Capitolo
80 Non fuggire
Edward
Mi
ero svegliato e avevo visto mia mamma. Lei mi sorrideva felice e mi
spiegò che dovevo stare calmo e non muovermi, mentre mi raccontava
sommariamente ciò che era successo. Alice e Bella erano vive e
stavano bene mentre il Mostro era morto.
Ero
libero. Finalmente il mio incubo era stato distrutto ma c'erano tante
cose che volevo sapere, tante domande che aspettavano una risposta.
Ma
i miei genitori mi dissero che dovevo stare sdraiato e con la
mascherina sul volto. Avremmo parlato dopo mi spiegarono e a
malincuore accettai di tenermi le domande per me.
Presi
fiato e mi rilassai chiudendo gli occhi e godendomi quella
sensazione di pace che sentivo nascere dentro. Avrei fatto di tutto
per poter uscire velocemente da lì. Dovevo cercare Alice e
assicurarmi che stesse bene e poi... poi avrei dovuto cercare Bella e
chiedergli scusa e...
Mi
bloccai non osavo andare oltre, avevo paura. Lei aveva sicuramente
saputo tutto da Alice e forse adesso sarebbe fuggita da me per
sempre. In fondo quello che avevo subito mi aveva in qualche modo
macchiato e lei probabilmente avrebbe voluto vicino a lei un uomo
vero non un maschio che aveva subito… I miei pensieri per fortuna
furono interrotti da mia mamma che alzandosi annunciò che andava a
prendersi un caffè.
La
guardai stupito. Lei non lo beveva mai!! Era allergica al caffè.
Perché aveva detto una cosa del genere?
E
mentre usciva la sentii affidarmi a Bella. Sgranai gli occhi dalla
sorpresa, Bella era qua?? La cercai con lo sguardo e per la prima
volta la vidi e non riuscii più a distogliere gli occhi da lei.
Aveva
un cerotto sulla fronte ma mi sembrava bellissima ugualmente.
Era
ancora più bella di quanto me la ricordassi.
Lei
si mosse lentamente quasi avesse paura di spaventarmi e si sedette
sulla sponda del letto.
Le
sorridevo come un ebete. Lei era qua. Lei era qua per me. Ero felice
di vederla e avrei voluto parlarle. Ma mi sembrava incerta e
spaventata.
Probabilmente
si chiedeva se sarei scappato ma io non ne avevo alcuna intenzione,
oltre che la possibilità.
La
vidi allungare la mano lentamente e sfiorarmi la fronte aggiustando
una ciocca di capelli. Mi sentii invadere dal tremore. Il suo tocco
dolce e delicato mi aveva provocato una scossa di piacere.
Se
possibile divenni rosso... Danny aveva ragione ero un maschio. E
scoprirlo mi spinse a fare quello che fino a tre giorni prima non
avrei mai osato.
Alzai
la mano libera e cercai di farle una carezza.
Lei
si abbassò in modo che potessi rimanere sdraiato ed io le appoggiai
la mano sulla sua guancia.
Era
morbida e vellutata. E mentre la guardavo i miei occhi si riempirono
di lacrime proprio come i suoi.
Lei
allungò la sua mano e mi asciugò le guance. Io feci altrettanto poi
le presi la sua mano e me la strinsi al petto.
Lei
mi guardava e non parlava... forse non sapeva cosa dirmi. Io invece
sapevo esattamente cosa volevo dirle e sapendo di disubbidire ai miei
genitori mi sfilai con un gesto repentino e deciso la mascherina.
“Perdonami
Bella” le dissi tutto d'un fiato sentendo i polmoni bruciare per lo
sforzo di prendere aria.
La
vidi irrigidirsi e preoccupata prendere la mascherina e
rimettermela sul volto.
“Devi
tenerla Edward, non hai sentito quello che hanno detto i tuoi genitori?” mi sgridò con un sorriso poi mi afferrò la mano e
la portò alle sue labbra.
“Io
ti amo Edward. Non c'è nulla per il quale tu debba chiedermi scusa.
Sono stata stupida, a non capire. Sono io che devo chiedere perdono a
te” mi disse facendomi un altra carezza sulla guancia.
Scossi
la testa e le sorrisi. Volevo dirle che l'amavo ma avevo quella cosa
che non mi permetteva di parlare. Lei mi sorrise timorosa e si
avvicinò “Posso?” mi chiese timorosa prima di posare le sue
labbra sulla mia fronte.
Un
altro brivido mi percorse tutto. Era bellissimo sentirsi toccare da
lei, sentire le sue labbra sulla mia fronte, il suo calore scaldare
il mio corpo. Lei doveva sapere e veloce mi liberai la mano e sfilai
di nuovo quella tortura dal mio viso “Bella, io fuggivo da te per
proteggerti, avevo paura di farti del male, di non essere abbastanza
uomo per te, ma ti amo…ti ho amata dal primo momento che ti ho
visto” le dissi passandole poi la mano sulle sue labbra rosse e
morbide “Puoi perdonarmi? Puoi accettarmi per quello che sono e per
il mio passato? Io non posso cancellare ciò che mi è successo ma
posso provare ad amarti se me ne dai la possibilità” le chiesi
spaventato di un suo eventuale rifiuto.
I
suoi occhi si spalancarono mentre prendeva la mascherina e me la
posava sul volto.
“Così
la smetti di dire stupidate” mi disse ridacchiando e asciugando
ancora le lacrime che continuavano a scivolare dai miei occhi.
Le
sorrisi prendendole la mano. La volevo vicino, volevo il suo
contatto, volevo sentire la sua pelle.
Lei
mi sorrise ancora prese le nostre mani intrecciate e le posò sul
suo petto “Ascolta Edward. Ascolta il mio cuore. Sta battendo come
un pazzo proprio come il tuo. E non mi importa nulla del passato ma
solo del futuro... del nostro futuro assieme” e detto questo si
chinò su di me e mi spostò la mascherina poggiando le sue labbra
sulle mie.
Il
nostro primo bacio.
Carlisle
Eravamo
andati con Esme al bar. Non riuscivo a capire perché mi avesse
chiesto un caffè dal momento che non lo beveva, ma l'avevo portata a
prendere qualcosa ugualmente. Probabilmente era stanca come me e
voleva distrarsi e rilassarsi qualche minuto. Ma sorprendentemente
lei non accettò nulla da mangiare o da bere. Ero sempre più
confuso.
Fu
lì che ci raggiunse Charlie che stava cercando Bella.
“Ciao
cercavo Bella” ci disse guardandoci stupiti di trovarci entrambi
lì.
“L'abbiamo
lasciata con Edward. Avevo bisogno di bere e mangiare qualcosa”
rispose Esme stringendomi la mano per segnalarle di tenergli il
sacco. Stetti in silenzio senza capire cosa stesse combinando e il
perché del suo strano comportamento.
Lui
annui tranquillo. Era una cosa logica in fondo... se lei avesse
realmente preso qualcosa.
“Vieni
andiamo da loro.” dissi un po' infastidito e ancora un po'
stupito dal comportamento illogico di mia moglie.
Quando
fummo davanti alla stanza aprii la porta per entrare e sgranai gli
occhi.
Bella
era chinata su Edward lo stava baciando appassionatamente e cosa
ancora più sorprendente lui stava ricambiando.
Richiusi
subito facendo finta di niente per non interromperli e mi voltai a
guardare Esme.
Lei
sorrideva felice. Probabilmente aveva intuito tutto e per quel motivo
mi aveva portato via con la prima scusa che gli era balenata in
testa.
Donne...
pensai mentre la guardavo sorridente.
Poi
tirai un sospiro e guardai Charlie che mi scrutava stupito dal mio
strano comportamento. Probabilmente si chiedeva perché non ero
entrato e avevo richiuso la porta.
“Charlie.
Ti avevo fatto una promessa...” iniziai il discorso ridacchiando
imbarazzato “Credo di doverti informare che …” non sapevo come
continuare. Non volevo facesse una scenata in ospedale “Insomma...
Edward e Bella...” cercavo le parole per dirgli la verità senza
sconvolgerlo.
Lo
vidi guardarmi, tirarsi un baffo assorto e sbuffare.
“Ok.
Ho capito. Sarà meglio che vada in ufficio” mi disse scuotendo la
testa e andando via borbottando e ridacchiando fra se “Lo sapevo
che alla fine l'avrebbe avuta vinta lei. Speriamo che almeno stia
bravo per qualche tempo... ha sedici anni, solo sedici anni.”
Guadai
Esme e scoppiammo a ridere insieme nel vedere come aveva reagito
Charlie, poi bussai forte alla porta e aspettai cinque secondi prima
di aprire.
Trovammo
Bella seduta sul letto rossa in viso ed Edward sdraiato con la
mascherina e le guance arrossate. Le loro mani erano ancora
intrecciate.
“Edward
la mascherina fino a domani preferirei che la tenessi...sempre.” lo
rimproverai bonariamente.
Lui
mi sorrise diventando ancora più rosso.
“In
quanto a te Bella da domani puoi baciarlo quanto vuoi ma per oggi
basta. Devo controllargli le medicazioni e poi deve riposare e
quindi adesso vai a casa con Esme. I suoi fratelli saranno impazienti
di avere notizie” gli dissi facendola arrossire ancora di più.
Lei
si alzò e gli sorrise poi allungò la mano gli fece una carezza sul
viso. “A domani Edward” gli disse.
Lui
afferrò la sua mano e la tenne stretta facendole una carezza sul
dorso.
“Forza
andiamo” disse Esme ridacchiando felice “Avete davanti tutta la
vita.” chinandosi a baciare Edward sulla fronte.
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