Forks,
25 Gennaio 2001
Esme
Il
tempo passò lentamente, troppo lentamente.
Nel
giro di quindici giorni la nuova cameretta era pronta ed io non
stavo più nella pelle dall'emozione.
E finalmente giunse il gran giorno.
Vestiti
eleganti ed emozionatissimi ci recammo all'appuntamento con la
dottoressa Watzon.
“Buongiorno
Signori Cullen, accomodatevi” ci accolse nel suo ufficio la
dottoressa.
Era
una signora sui cinquant'anni vestita in maniera distinta e dai modi
di fare molto severi. Ma qualcosa nei suoi occhi mi diceva che sotto
quella maschera autoritaria c'era un cuore dolce che batteva.
Non
era sola ad attenderci e con voce ferma e gentile ci
presentò le
altre due persone presenti nel suo studio.
“Lasciate
che mi presenti. Io sono la Direttrice dell'Istituto. Qui al mio
fianco c'è la dottoressa Elga Sullivan, la Responsabile dei
ragazzi e
in piedi lì c'è la dottoressa Emily Smart la
Psicologa.”
Stringemmo
le mani a tutte cordialmente.
E
mentre la dottoressa Sullivan mi diede subito l'idea di essere una
brava persona, la Psicologa destò immediatamente la mia
antipatia.
Mi
sembrava una persona fredda e scostante, e non sapevo ancora quanto
perfida sarebbe stata in futuro.
“Immagino
che se siete qui non abbiate cambiato idea, circa il voler adottare
un bambino. Giusto?” ci chiese gentile la Direttrice.
“Certamente”
rispose Carlisle tutto sorridente.
“Immagino
che sia superfluo ricordarvi che i bambini adottati spesso hanno
problemi di adattamento alla nuova famiglia ma che il bambino che vi
affideremo non è un pacco che potete rispedire indietro se
non vi
piacesse.” la Psicologa aveva parlato con voce dura ed io
senti una
fitta al cuore.
Come
poteva pensare solo lontanamente che potessimo fare una
crudeltà del
genere??
“Scusate
la mia collega” intervenne la Responsabile “Sono
sicura che il
suo tono non volesse essere offensivo. Ma vedete... purtroppo
è
successo” concluse guardandoci triste.
Mi
voltai a fissare Carlisle scioccata. Era assurdo. Come poteva la
gente essere così cattiva?
“State
tranquilli. Siamo coscienti di quello che stiamo facendo. Il nostro
non è un capriccio.” rispose deciso lui.
“Vogliamo
un bambino d'amare, non potremmo mai fargli del male”
aggiunsi io.
Le
vidi sorridere tutte e tre soddisfatte. Per un attimo pensai che
fosse stato un tranello... una prova per verificare le nostre
intenzioni... ma se eravamo lì... era ovvio che volessimo
qualcuno
da amare.
“Sono
contenta di sentirvi dire questo e soprattutto di sentire la
sicurezza nel tono delle vostre parole” riprese la parola la
Direttrice. “Abbiamo sbloccato le pratiche di adozione di
sette
bambini tre maschi e quattro femmine. Voi cosa desiderate? Avete
preferenze?” ci chiese gentile.
Ci
guardammo un attimo negli occhi poi sorridendo risposi “Un
maschietto” affermai sicura.
“Strano.
In genere tutti chiedono le femmine” constatò la
Psicologa.
“Ma
noi vorremmo un maschio” rispose sorridendogli Carlisle.
Ma
conoscevo bene quel sorriso, dietro di esso si nascondeva la rabbia
per il comportamento di quella persona così scostante e
diffidente.
“Bene
vi faccio vedere le fotografie così potete
scegliere” ci disse la
Direttrice.
Guardai
Carlisle e mi si strinse il cuore. Stavamo parlando di bambini non di
scarpe o maglioni. Come
avremmo potuto scegliere in base all'aspetto?? Mi sembrava una cosa
triste e desolata.
“Ah
dimenticavo i ragazzi hanno tutti dai sei agli otto anni. Mi spiace
che siano un po' grandini ma le pratiche sono lunghe da
sbloccare”
ci disse la Direttrice scrutandoci attentamente.
Ecco
un altro tranello... pensai amareggiata. Si erano riservate di darci
l'età all'ultimo, volevano vedere se avremmo accettato
ugualmente il
bambino.
Tutti
infatti li volevano piccoli... ma a noi non importava. Io volevo una
creatura d'amare un qualcuno che avesse bisogno di noi e del nostro
amore.
“Non
ci interessa l'età e neanche l'aspetto. Vogliamo un bambino
da amare che abbia bisogno di affetto e di una famiglia”
risposi
piccata da quel comportamento ai miei occhi assurdo.
Vidi
il sorriso aprirsi sul viso della Direttrice e della Responsabile
mentre la Psicologa mi scrutava fisso come a leggere la
veridicità
delle mie affermazioni.
“Bene.
Allora se siete d'accordo credo che il bimbo giusto per voi
sia...”
ma la Responsabile non fece in tempo a finire la frase che la
Psicologa l'interruppe.
“Aspetta
Emma” disse “So chi hai in mente ma mi sembrano
troppo giovani e
inesperti per lui.”
“Ha
bisogno di amore più di chiunque altro qui dentro al
momento. E' quello che sta
soffrendo di più per la mancanza di una famiglia. Saranno
dei genitori
perfetti. Me lo sento” intervenne la Responsabile scrutandoci
con
gli occhi pieni di fiducia.
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