martedì 12 marzo 2013

Capitolo 67 Lo scuro oceano




Capitolo 67   Lo scuro oceano



Jasper



Edward mi aveva affidato Alice e si era lasciato cadere.

Con un balzo disperato, raccogliendo le ultime energie, mi lanciai sulla punta dove era lui e allungai la mano per afferrarlo al volo.

Ma non feci in tempo, la sua pelle nuda resa viscida dalla salsedine portata dal vento, scivolò sui miei polpastrelli.

E impotente lo vidi cadere e piombare nello scuro oceano.

Non ci pensai nemmeno un attimo. Mi sfilai le scarpe e la giacca

buttandoli per terra.

Diedi l'ordine ad Emmett di farsi trovare sulla spiaggia e mi buttai in mare.

L'urlo di Carlisle arrivò troppo tardi e anche se fosse arrivato prima non lo avrei ascoltato.

Ero un campione di nuoto. L'acqua non mi faceva paura. Sapevo come entrare senza farmi male e come muovermi. Essa era il mio elemento naturale.

Ed Edward non doveva morire... avevo promesso ad Alice che avrei vegliato sul gemello quando ci eravamo fidanzati di nascosto e intendevo mantenere la parola data, senza contare l'affetto che nutrivo per quello che ormai consideravo mio fratello a tutti gli effetti.





Edward



Mi ero lasciato cadere nel vuoto. Avevo sentito la mano di Jasper sfiorarmi ma ormai era troppo tardi.

Il salto mi sembrò lunghissimo e il mio istinto di sopravvivenza mi spinse a piegare le gambe per non farmi troppo male mentre trattenevo l'aria nei miei polmoni.

L'impatto fu tremendo.

Mentre l'oceano si apriva sotto di me avvolgendomi nelle sue scure spire il fiato mi uscì dai polmoni per il colpo mentre il freddo mi fermò per un attimo il cuore.

Toccai il fondo e con un colpo di reni risalii in superficie guidato dal chiarore che intravedevo e dall'istinto di sopravvivenza.

Presi fiato giusto in tempo prima di essere travolto da un alta onda.

Non volevo lottare, non ne avevo né la forza né la capacità ma il mio istinto mi costringeva a cercare di muovermi, a cercare di respirare, di lottare per non abbandonare la vita.

Sballottato dalla potenza delle onde, trascinato sotto dal risucchio delle correnti, risalii con un colpo di reni ancora una volta... ma fu l'ultima.

Un altra ondata mi travolse e mi sbatté con forza contro gli scogli, l'aria scappò dai miei polmoni e ingoiai una boccata d'acqua salata mentre tutto si faceva confuso ai miei occhi bruciati dal sale.

Stordito dal colpo e incapace di oppormi alla furia delle onde, esausto e infreddolito mi abbandonai all'abbraccio dell'oceano che ora mi stava ingoiando.

La morte stava reclamando chi aveva osato sfidarla.

Poi qualcosa mi strattonò, aprii gli occhi un ultima volta prima di chiuderli e lasciarmi andare al mio destino.



Jasper



Entrai in acqua appallottolato. Il salto era troppo alto e non volevo rischiare di stordirmi se avessi sbagliato l'angolazione di entrata del tuffo.

Arrivai sul fondo e con un colpo di reni iniziai a risalire. Aprii gli occhi e malgrado il sale li facesse bruciare mi guardai intorno per cercare Edward.

Ma sotto era tutto confuso e nebbioso, l'oceano scuro nascondeva il suo corpo.

Emersi e ripresi fiato guardandomi intorno giusto in tempo per vederlo sbattere con forza contro gli scogli.

Feci qualche bracciata veloce e rapida che anni di esperienza mi avevano insegnato e mi immersi senza sforzo per andare a ripescarlo dove lo avevo visto sparire.

Privo di sensi con il corpo inerte stava affogando.

Con un altro colpo di reni e una bracciata lo raggiunsi, lo afferrai per un braccio e lo trascinai in superficie lontano da quelle onde assassine.

Era svenuto. Il freddo e lo shock avevano avuto il sopravvento.

Gli passai un braccio sotto le spalle e me lo adagiai sul petto mentre nuotando a dorso cercavo un valico fra gli scogli per metterci in salvo.

Sapevo e speravo che Emmett fosse nelle vicinanze. Iniziavo a essere stanco ma soprattutto non c'era tempo se volevamo salvarlo.

I miei vestiti zuppi d'acqua mi trascinavano sotto e più di una volta mi trovai con la testa sott'acqua mentre stavo attento a tenere Edward con la bocca fuori dalle onde sperando che riuscisse a respirare.

Il freddo paralizzava i movimenti e la corrente sembrava trascinarmi senza sosta in un balletto mortale.

Stavo iniziando a disperare di farcela. Sentivo le forze venire meno quando sentii la voce di Emmett che mi chiamava.

Mi girai e lo vidi in acqua fino alla vita ancorato con una mano a uno scoglio, sfidando la forza del mare e le onde che provavano a strapparlo da lì.

Il mio fratellone era forte come una roccia pensai ringraziando il cielo che fosse lì.

Da solo non ne sarei mai uscito vivo. O perlomeno non con mio fratello svenuto.

Nuotai verso Emmett e appena gli fui vicino trascinai il corpo di Edward al suo fianco.

Un onda lo strappò dalle mie mani e mi buttò sotto sbattendomi violentemente contro uno scoglio.

Senza una parola come se se stessimo seguendo il copione di un film lui afferrò nostro fratello per le spalle e lo adagiò sugli scogli al riparo delle ondate. Poi si voltò e mi allungò una mano per trascinarmi al suo fianco.

Grazie Emmett io sto bene. Pensa a lui deve aver bevuto” gli dissi sdraiandomi su uno scoglio sfinito.

Avevamo beffato le onde ora bisognava vedere se ce l'avremmo fatta con la morte.





Carlisle



Come avevo visto Jasper sparire, Emmett mi aveva preso per una spalla.

Andiamo giù. Qui non serviamo a nulla” mi disse precipitandosi come una palla da fucile senza aspettarmi.

Mi tirai su tremante. Stavo rischiando di perdere entrambi i miei ragazzi.

Ma aveva ragione Emmett, dovevamo andare ad aiutarli non serviva a nulla piangere.

Mi attardai un attimo a recuperare i vestiti di entrambi e i miei occhi si posarono su Tigro.

Vieni Tigro. Edward avrà ancora bisogno di te” gli dissi sperando di poter avere ragione.

Veloce scesi il sentiero e arrivai in tempo per vedere Emmett venire verso di me con il corpo di Edward fra le sue braccia.

Il mio ragazzone piangeva disperato stringendo quel corpo privo di sensi

Non respira” mi grido poggiandolo sulla calda sabbia e iniziando a prenderlo a schiaffi.

Svegliati Edward . Svegliati. Non ci lasciare...ti prego” gli diceva.

In un attimo fui al suo fianco. Per fortuna ero un medico e sapevo cosa fare. Iniziai la manovra di rianimazione soffiando aria nei polmoni e schiacciando la cassa toracica. Dopo neanche due secondi dalla bocca di Edward iniziò ad uscire l' acqua che aveva ingoiato e tossendo violentemente si liberò completamente i polmoni.

Un gemito gli sfuggì dalle labbra quando inspirò l'aria autonomamente.

E' salvo” dissi lasciandomi scivolare al suo fianco sfinito dalla tensione.

Alzai gli occhi su Emmett che seduto sulla sabbia stava piangendo disperatamente abbracciato a Jasper che con un lungo taglio sul braccio ci aveva raggiunti.

Edward lentamente aprii gli occhi.

Dove sono?” mormorò confuso e dolorante.

Al sicuro” gli dissi abbracciandomelo forte.

Lui mi guardò e scoppiò a piangere lasciando che me lo stingessi al petto per scaldarlo.
Andate a casa voi due” dissi ai miei eroi “Siete fradici, rischiate di prendervi un influenza. Quando se la sente vi raggiungiamo”

Va bene Papà” mi rispose Jasper levandosi la camicia fradicia e annodandola intorno al braccio tagliato mentre s'infilava il giaccone asciutto sulla pelle e le scarpe.

Poi si avvicinò ad Edward e gli fece una carezza sul capo “Non farlo mai più Edward. E ricordati che tu lo voglia o meno Alice ha ancora bisogno di te ed io con lei” poi si allontanò a testa bassa ancora esausto dalla nuotata tremando per il freddo.

Mi hai fatto spaventare fratellino” gli disse Emmett dandogli una pacca sulle spalle mentre si asciugava gli occhi ancora gonfi “E guai a te se provi di nuovo a combinare un casotto simile. ” gli sussurrò avviandosi poi dietro a Jasper imprecando contro i pantaloni zuppi che si attaccavano alle gambe.

Li sentii ridere sereni mentre abbassai lo sguardo su Edward che a occhi chiusi continuava a tremare.

Lo scostai e gli porsi i vestiti rimasti asciutti. “ Vestiti” gli dissi mentre tremando ancora per la tensione prendevo il cellulare per tranquillizzare Esme e le sue sorelle.


Nessun commento:

Posta un commento