Capitolo
81 Alice e Jasper
Alice
Ero
arrivata a casa distrutta. Avevo visto portare via Edward e sapevo
che era grave.
Jasper,
il mio Jasper mi teneva stretta abbracciandomi e baciandomi fra i
capelli ma io non riuscivo a smettere di piangere.
Sentivo
ancora le mani di quel mostro su di me e non riuscivo a pensare ad
altro che alla vendetta.
Quanto
male aveva fatto ad Edward?? Finalmente potevo capirlo, potevo
capire la sua vergogna e il suo dolore.
Piansi
fino a che sfinita mi addormentai in braccio al mio amore.
Fu
la telefonata di Charlie a darci finalmente la certezza che Edward
sarebbe guarito senza conseguenze.
“Sta
tranquilla Alice, hai sentito, Edward tornerà presto a casa” mi
consolò Jasper al quale ero ancora avvinghiata.
Scoppiai
nuovamente a piangere, stavolta dalla felicità.
Non
sapevo come fosse possibile che ci fossero ancora lacrime in me, i
miei occhi bruciavano, ma loro non volevano fermarsi.
Il
mio Edwrad, il mio gemello era salvo.
Quando
infine esausta riuscii a calmarmi un pochino andai a farmi una
doccia per cercare di rilassarmi.
Mi
levai via l'odore di quell'uomo, mi grattai con la spugna la pelle
dove quell'essere lurido mi aveva toccato fino a farla diventare
viola. Avevo bisogno di Jasper e non volevo che lui potesse
rifiutarmi, che lui potesse pensare che fossi contaminata dal Mostro.
“Alice
vuoi uscire?? Sono quaranta i minuti che sei lì sotto” mi chiamò
Jasper bussando alla doccia preoccupato.
Avrei
continuato a stare sotto la doccia per giorni, avevo l'impressione
che l'odore non volesse andarsene, ma dovevo trovare il coraggio di
uscire e di raccontargli l'accaduto sperando che mi perdonasse che mi
volesse ancora con lui.
Avvolta
nell'asciugamano, uscii tenendo gli occhi bassi, non avevo il
coraggio di guardarlo.
“Cosa
c'è?” mi chiese abbracciandomi preoccupato. Aveva capito che
qualcosa ancora non andava, che qualcosa mi stava spaventando.
“Io...”
non riuscivo a spiegargli poi senza alzare gli occhi e singhiozzando
al ricordo di quell'orrore gli raccontai quello che era successo al
Luna Park e come il Lui di Edward mi avesse baciato e toccato e in
qualche modo sporcato.
E
mentre raccontavo rabbrividivo per il disgusto e la paura ancora
presenti.
Lui
stette a sentire in silenzio con lo sguardo preoccupato e
corrucciato e quando finalmente tacqui mi strinse forte tra le sue
braccia potenti.
“Così
non va bene. Tu sei mia. Solo mia. E adesso mi toccherà marcarmi il
territorio nuovamente” mi sussurrò prendendomi in braccio e
posandomi sul letto. “Io ti amo Alice e quello che è successo non
conta nulla per me. Provo solo odio per quel mostro. Ma adesso è
finita per sempre. Altrimenti l'avrei cercato e ucciso di persona per
aver osato anche solo sfiorarti.” e tenendomi sempre stretta a se
iniziò a baciarmi teneramente ovunque mentre il suo corpo fremeva
assieme al mio.
Aveva
capito... e assieme levammo per sempre il dolore dalla mia mente
ritrovandoci e amandoci teneramente.
Jasper
Alice
era completamente sconvolta quando arrivò a casa. La tenevo
abbracciata a me e la sentivo piangere in continuazione.
Non
sapevo come poterla aiutare e l'unica cosa che sentivo di poter fare
era tenerla stretta a me.
L'accarezzavo
e la baciavo nei capelli fino a che sfinita si addormentò.
Emmett
e Rosalie erano seduti sul divano vicino a noi in silenzio anche loro
preoccupati per la sorte di Edward.
Io
ero disperato. Oltre alla preoccupazione per il mio povero fratellino
avevo anche paura per Alice.
Cosa
sarebbe successo se Edward fosse morto?? O fosse rimasto
paralizzato???
Alice
in entrambi i casi non si sarebbe mai perdonata di aver sparato e si
sarebbe autodistrutta dietro ai rimorsi.
La
potevo capire. Potevo capire il perché l' avesse fatto. Forse avrei
agito anch'io così.
Sospirai
e in silenzio tenendo il mio amore fra le braccia aspettammo notizie
dall'ospedale.
Quando
la telefonata arrivò e ci dissero che Edward era fuori pericolo e
che nel giro di tre giorni sarebbe tornato a casa, sentii il mio
cuore esplodere dalla gioia.
Avrei
voluto alzarmi e far ballare Alice, abbracciarla e saltellare per la
stanza ma con mio sommo stupore lei riprese a piangere.
La
guadai negli occhi e capii che questa volta erano lacrime di gioia.
L'incubo
che aveva rovinato l'infanzia ad entrambi era finalmente finito.
Quando
si fu calmata mi disse che voleva farsi una doccia e la cosa mi
sembrò normalissima.
Era
stata una giornata lunga e faticosa.
Ma
poi mi resi conto che era successo qualcosa. Lei non accennava ad
uscire e sentivo l'acqua scorrere in continuazione come se dovesse
lavarsi via chissà che cosa.
E
quando finalmente riuscii a farla uscire, le chiesi di raccontarmi.
Temevo
un suo rifiuto ma invece con gli occhi bassi mi raccontò come quel
mostro l'avesse toccata.
Una
rabbia immensa e ceca mi avvolse. Lei la mia dolce Alice toccata da
quell'uomo. E capii anche cosa l'aveva spinta a ucciderlo e se non
l'avesse fatto lei... l'avrei fatto io.
Ma
sapevo che quello che era successo avrebbe rischiato di rovinarla
per sempre se non l'avessi fatto capire subito quanto amore avevo per
lei.
E
prendendola in braccio la portai a letto.
Il
mio amore avrebbe cancellato quei ricordi, avrebbe sanato le sue
ferite e rasserenato il suo animo.
Alice
Ci
amammo con una tenerezza immensa. Jasper mi fece capire che non era
successo nulla, e quanto mi amasse ancora.
Ci
addormentammo abbracciati e al mattino quando la camera divenne
chiara mi svegliai avvolta nel suo profumo con le sue mani posate sul
mio corpo.
Rabbrividii
di piacere. E la mia mente volò ad Edward.
A
me non era successo nulla eppure avevo avuto bisogno di Jasper per
realizzare e dimenticare, ma lui era cresciuto nel dolore e nella
paura e soprattutto da solo.
Non
avevo saputo capire, e alla fine avevo anche rischiato di ucciderlo.
Mi
sentivo bene fisicamente e questo voleva dire che lui non stava
male, ma avevo ugualmente un groppo in gola.
Mi
alzai facendo attenzione a non svegliare Jasper e mettendomi una
vestaglia scesi per andare a bere un bicchiere d'acqua.
Giù
in cucina trovai Esme al telefono.
“Ciao
mamma.” le dissi quando le vidi mettere giù il portatile.
Lei
si voltò e mi sorrise “Come stai Alice. Ieri sera quando sono
rientrata Emmett e Rosalie mi hanno detto che eri già a letto...”
mi disse facendomi una carezza in testa.
“Sto
bene” risposi “Era papà? Hai notizie di Edward?” le chiesi
improvvisamente ansiosa.
“Si
era Carlisle. Si è fermato in ospedale per tutta la notte e oggi
ci starà di nuovo tutto il giorno in modo da controllarlo. Ha detto
che ha dormito bene stanotte anche perché era sotto l'effetto dei
tranquillanti e che stamattina gli ha già levato il respiratore e
la flebo. E per ora non ha dovuto prendere nulla per il male, per cui
era molto contento” mi informò con il sorriso sulle labbra.
“Mi
ha anche detto di portargli l'MP3 in modo che
possa sentire un po' di musica per passarsi il tempo” aggiunse
sorridendomi.
“Vai
in ospedale subito?” le chiesi.
“No.
L'orario di visita è per mezzogiorno” mi rispose sospirando.
Le
sorrisi e l'abbracciai “Mamma” dissi avevo bisogno di sentire le
sue coccole e il suo abbraccio.
Rimasi
lì con la testa sulla sua spalla fino a che non sentii la voce di
Jasper “ Ciao Alice, buongiorno mamma” ci salutò allegro.
“Ciao
Jasper” rispose lei.
Lui
mi prese per mano e mi diede una bacino casto sulle labbra. “Vieni
tesoro andiamo a vestirci” mi disse prendendomi per mano.
“Stamattina dobbiamo comprare ancora qualche regalo per Natale”
mi disse portandomi in camera.
Non
era vero, avevamo già comprato tutti i regali la settimana prima.
Cosa voleva, allora, Jasper da me???
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