venerdì 3 maggio 2013

Capitolo 81 Alice e Jasper


Capitolo 81 Alice e Jasper


Alice



Ero arrivata a casa distrutta. Avevo visto portare via Edward e sapevo che era grave.

Jasper, il mio Jasper mi teneva stretta abbracciandomi e baciandomi fra i capelli ma io non riuscivo a smettere di piangere.

Sentivo ancora le mani di quel mostro su di me e non riuscivo a pensare ad altro che alla vendetta.

Quanto male aveva fatto ad Edward?? Finalmente potevo capirlo, potevo capire la sua vergogna e il suo dolore.

Piansi fino a che sfinita mi addormentai in braccio al mio amore.

Fu la telefonata di Charlie a darci finalmente la certezza che Edward sarebbe guarito senza conseguenze.

Sta tranquilla Alice, hai sentito, Edward tornerà presto a casa” mi consolò Jasper al quale ero ancora avvinghiata.

Scoppiai nuovamente a piangere, stavolta dalla felicità.

Non sapevo come fosse possibile che ci fossero ancora lacrime in me, i miei occhi bruciavano, ma loro non volevano fermarsi.

Il mio Edwrad, il mio gemello era salvo.

Quando infine esausta riuscii a calmarmi un pochino andai a farmi una doccia per cercare di rilassarmi.

Mi levai via l'odore di quell'uomo, mi grattai con la spugna la pelle dove quell'essere lurido mi aveva toccato fino a farla diventare viola. Avevo bisogno di Jasper e non volevo che lui potesse rifiutarmi, che lui potesse pensare che fossi contaminata dal Mostro.

Alice vuoi uscire?? Sono quaranta i minuti che sei lì sotto” mi chiamò Jasper bussando alla doccia preoccupato.

Avrei continuato a stare sotto la doccia per giorni, avevo l'impressione che l'odore non volesse andarsene, ma dovevo trovare il coraggio di uscire e di raccontargli l'accaduto sperando che mi perdonasse che mi volesse ancora con lui.

Avvolta nell'asciugamano, uscii tenendo gli occhi bassi, non avevo il coraggio di guardarlo.

Cosa c'è?” mi chiese abbracciandomi preoccupato. Aveva capito che qualcosa ancora non andava, che qualcosa mi stava spaventando.

Io...” non riuscivo a spiegargli poi senza alzare gli occhi e singhiozzando al ricordo di quell'orrore gli raccontai quello che era successo al Luna Park e come il Lui di Edward mi avesse baciato e toccato e in qualche modo sporcato.

E mentre raccontavo rabbrividivo per il disgusto e la paura ancora presenti.

Lui stette a sentire in silenzio con lo sguardo preoccupato e corrucciato e quando finalmente tacqui mi strinse forte tra le sue braccia potenti.

Così non va bene. Tu sei mia. Solo mia. E adesso mi toccherà marcarmi il territorio nuovamente” mi sussurrò prendendomi in braccio e posandomi sul letto. “Io ti amo Alice e quello che è successo non conta nulla per me. Provo solo odio per quel mostro. Ma adesso è finita per sempre. Altrimenti l'avrei cercato e ucciso di persona per aver osato anche solo sfiorarti.” e tenendomi sempre stretta a se iniziò a baciarmi teneramente ovunque mentre il suo corpo fremeva assieme al mio.

Aveva capito... e assieme levammo per sempre il dolore dalla mia mente ritrovandoci e amandoci teneramente.





Jasper



Alice era completamente sconvolta quando arrivò a casa. La tenevo abbracciata a me e la sentivo piangere in continuazione.

Non sapevo come poterla aiutare e l'unica cosa che sentivo di poter fare era tenerla stretta a me.

L'accarezzavo e la baciavo nei capelli fino a che sfinita si addormentò.

Emmett e Rosalie erano seduti sul divano vicino a noi in silenzio anche loro preoccupati per la sorte di Edward.

Io ero disperato. Oltre alla preoccupazione per il mio povero fratellino avevo anche paura per Alice.

Cosa sarebbe successo se Edward fosse morto?? O fosse rimasto paralizzato???

Alice in entrambi i casi non si sarebbe mai perdonata di aver sparato e si sarebbe autodistrutta dietro ai rimorsi.

La potevo capire. Potevo capire il perché l' avesse fatto. Forse avrei agito anch'io così.

Sospirai e in silenzio tenendo il mio amore fra le braccia aspettammo notizie dall'ospedale.

Quando la telefonata arrivò e ci dissero che Edward era fuori pericolo e che nel giro di tre giorni sarebbe tornato a casa, sentii il mio cuore esplodere dalla gioia.

Avrei voluto alzarmi e far ballare Alice, abbracciarla e saltellare per la stanza ma con mio sommo stupore lei riprese a piangere.

La guadai negli occhi e capii che questa volta erano lacrime di gioia.

L'incubo che aveva rovinato l'infanzia ad entrambi era finalmente finito.

Quando si fu calmata mi disse che voleva farsi una doccia e la cosa mi sembrò normalissima.

Era stata una giornata lunga e faticosa.

Ma poi mi resi conto che era successo qualcosa. Lei non accennava ad uscire e sentivo l'acqua scorrere in continuazione come se dovesse lavarsi via chissà che cosa.

E quando finalmente riuscii a farla uscire, le chiesi di raccontarmi.

Temevo un suo rifiuto ma invece con gli occhi bassi mi raccontò come quel mostro l'avesse toccata.

Una rabbia immensa e ceca mi avvolse. Lei la mia dolce Alice toccata da quell'uomo. E capii anche cosa l'aveva spinta a ucciderlo e se non l'avesse fatto lei... l'avrei fatto io.

Ma sapevo che quello che era successo avrebbe rischiato di rovinarla per sempre se non l'avessi fatto capire subito quanto amore avevo per lei.

E prendendola in braccio la portai a letto.

Il mio amore avrebbe cancellato quei ricordi, avrebbe sanato le sue ferite e rasserenato il suo animo.







Alice



Ci amammo con una tenerezza immensa. Jasper mi fece capire che non era successo nulla, e quanto mi amasse ancora.

Ci addormentammo abbracciati e al mattino quando la camera divenne chiara mi svegliai avvolta nel suo profumo con le sue mani posate sul mio corpo.

Rabbrividii di piacere. E la mia mente volò ad Edward.

A me non era successo nulla eppure avevo avuto bisogno di Jasper per realizzare e dimenticare, ma lui era cresciuto nel dolore e nella paura e soprattutto da solo.

Non avevo saputo capire, e alla fine avevo anche rischiato di ucciderlo.

Mi sentivo bene fisicamente e questo voleva dire che lui non stava male, ma avevo ugualmente un groppo in gola.

Mi alzai facendo attenzione a non svegliare Jasper e mettendomi una vestaglia scesi per andare a bere un bicchiere d'acqua.

Giù in cucina trovai Esme al telefono.

Ciao mamma.” le dissi quando le vidi mettere giù il portatile.

Lei si voltò e mi sorrise “Come stai Alice. Ieri sera quando sono rientrata Emmett e Rosalie mi hanno detto che eri già a letto...” mi disse facendomi una carezza in testa.

Sto bene” risposi “Era papà? Hai notizie di Edward?” le chiesi improvvisamente ansiosa.

Si era Carlisle. Si è fermato in ospedale per tutta la notte e oggi ci starà di nuovo tutto il giorno in modo da controllarlo. Ha detto che ha dormito bene stanotte anche perché era sotto l'effetto dei tranquillanti e che stamattina gli ha già levato il respiratore e la flebo. E per ora non ha dovuto prendere nulla per il male, per cui era molto contento” mi informò con il sorriso sulle labbra.

Mi ha anche detto di portargli l'MP3 in modo che possa sentire un po' di musica per passarsi il tempo” aggiunse sorridendomi.

Vai in ospedale subito?” le chiesi.

No. L'orario di visita è per mezzogiorno” mi rispose sospirando.

Le sorrisi e l'abbracciai “Mamma” dissi avevo bisogno di sentire le sue coccole e il suo abbraccio.

Rimasi lì con la testa sulla sua spalla fino a che non sentii la voce di Jasper “ Ciao Alice, buongiorno mamma” ci salutò allegro.

Ciao Jasper” rispose lei.

Lui mi prese per mano e mi diede una bacino casto sulle labbra. “Vieni tesoro andiamo a vestirci” mi disse prendendomi per mano. “Stamattina dobbiamo comprare ancora qualche regalo per Natale” mi disse portandomi in camera.



Non era vero, avevamo già comprato tutti i regali la settimana prima. Cosa voleva, allora, Jasper da me???

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