo sullo stipite della porta.
Vidi Rosalie abbracciarla a se con aria preoccupata.
E' tanto che non succedeva” commentò Emmett assorto.
Ma perché?” chiese Rosalie
Non lo sappiamo. Ogni tanto succede qualcosa e lui reagisce così. Ma se gli chiedi cosa è successo ti risponderà che non lo sa” gli spiegò Carlisle. “Ecco si di nuovo addormentato tranquillo. Tornate a letto tutti” disse alzandosi e sistemando bene Edward nel letto.
Con sorpresa vidi Jasper alzarsi e recuperare Tigro che era caduto a terra “Tieni qui c'è il tuo Tigro” gli disse mettendoglielo fra le braccia mentre sorrideva ad Alice.

Fu un gesto semplice e dolce e quella sera pensai che tutto sarebbe andato per il meglio ma mi sbagliavo, la bufera doveva ancora scoppiare.



Alice

Vidi Jasper posare il peluche fra le braccia di Edward e sorridermi.
Era bello e il suo sorriso lo era ancora di più.
Ma presto mi sarei accorta che non solo il suo sorriso era bello ma era anche falso.

I giorni passarono e mamma e papà fecero fare i lavori in casa. Nella camera da solo ci finì Emmett mentre Jasper rimase a dividere la camera con Edward.
Andavamo tutti abbastanza d'accordo e l'intesa fra Emmett e Rosalie si trasformò presto in qualcos'altro.
Non dissero nulla a nessuno ma noi fratelli ci eravamo accorti che c'era del tenero e facevamo finta di niente tenendogli il sacco quando era possibile.
Io d'altronde stavo iniziando a provare qualcosa di più per Jasper anche se lui a scuola si dimostrò un perfetto Don Giovanni.
Ma non solo le corteggiava e le baciava sfacciatamente, scoprii presto che ci faceva anche del sesso.

La conferma la ebbi un giorno quando al cambio di ora lo andai a cercare.
Avevo voglia di vederlo, anche se sapevo che lo avrei trovato abbracciato ad un altra.
Passando vicino ad un aula vuota lo trovai in compagnia di Irina, la mia compagna di classe.
Lei sdraiata su un banco a gambe larghe stava gemendo sotto di lui.
Lanciai un urlo e corsi fuori rossa in viso.
Per tutto il giorno lo evitai e mi rifugiai fra le braccia di Edward per cercare conforto al mio cuore ferito.

Fu un errore imperdonabile.
Avrei dovuto immaginare la reazione del mio gemello.
Edward si era accorto del mio affetto per Jasper, non avevo avuto bisogno di parlargli per fargli capire cosa stavo provando e quando seppe quello che avevo visto, e la delusione provata, il suo spirito di protezione prese il sopravvento.
Eravamo appena usciti da scuola che Edward si portò davanti a Jasper che stava ridacchiando con Emmett e probabilmente vantandosi della sua ultima conquista.
Ma bravo Jasper. Cosa credi di ottenere scopandoti Irina?” lo affrontò a muso duro
Non sono fatti tuoi Edward.” gli rispose Jasper freddo e stupito nel frattempo dall'atteggiamento ostile del fratello.
Noi non siamo come te che usiamo le ragazze. Vedi di cambiare fratello se non vuoi dei guai. Questa è una cittadina piccola e tutti sanno tutto di tutti. ” riprese Edward con tono minaccioso.
Edward. Se non riesci a farti nessuna, sono fatti tuoi, ma lascia in pace me. Vai a dormire con Tigro che è meglio” rispose con cattiveria Jasper.
Noooo” gridai ma era già troppo tardi.
Edward si era avventato su Jasper.
Malgrado fosse più piccolo sia d'età, che fisicamente non ci aveva pensato due volte.
Per fortuna che c'era Emmett che lo allontanò da Jasper prima che la rissa degenerasse.
Basta Edward. Ma sei impazzito?” gli chiese Emmett tenendolo fermo per le braccia.
Questo è pazzo da legare sul serio” intervenne Rosalie aiutando Jasper ad alzarsi e passandogli un fazzoletto per asciugarsi il labbro spaccato dal pugno di Edward.
Non è pazzo. Jasper l'ha offeso. Avrei agito anch'io così” si intromise Emmett fulminando Rosalie.
E lui non deve farsi i fatti miei” riprese Jasper guardando male Emmett.
Scusate la colpa è la mia.” intervenni quando mi accorsi che stavamo per litigare tutti “Sono io che … mi spiace Jasper. E' che io...” non riuscii a finire la frase.
Cosa sarebbe servito dirgli che mi piaceva e che ero gelosa???
Si voltarono tutti a guardarmi mentre Emmett lasciava andare Edward che venne ad abbracciarmi.
Io stamattina ti ho visto con Irina... e...” non potevo continuare e prendendo fiato conclusi “Ma hai ragione sono fatti tuoi. Scusa” mormorai “Andiamo a casa” dissi prendendo Edward per un braccio e trascinandolo via.
Mi seguirono tutti in silenzio.
Speravo fosse finito tutto lì, volevo tenere il mio segreto ma mi sbagliavo. Avevo rotto l'equilibrio che si era instaurato tra noi cinque e da quel giorno le risse e le discussioni fra noi fratelli, per qualsiasi stupidata, iniziarono ad aumentare fra lo stupore dei nostri genitori che essendo all'oscuro di tutto non riuscivano a capire cosa stesse succedendo mentre la famiglia si disgregava sotto i loro occhi.
Ma chi pagò, ancora una volta, il prezzo più pesante fu Edward che si chiuse ancora di più nei nostri confronti e che iniziò ad avere nuovamente gli incubi tutte le notti.

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